Dal Papeete a Forte dei Marmi: la nuova mappa della politica in vacanza

Dal Papeete a Forte dei Marmi: la nuova mappa della politica in vacanza
di Mario Ajello
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Sabato 1 Agosto 2020, 06:53 - Ultimo aggiornamento: 14:56

Ogni estate ha la sua regina dell'estate. Do you remember la Gallipoli dalemian-buttiglionesca? E la Capalbio - ancora? Ma suvvia! - del progressismo vegliardo? E il Cadore con la baita in cui Calderoli, D'Onofrio e compagnia vestiti da schutzen riscrissero la Costituzione repubblicana arrostendo salsicce? Niente più di tutto questo. E non vale tanto la contestatissima foto (chissà che cosa c'è di male) della Boschi e dei renziani in barca ad Ischia, per dire che l'isola campana svetterà come uno degli ombelichi di questa estate tra vacanze (poche) e elezioni regionali (tante, il 20 settembre, e vanno preparate sotto la canicola). Le nuove regine dell'Italia tra relax e impegno agostano sono altre e sono cinque.

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I RIPESCAGGI
Per due di queste si tratta di un repechage. E' il caso di Milano Marittima dell'ostinato Salvini, che è tornato allegramente, si fa per dire, nel luogo del suicidio dello scorso 8 agosto ed è passato quasi un anno dal disastro del Papeete ma lui fa spallucce: «Io non tradisco, stessa spiaggia, stesso mare». Ed è anche il caso della Porto Rotondo di Berlusconi che pareva dimenticata (in favore della Provenza) e che invece, grazie anche alla presenza di Marta Fascina, la giovane deputata calabro-campana di Forza Italia subentrata alla Pascale, si ripropone come simbolo della nuova vita e della ritrovata centralità del Cavaliere. Il quale, concavo e convesso, si gode la Sardegna - a proposito anche Di Maio farà una capatina sull'isola che ha dato i natali alla fidanzata Virginia - e da qui un po' sostiene e un po' no il governo del suo amato Conte. E a proposito: il premier non farà vacanze, tranne qualche giorno a Volturara Appula, suo borgo d'origine in Puglia e la Puglia gli viene a fagiolo. Perché anche lì si voterà, Conte vuole portare voti alla sua sopravvivenza governativa e si spenderà andando più del solito nella sua regione.
 

 

E comunque: con Milano Marittima e Porto Rotondo siamo a due. E le altre regine dell'estate? Se il Dibba sulla spiaggia abruzzese non si annoia di fare i cocktail che non sa fare (guai a mettere le foglie di menta nel Negroni!) e di colpo non parte per i Caraibi, magari a cavallo di una motocicletta d'acqua, quella del Che nei suoi «Diari» tanto amati da Ale era una due ruote terrestre, magari la ridente Ortona, dove ora si trova il forever young del grillismo da castelli di sabbia, può imprevedibilmente aspirare ad entrare nel grande giro politico-agostano. Che è quello in cui si svelano, luogo per luogo, i personaggi e le strategie di chi conte o credi di contare nella nuova stagione. E insomma, Ortona come la Martha's Veynard, non kennediana ma romanordara di Ale, di Sarah (la compagna), Andrea il figlio già vivente e quello nascituro ancora nella pancia della genitrice, in cui il Dibba si ritempra e prepara la sua scalata al movimento (ma gliela fa?) puntando a vincere, se mai ci saranno, gli Stati Generali M5S contro i maggiorenti Grillo e Di Maio e con affianco solo Casaleggio. Rousseau diventerà magari un cocktail, sperabilmente menta free?

CHEZ DANIELONA
Eccoci poi alla regina numero quattro, ma in realtà bisognerebbe aggiungere anche Pomigliano d'Arco, paese natale di Di Maio e unico luogo dove a lui va veramente a genio l'alleanza rosso-gialla: si vota per le comunali - che è Forte dei Marmi. O meglio, il Twiga di Daniela Santanché, che è parlamentare di Fratelli d'Italia. Se Salvini ha il Papeete, Giorgia potrebbe dire di avere il Twiga. Lei però non è un tipo stanziale, gli toccherà girare l'Italia per lungo e largo la Penisola per la possibile apoteosi di FdI ma in Toscana si gioca molto. Se la candidata presidente salvinista Ceccardi perde, come è quasi ovvio, un significato politico nella competizione nel centrodestra lo avrà. Visto che Fitto e Acquaroli, meloniani di Puglia e Marche, invece pare che dovrebbero farcela.
Resta la regina numero cinque, che può essere considerata nella politica estiva una sorta di vecchia sciantosa. Parliamo di Rimini e stavolta, a fine agosto, il Meeting di Cl avrà una importanza particolare. Ci sarà Draghi o non ci sarà il potenziale padre della patria? Se lo stanno chiedendo tutti. Di sicuro, però, sarà luogo di discorsi trasversalisti e magari post-contiani, ammesso che Conte non sia - come pare - eterno.
Una cosa è certa: non sarà un agosto sognante modello «Tutti nudi a Filicudi / a mangiare pesci crudi» (come nel versetto di Stefano Benni sui radical chic adamitici a caccia di ricci) e neppure saranno ferie da abbiocco. Perché chi si ferma è perduto.

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