Vaccini tagliati, Italia attiva misure legali contro Pfizer. «Richiamo a rischio per 54.000 italiani»

Vaccini tagliati, Italia attiva misure legali contro Pfizer. «A rischio richiamo 54.000 italiani»
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Mercoledì 20 Gennaio 2021, 13:07 - Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 06:44

Il Governo italiano ha attivato l'Avvocatura Generale dello Stato per valutare i diversi profili di responsabilità della casa farmaceutica Pfizer sui ritardi dei vaccini in caso di inadempienza e le possibili azioni da intraprendere a tutela degli interessi del Paese e dei cittadini. E' quanto si apprende da ambienti di Governo e della struttura Commissariale per l'Emergenza. 

Intanto sono arrivate oggi in Italia le ultime dosi di vaccini del carico settimanale di Pfizer, circa 330mila.

Complessivamente questo lotto, come già annunciato, è privo del 29% delle dosi previste da contratto. Anche la prossima settimana, con l'arrivo del nuovo carico, è previsto sul lotto specifico un altro ammanco che - a quanto si apprende - sarà però inferiore al 29%. 

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La situazione nelle Regioni

«Sui vaccini la situazione è piena punti domanda. Ma se il taglio è del 29% a livello nazionale, almeno sia orizzontale». Lo ha affermato il presidente del Veneto Luca Zaia. «Ripeto - ha proseguito - che se c'è da tutelare la posizione nazionale e veneta non si può prescindere da sapere qual è il contratto. Se c'è scritto che il plafond di fornitura è trimestrale, e non c'è un impegno formale a livello settimanale, l'azienda non ha commesso irregolarità. È vero che anche in altri Paesi europei si è tagliato. Non vorrei - ha concluso - che l'azienda abbia fatto conto sulle cinque dosi e non su sei». 

«Da ieri abbiamo dovuto dimezzare il numero dei vaccini anti covid perché non abbiamo sufficienti dosi e personale medico per rispettare il piano vaccinale. Invece di cercare i voti dei Ciampolillo in Parlamento, Conte, se ancora è presidente del Consiglio, si assuma la responsabilità di risolvere la questione»: qesto chiedono i governatori della Lega Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia), Attilio Fontana (Lombardia), Maurizio Fugatti (Trentino), Chtistian Solinas (Sardegna), Nino Spirli (Calabria) e Luca Zaia (Veneto).  «C'è un commissario straordinario, Domenico Arcuri, una multinazionale e la Commissione europea ma noi da ieri - sottolineano i governatori - abbiamo dovuto dimezzare il numero dei vaccini anti covid perché non abbiamo sufficienti dosi e personale medico per rispettare il piano vaccinale. Invece di cercare i voti dei Ciampolillo in Parlamento, Conte, se ancora è presidente del Consiglio, si assuma la responsabilità di risolvere la questione». «Le Regioni - ricordano - non sono responsabili dei contratti: oggi assistiamo a un indecoroso scaricabarile e intanto noi siamo senza vaccini. Conte ha giocato irresponsabilmente alle classifiche spingendo e costringendo le Regioni a fare i tripli salti mortali per fare i vaccini. E oggi scopriamo persino che il personale sanitario che ci era stato promesso per oggi, arriverà forse, tra 10 giorni. Sono a rischio, ed è gravissimo, anche i richiami , senza i quali la vaccinazione non garantirà la protezione, rendendola inefficace». 

 

Deciso il riequilibrio

«Ieri sera abbiamo fatto una lunga video call con i ministri Boccia e Speranza e con il commissario Arcuri. Abbiamo deciso il riequilibrio tra regioni, perché Pfizer ha deciso unilateralmente a chi togliere di più e a chi meno. Regioni come la nostra, la Lombardia e il Friuli sono state colpite in maniera più pesante. Ci sarà un riequilibrio». Così Bonaccini il presidente della Regione Emilia Romagna, nonché presidente della conferenza delle Regioni, interviene da Modena sul tema dei ritardi nelle consegne delle dosi di vaccino Pfizer. 

Rischio richiamo per 54.000 italiani

I tagli e i ritardi nella distribuzione dei vaccini Pfizer contro Covid potrebbero lasciare senza seconda dose 54 mila persone in Italia. È quanto emerge dalle tabelle elaborate dalla struttura del commissario per l'emergenza Covid Domenica Arcuri, che l'Adnkronos Salute ha avuto modo di visionare, e discusse ieri sera nella riunione fra le Regioni e i ministri Francesco Boccia (Affari regionali) e Roberto Speranza (Salute). Questo 'bucò nella seconda dose rischia di compromettere la macchina della campagna vaccinale. Mentre la situazione con l'azienda farmaceutica sta diventando sempre più complicata, con una «forte asimmetria distributiva a livello delle Regioni» e un «potenziale danno alla salute pubblica», evidenzia il report. Così gli uffici del commissario «hanno condiviso con l'Avvocatura generale dello Stato il dossier per valutare i diversi profili di responsabilità in caso di inadempienza e le possibili azioni da intraprendere a tutela degli interessi del Paese e dei cittadini». Durante la riunione il commissario ha evidenziato che per le consegne della settimana in corso, «Pfizer ha operato unilateralmente e senza preavviso una sostanziale riduzione delle dosi (da 562.770 a 397.800, il 29% in meno), secondo una logica né anticipata né condivisa con il commissario né con le Regioni». Non solo l'azienda americana - si legge nelle carte - ha comunicato «che vi saranno riduzioni anche per le prossime 3 settimane e solo da metà febbraio ci sarà rafforzamento della distribuzione». «Le conseguenze sull'andamento delle vaccinazioni sono evidenti», si legge.Sempre secondo i numeri elaborati dallo staff di Arcuri, «in questa settimana, malgrado la riduzione delle consegne, il potenziale di somministrazione di dosi al giorno è di 77.387 con il 30% di stock in magazzino». Al momento c'è una situazione di «stallo delle interlocuzioni con Pfizer», che, si evidenzia, «ha reiteratamente disatteso, sin dall'inizio del rapporto, alle comunicazioni progressivamente inviate agli uffici del commissario». L'azienda il 16 gennaio «ha confermato l'invio delle minori dosi (397.800) e ha comunicato inoltre che a partire dalla settimana del 25 gennaio 'torneremo ad un programma di consegne delle dosi in linea con quello con voi già discussò e che 'a partire dalla metà di febbraio, i quantitativi disponibili aumenterannò». Ma ieri Pfizer ha comunicato alla struttura commissariale «l'ennesimo ritardo». Ieri sarebbero arrivate «solo 53.820 delle 294.840 previste», le rimanti dovrebbero arrivare oggi. Tirando le somme, il report evidenzia che «qualora tutte le Regioni somministrassero tutte le dosi disponibili nella settimana precedente (116.154 al giorno in Italia) con il solo magazzino residuo (30%, pari a 119.340) nonché con le dosi ipotizzate in consegna da Pfizer, non ci sarebbero tutte le dosi necessarie per i richiami (628.541) considerando il numero dei vaccinati nei 21 giorni precedenti». Mancherebbero all'appello 54.071 dosi per il richiamo. Nella riunione si è quindi virato sulla necessità di «condividere una distribuzione delle dosi».

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