Il Veneto è ormai destinato al passaggio in zona gialla, dalla prossima settimana. Il pressing ospedaliero - la parola definitiva spetta al prossimo monitoraggio - porta in questa direzione. Ne è conscio anche il presidente del Veneto, Luca Zaia il quale non nasconde che la regione «è appesa al dato di occupazione dell'area medica. Penso che il bollettino di venerdì sarà da zona gialla. È una tipica fase acuta - dice - e a breve non vi è sentore di un'inversione di tendenza. I dati ci dicono che il tasso di occupazione delle terapie intensive è del 12.8%, l'incidenza dei contagi è già zona gialla. Ci sono dati che dicono che l'infezione sta correndo, ma l'incidenza sui tamponi è del 4,50%».
Zona gialla, Veneto a rischio: pesano le terapie intensive
Anche i dati delle ultime 24 ore segnano una costante presenza di nuovi contagi sopra i 2.000: 2.096 e 10 decessi, un abbassamento di casi fittizio dopo i balzi di 4.000 casi quotidiani, perchè risultato di un numero basso di tamponi eseguiti la domenica, quando vengono concentrati solo su soggetti sintomatici.
Altri due casi di Omicron
Nel complesso sono 8.293.223 le dosi somministrate dall' inizio dell' anno. Intanto sono stati scoperti, dal Laboratorio di citogenetica dell'ospedale dell'Angelo di Mestre, altri due casi di variante Omicron, sequenziati in due tamponi appartenenti a due coniugi di Mira, rientrati da pochi giorni dal Sudafrica. Prima che fosse accertata la positività al Covid - informa l'Ulss 3 Serenissima - i due viaggiatori erano stati sottoposti a quarantena, come previsto per i casi di rientro dal Sudafrica.
🔴 In conferenza stampa da Marghera il punto stampa sull’emergenza #coronavirus in Veneto.https://t.co/6rBxISIbi9 pic.twitter.com/4w1QcScHQr
— Luca Zaia (@zaiapresidente) December 13, 2021
I due perciò non hanno avuto contatti con nessuno. L'altro fronte è quello delle vaccinazioni dei bambini, nella fascia d'età 5-11 anni, una platea di 300 mila persone le cui prenotazioni sono partite oggi e per le quali, ha spiegato Zaia , «ci sarà un canale preferenziale e una linea dedicata nei centri vaccinali, con pediatri, senza attese. La decisione spetta ai genitori» Infine dal governatore è arrivata anche una replica alla proposta del sindacato dei primari ospedalieri per il rientro in corsia dei medici non vaccinati. «Ad oggi - ha detto - mi sembra non sia praticabile».