Raggi e il caso Grillo. Cassese: «Onestà? Senza bravura è inutile, in 3 anni la Capitale è precipitata»

Raggi e il caso Grillo. Cassese: «Onestà? Senza bravura è inutile, in 3 anni la Capitale è precipitata»
di Diodato Pirone
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Lunedì 13 Luglio 2020, 09:16 - Ultimo aggiornamento: 09:34

Professor Cassese, lei è uno dei massimi esperti di amministrazione, non solo in Italia, e abita a Roma da molti anni. Che voto darebbe all'amministrazione capitolina guidata da Virginia Raggi?
«Zero, perché non c'è un voto più basso».
Quali le ragioni di un giudizio così netto?
«La ragione è semplice, sotto gli occhi di chi abita a Roma e cammina per le sue strade: le condizioni fisiche della Capitale (dire delle buche è poco; vi sono strade smottate e chiuse da sei mesi, senza che siano neppure iniziati i lavori di ripristino), i trasporti, la pulizia. Se un sindaco non sa far funzionare i suoi uffici, non stabilisce priorità, non controlla, va sostituito».
Nel suo sonetto diffuso ieri Grillo sostanzialmente dice che la sindaca non viene apprezzata dai romani. Eppure la Raggi è stata eletta con oltre 700.000 voti. C'erano tutte le condizioni per un grande amore con la cittadinanza, perché non è sbocciato?
«Altro è agitare le piazze, altro è amministrare. Alla prova della gestione, si è rivelata poco capace. Non mi pare che vi sia alcuno che sostenga il contrario. Ho pubblicato un editoriale sul Corriere della Sera il 1 settembre 2017 nel quale scrivevo che Roma: è una città in stato di abbandono. Le strade sono intransitabili a causa delle buche. Nei casi più gravi, vengono tenute chiuse per evitare incidenti, ma così impedendo alla gente di raggiungere le proprie abitazioni. Vi sono lavori pubblici che attendono da quarant'anni d'esser fatti. Per la pulizia di strade e giardini, in alcuni casi diventati pattumiere, si ricorre ormai al fai da te: si paga qualche extracomunitario di buona volontà, che provvede. Se un albero crolla, lo si circonda con qualche segnale di pericolo e lo si lascia per terra. Alcuni luoghi pubblici, anche i portici di una delle principali basiliche, sono intransitabili perché vi sono persone accampate, che hanno fatto della strada la propria casa. Tolleranza e incuria regnano sovrane. I trasporti pubblici non funzionano, per cui tutti ricorrono ai mezzi privati, con conseguenze gravi per traffico e ambiente. I vigili urbani sono diventati una entità astratta. Gli amministratori locali vivono sulla luna, invece di girare per le strade e constatare in che condizioni sono. La situazione, tre anni dopo, è peggiorata. Il confronto con Milano, una città che è rifiorita grazie alla buona amministrazione, peggiora la votazione per Roma».
Ma davvero come dice Grillo l'amministrazione 5Stelle può vantare attenzione alle periferie?
«Chiunque giri per Roma può testimoniare che le condizioni della Capitale sono miserevoli, sia al centro, sia nelle periferie. Una parte del verde pubblico è ormai curato dai cittadini che si associano, pagano una quota o si danno da fare essi stessi, lavorando per tenerlo pulito, togliere le erbacce, tagliare i rami caduti».
Acquisto di nuovi autobus, spiagge libere, strade riasfaltate. E' questa la Roma dell'amministrazione 5Stelle?
«Strade riasfaltate? Un sogno. Provi a camminare in centro e a vedere le condizioni dei sampietrini. Aggiungo: veda le condizioni dell'Ama, l'azienda che raccoglie e gestisce i rifiuti urbani, e le vicende del suo bilancio, il modo in cui funzionano i Municipi, l'impegno dei dipendenti comunali. La città è abbandonata a sé stessa. Lo straniero che la visita rimane impressionato dalle meraviglie del passato e dallo scempio del presente, prodotto da incuria. É la Capitale di uno dei grandi Paesi industrializzati del mondo, mentre sembra una città mediorientale».
Per Grillo i romani non stanno apprezzando un'amministrazione che non ruba. Estremizzando sembra quasi che l'onestà di un amministratore ne danneggi l'efficienza o ne ostacoli i risultati. Questo mantra dei 5Stelle ha radici nella realtà?
«L'onestà è un prerequisito necessario. Onestà senza capacità di amministrare non serve alla collettività».
 

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