Violenza sulle donne, la ministra Bonetti: «Questa battaglia da vincere insieme»

Violenza sulle donne, la ministra Bonetti: «Questa battaglia da vincere insieme»
di Elena Bonetti*
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Mercoledì 25 Novembre 2020, 00:12 - Ultimo aggiornamento: 11:53

I numeri anche quest’anno ci raccontano tutta la drammaticità e trasversalità del fenomeno della violenza contro le donne nel nostro Paese. In mesi difficili che hanno squarciato definitivamente il velo su tutte le nostre fragilità, la violenza contro le donne si conferma un’emergenza che richiede una risposta urgente e condivisa. Venticinque anni dopo la Conferenza di Pechino che ricordiamo quest’anno, tanto cammino è stato fatto ma restano ancora diversi gli ostacoli da superare. 

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E l’azione su cui le Istituzioni tutte hanno il dovere di impegnarsi è nitida: sostenere e rafforzare le reti di comunità che hanno nei centri antiviolenza, nelle case rifugio, nell’associazionismo e nelle forze dell’ordine il loro fulcro, e dire con ancora più coraggio alle donne che il Paese è accanto a loro, che non sono sole.

Che dalla violenza possono uscire e c’è una comunità tutta intera pronta a sostenerle e ad accompagnarle in questo percorso di libertà.


Questi mesi ci hanno detto con chiarezza che le richieste d’aiuto aumentano e il numero di pubblica utilità antiviolenza e antistalking, il 1522, è sempre più diffuso e ritenuto uno strumento di sostegno per le donne.


In questo tempo così complesso ho visto aumentare la consapevolezza del contrasto alla violenza come responsabilità sociale, è qualcosa di molto importante. Per le istituzioni, un tema nodale in questo cammino è assicurare che i centri antiviolenza e le case rifugio ricevano le risorse loro necessarie per svolgere efficacemente la propria azione. Per riuscire in questa difficile sfida è necessario che tutte le istituzioni, a tutti i livelli, ne facciano concretamente una priorità, dalla programmazione all’erogazione delle risorse in tempi brevi al monitoraggio delle azioni.


È evidente, però, che lo scenario cambierà soltanto quando nella coscienza pubblica la violenza sarà definitivamente ripudiata. C’è un problema di linguaggio fatto di stereotipi da non sottovalutare e che deve essere ancora, ahimè, scardinato. Leggiamo spesso il modo in cui la violenza viene raccontata, purtroppo è un modo che cerca delle attenuanti o le propone in situazioni che invece non hanno ragione. Perché la violenza non ha ragione mai. Perché non c’è mai una giustificazione alla violenza. Serve l’impegno di tutti, con ogni sforzo.
Sono molto grata al mondo dello sport che quest’anno ha enormemente contribuito a lanciare un messaggio forte contro la violenza sulle donne, dalla Figc e dal suo presidente Gravina al commissario tecnico Roberto Mancini, a tutta la nostra Nazionale di calcio e alla Lega di Serie A. Hanno dato un segnale importante che ci ricorda oggi, 25 novembre, che vincere la partita contro la violenza è possibile, se uniamo le forze e mettiamo in campo tutte le energie che abbiamo a disposizione.


Che questa Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne sia il tempo inedito dell’impegno di tutto il Paese. Per tutte le donne che hanno perso la vita, per tutte quelle che non riescono ancora a trovare la forza di uscire da quella porta, per Elena, Diego, Aurora, Alessandro, quei figli che hanno pagato con la loro stessa vita, per quelli che stanno soffrendo nella loro solitudine. Per tutte le donne e per tutti i figli, perché ricominciare è possibile. Perché libera puoi.


* Ministro per le Pari opportunità e la Famiglia

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