Raggi: «La cultura dei musei di Roma, un esempio per tanti»

La cultura dei musei di Roma, un esempio per tanti
di Virginia Raggi
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Mercoledì 25 Agosto 2021, 00:36

È fondamentale portare al centro del dibattito la cultura, il ruolo dei musei e l’importanza di valorizzare il grande patrimonio artistico, culturale e archeologico di Roma, ma bisogna farlo con cognizione di causa. In questi giorni il candidato a sindaco di Azione ha proposto la creazione di un Museo Unico. Un’idea che non si basa su analisi ragionate, né su valutazioni scientifiche. È solo campagna elettorale. Ben venga mettere i Capitolini al centro del dibattito, ma parliamo di un museo vivo e frequentato, al centro di ricerche scientifiche, dove i reperti, le opere, i beni non sono affastellati, ma esposti e valorizzati. Voglio ricordare che dopo oltre 50 anni abbiamo riaperto il nuovo spazio espositivo di Villa Caffarelli ai Musei Capitolini che abbiamo inaugurato con la mostra “I marmi Torlonia. Collezionare capolavori”, considerata una delle esposizioni più importanti del mondo. Una proposta d’eccellenza culturale. Inoltre, da qualche mese, nell’Esedra del Marco Aurelio si può ammirare la mano del colosso bronzeo di Costantino ricomposta con il frammento del dito in bronzo proveniente dal Museo del Louvre. 


Forse a Carlo Calenda sfugge, ma a Roma esiste già il Museo della Civiltà Romana: un museo che racconta la storia della città antica e per il quale ho lavorato chiedendo lo stanziamento di 18 milioni di euro all’interno del Pnrr. Lo restituiremo a cittadini e turisti. Reputo che sia necessario informarsi su cosa è stato fatto dalla nostra Amministrazione per poi proporre una diversa visione di politica culturale. In questi cinque anni abbiamo lavorato per rendere la cultura più accessibile, dal centro alle periferie. Ricordo che abbiamo riaperto al pubblico il Mausoleo di Augusto, il più grande sepolcro circolare dell’antichità, oltre a spazi culturali come il Nuovo Cinema Aquila e, dopo 15 anni, l’Arena del Teatro di Tor Bella Monaca. Poi le biblioteche Giovenale, Raffaello, Laurentina, il centro culturale Elsa Morante.

Abbiamo reso il Macro ad ingresso gratuito tutto l’anno, abbiamo riaperto lo spazio di Santa Rita e 12 artisti vincitori di un bando esporranno fino a dicembre le loro opere site specific di arte contemporanea. 


Con il Ministero della Cultura nel luglio del 2019 abbiamo unificato i Fori, con una fase di sperimentazione durata 6 mesi, per la prima volta nella storia, abbattendo la barriera immaginaria fra Stato e Comune. Inoltre ho proposto di unificare in un unico ente co-partecipato le soprintendenze nella nostra città per facilitare le procedure e rendere gli interventi di restauro più veloci. Abbiamo creato la prima card – la Mic – che consente ai residenti a Roma e nella Città Metropolitana ad un costo di soli 5 euro, di accedere per 12 mesi ai nostri meravigliosi Musei Civici. Un’iniziativa che sarebbe interessante ampliare anche ai Musei Statali. 


Poi c’è Roma Pass, il biglietto unico che stiamo ripristinando e implementando grazie al lavoro di Sovrintendenza e Zètema. Con “Roma Pass” in versione digitale, infatti, si potrà entrare in tutti i musei, Civici e Statali, si potranno usare i mezzi del trasporto pubblico, e nella nuova versione si sta lavorando per inserire anche altre esperienze culturali, come spettacoli teatrali e concerti e per metterla in rete con altre città d’Italia. 
È importante continuare a lavorare seguendo la visione di un patrimonio culturale che sia sempre più accessibile, per fare in modo che cittadini e turisti possano visitare e scoprire le meraviglie che solo Roma può vantare di avere. Il fatto che a novembre scorso 45 sindaci di città in tutto il mondo, come Città del Messico e Barcellona, abbiano preso ad esempio le politiche culturali di Roma firmando un protocollo che prende il nome della nostra città – la Carta di Roma 2020 – è il segno che le politiche culturali messe in campo in questi anni sono vincenti.

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