Ucraina, Zelensky in Parlamento tra i mal di pancia M5S. E i leghisti ci saranno

Il leader ucraino chiederà aiuto all’Italia. Gli interventi di Draghi, Fico e Casellati

Ucraina, Zelensky in Parlamento tra i mal di pancia M5S. E i leghisti ci saranno
di Mario Ajello
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Martedì 22 Marzo 2022, 06:36 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 14:26

Matteo Salvini, che dell'arrivo in video-collegamento di Zelensky a Montecitorio non sarebbe affatto entusiasta (almeno secondo quanto assicurano alcuni suoi amici), dice che «la pace si fa ascoltando tutti» e infatti sono tanti i leghisti che per par condicio sono smaniosi di ascoltare anche la campana di Putin. Ma per evitare troppe polemiche e distinguo, e ben conoscendo le tendenze filo-russe di una parte dei lumbard, il Carroccio ha chiesto a tutti i suoi di esserci e ci saranno: «Sennò i nostri avversari non la finiranno più di attaccarci così, eccoli i putiniani!».

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Zelensky in Parlamento

 

Ma è l'intero Parlamento che stamane per il discorso di Zelensky cercherà di fare la bella figura davanti al presidente ucraino mostrandosi senza se e senza ma dalla sua parte.

Anche se tutta questa compattezza non esiste affatto nei partiti italiani. E infatti è già cominciato lo psicodramma del prossimo voto al Senato sulle spese militari (sinistra radicale è contro, stellati pure) e sull'inasprimento (molto contrastato) delle sanzioni contro Mosca.

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Se c'è l'asse di ferro atlantista di Letta e Meloni (entrambi i leader oggi in aula), c'è anche un sotterraneo filo che unisce una parte del mondo grillino e tutto quello ex grillino (nessuno del gruppo Alternativa oggi sarà presente a riprova di un sentimento anti-americano che surclassa quello anti-russo) con qualche esponente della Lega. Ecco il senatore salvinista Pillon: «Io non ci sarò» e lui della «guerra santa» di Putin la pensa più o meno come il patriarca Kyrill.


AMBIGUITÀ
E insomma: tutti con gli aggrediti ma sotto sotto anche un po' no e il neneismo (né con la Nato né con Putin) serpeggia sia pure in dosi minoritarie. Oltre 30 gli assenti ideologici tra Gruppo Misto e gruppi vari. Mancheranno la deputata Enrica Segneri insieme a Lorenzoni (quello che posta i suoi video del No al decreto Ucraina), a Grimaldi e a altri stellati, mentre il deputato David Serritella annuncia: «Vorrei anche Putin nel nostro Parlamento, così lo incalziamo con tante domande». Sì, quelle che faranno fare ai carri armati con la Z retromarcia sventolando la bandiera arcobaleno. Assenti la Granato (ex grillina al Misto), Paragone di Italexit, Dessì neo-vetero comunista e via dicendo. I neneisti a 5 stelle vengono calcolati in una trentina. Conte è imbarazzato e si barcamena: un pezzo di M5S al Senato vuole dire no all'odg per aumentare spese militari e sanzioni e lui non solo li asseconda ma li eccita: «Le sanzioni attuali già sono severe» e quanto alle spese militari proprio Conte come premier nel 2019 e nel 2020 le aumentò (fino all'1,4 per cento del Pil) ma adesso frena e sconfessa i suoi deputati: «Alla Camera dovevamo dire no a nuove spese miliari».

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Draghi oggi parlerà nell'emiciclo, dopo Fico e Casellati. E Zelensky elogerà la Resistenza italiana ai tempi del nazi-fascismo e chiederà come sempre la No fly zone. Temi divisivi, ma si cercherà in tutti i modi di simulare unità nonostante l'esercito dei neneisti acquartierato dietro gli scranni di Montecitorio.
 

 

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