Zelensky oggi a Roma per la pace. Vedrà Mattarella, poi Papa Francesco e Meloni. Città blindata

Dall’Italia il sostegno militare: munizioni per la controffensiva

Zelensky a Roma, città blindata: no fly zone e tiratori scelti. Stazioni e aeroporti sorvegliati speciali
di Francesco Bechis
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Venerdì 12 Maggio 2023, 18:21 - Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 10:27

Una giornata per rompere gli indugi. Da Roma a Bruxelles. Mentre l’armata ucraina si prepara alla controffensiva per liberare l’Est del Paese, Volodymyr Zelensky cerca la sponda dell’Italia per vincere i torpori europei sulla guerra e il sostegno militare a Kiev. Una Capitale blindata attende il leader della resistenza, in campo mille agenti e tiratori scelti sui palazzi del centro storico. Questa mattina sarà scortato dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani al Quirinale per un colloquio con Sergio Mattarella. Pronto a pronunciare il suo “whatever it takes” scandito anche in questi giorni in visita in Norvegia: l’Italia sarà al fianco di Kiev «finché serve». Poi un pranzo a Palazzo Chigi accompagnato dal ministro degli Esteri Dmytro Kuleba e qui il faccia a faccia con la premier Giorgia Meloni. Ha chiesto lei mezz’ora a tu per tu, senza interpreti, in inglese: ci tiene, la leader del governo, a coltivare un rapporto personale nato tra le macerie e gli orrori della guerra russa osservati durante la visita a Kiev di febbraio. Nel primo pomeriggio Zelensky è atteso in Vaticano da papa Francesco per discutere dal vivo insieme a monsignor Gallagher della missione di pace segreta avviata dalla Santa Sede. Solo più tardi sarà ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta su Rai 1: un altro appello in diretta tv agli italiani sempre più stanchi e distanti dal dramma ucraino. 

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È una stanchezza che si fa strada in Europa e soprattutto nell’America di Joe Biden a un anno dalle elezioni presidenziali.

E in fondo è questa la chiave del tour europeo di Zelensky, domani atteso a Berlino, poi ad Aquisgrana per ricevere il premio Carlo Magno. La controffensiva armata dagli equipaggiamenti occidentali è pronta a partire, dalla regione di Zaporizhzhia al Donbass, e dalla sua riuscita dipende il futuro sostegno dei Paesi alleati. Sia Meloni e Tajani che Mattarella ribadiranno al loro ospite il sostegno italiano alla riconquista del territorio ucraino, entro i suoi confini. E al contempo gli sforzi per una pace “giusta” - lontana dall’immediato cessate-il-fuoco chiesto da una parte dell’arco politico, in testa il Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte - nella speranza (flebile) che l’iniziativa diplomatica cinese, con l’invio di un mediatore a Kiev e Mosca, produca frutti. Al vertice romano sarà assente il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Un forfait, assicura il capo della Lega, dovuto al protocollo istituzionale, «non sono né premier né ministro degli Esteri», e non a convinzioni personali come invece accusano dal Pd.

GLI IMPEGNI

Parole a parte, il governo oggi confermerà l’impegno sul piano militare e finanziario. Pende un settimo decreto di aiuti militari - potrebbe essere inclusa una partita di droni, più in bilico invece l’invio degli aerei Amx Ghibli - che tuttavia richiedono mesi per raggiungere il fronte e addestrare i soldati ucraini. Mentre è in arrivo a Kiev il sistema di difesa missilistica italo-francese Samp-T. È però sulla controffensiva di questa estate che l’asse euro-atlantico, Italia inclusa, tirerà le somme e deciderà quali e quante armi inviare in più. Meloni garantirà a Zelensky, questo sì, l’impegno ad aumentare la produzione di munizioni militari nelle fabbriche italiane come anticipato di recente al Commissario Ue Thierry Breton. Anche se sull’opportunità di dirottare fondi del Pnrr a questo scopo, avanzata dalla Commissione, si dividono governo e opposizioni. 

E ancora, la partita per la ricostruzione dell’Ucraina. I danni materiali della guerra secondo stime di Kiev ammontano ad almeno 400 miliardi di euro, il governo italiano ha già mobilitato più di 600 aziende nei settori colpiti, dalle costruzioni all’elettrico, insieme a Sace per assicurare gli investimenti. Sullo sfondo la partita di Expo 2030. Odessa, candidata insieme a Roma, potrebbe non arrivare alle fasi finali. In caso di vittoria, spiegherà oggi Meloni a Zelensky, l’Italia sarà felice di ospitare nella Capitale un pezzo dell’esposizione ucraina. 
 

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