Autonomia, ai fedelissimi di Zaia i ruoli chiave per distribuire i fondi: nominata la commissione per i Lep

Il caso del tributarista Giovanardi, capo del portale “anti-Svimez” della regione

Autonomia, ai fedelissimi di Zaia i ruoli chiave per distribuire i fondi
di Andrea Bassi
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Lunedì 20 Febbraio 2023, 00:17 - Ultimo aggiornamento: 10:25

Sono stati gli uomini del Veneto nella trattativa con lo Stato per l’autonomia. E adesso indosseranno anche la casacca dei “consulenti” del governo e della Cabina di regia voluta da Roberto Calderoli per definire i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, validi per tutto il Paese. E, forse, qualcuno di loro potrebbe persino finire per essere nominato presidente della Commissione tecnica dei fabbisogni standard, l’organismo strategico chiamato a determinare quante risorse dovranno essere assegnate dallo Stato alla Regione che chiede autonomia per gestire le funzioni che le saranno trasferite. Gli uomini del governatore Luca Zaia, insomma, avranno diverse parti in commedia. Lecito, ma sgrammaticato. Andiamo con ordine. 

Nei giorni scorsi Calderoli, come riportato dal Quotidiano di Puglia, ha nominato i membri della Commissione che, come detto, dovrà affiancare il governo nella determinazione dei Lep. Il ministro ha scelto, per ora, trentotto consulenti, quattro donne e trentaquattro uomini. È la prima cosa che salta agli occhi. La seconda è che ci sono moltissimi giuristi, soprattutto costituzionalisti, e pochi economisti. Non è un dettaglio, visto che si parlerà sì di diritti, ma anche di soldi e di risorse per garantirli. Ma l’aspetto che più colpisce, è la presenza in forze della squadra di Zaia, quella che aveva trattato le vecchie intese tra Stato e Regione Veneto nel 2018 e nel 2019. A partire da Mario Bertolissi, costituzionalista dell’Università di Padova, che quella delegazione l’aveva guidata nelle trattative con Roma. Bertolissi, del resto, continua a rivendicare con forza il lavoro fatto con le vecchie intese, quelle che furono definite in un libro di Giancarlo Viesti come la «secessione dei ricchi». In una recente intervista rilasciata alla televisione del Triveneto Antenna Tre, Bertolissi dice che bisogna «far tesoro» di quanto raggiunto con quelle trattative. Nulla di quei testi, insomma, deve essere buttato via. 
Il secondo, per così dire, “Zaia-boy” è Andrea Giovanardi, docente di diritto tributario, altro membro della delegazione della Regione Veneto che ha trattato con lo Stato l’autonomia differenziata nel 2018-19. È il principale sostenitore della tesi che il Veneto riceve dallo Stato, sotto forma di spesa pubblica, meno risorse degli altri territori.

Tesi più volte contestata, numeri alla mano, dalla Svimez. Proprio per questo la Regione Veneto ha creato un osservatorio sull’autonomia differenziata, battezzato “l’anti-Svimez”, e affidato al coordinamento proprio di Giovanardi. Non solo. Il nome del tributarista veneto è circolato anche per la delicatissima poltrona di presidente della Commissione tecnica per i fabbisogni standard, quella che dovrà decidere le risorse da assegnare alle Regioni per finanziare i Lep. Qualche giorno fa l’ex ministro del Sud, Giuseppe Provenzano e l’ex sottosegretario al ministero dell’Economia, Maria Cecilia Guerra, entrambi del Pd, hanno presentato un’interrogazione al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e allo stesso Calderoli, per sapere se queste indiscrezioni fossero vere, chiedendo al governo di «soprassedere» a questa nomina che costituirebbe una evidente «sgrammaticatura» istituzionale. 

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LA CONTROPARTE

Altro nome della Commissione Calderoli per i Lep, è quello di Ludovico Mazzarolli, anche lui nella delegazione trattante nominata da Zaia come controparte del governo nei negoziati sull’autonomia. E anche un altro costituzionalista dell’elenco, Luca Mezzetti, è da diversi anni consulente del consiglio regionale del Veneto. 
Nella lista c’è anche qualche nome più famoso, come l’ex ministro degli Affari regionali di Berlusconi Enrico La Loggia e il sociologo Luca Ricolfi. Quest’ultimo autore anche di un controverso saggio intitolato «Il sacco del Nord», teso a dimostrare che il Centro-Sud sottrarrebbe ogni anno al Settentrione 50 miliardi di euro. Che se le Regioni del Nord potessero tenersi starebbero ovviamente molto meglio.

Gli economisti puri nella lista di Calderoli, salvo nuove aggiunte, sono solo due: Giovanni Ferri e Fabio Pammolli, quest’ultimo da novembre è consulente del ministro leghista dell’Economia Giancarlo Giorgetti. La partita dei Lep è ufficialmente cominciata. 

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