I VERDI
Alla Lega, infatti, piace l’intenzione di portare avanti la riforma di Dublino e le idee della Leyen in merito al tema dell’immigrazione. In serata il gruppo Identità e Democrazia - del quale fanno parte la Lega di Salvini e il Rassemblement National di Marine Le Pen - si riunirà per decidere la posizione di domani in Aula. Ma fonti di Strasburgo parlano di un’intesa importante che andrebbe ad aggiungersi a quella con il Movimento 5Stelle. E se la Spagna ha dato il suo pieno consenso fin dalla prima ora, gli oppositori più feroci della Leyen sono proprio i tedeschi dalla Spd convinti sia il peggior ministro della Grosse Koalition germanica. A fare coro con la Spd sono i Verdi, formazione che ha avuto ottimi consensi alle ultime elezioni, e Sinistra Unita. In verità, la ministra alla Difesa tedesca fino a ieri si è preoccupata poco di questa opposizione. Oggi, però, le diplomazie sono al lavoro affinché si possa recuperare anche in questa direzione. Sollecitato più volte sul tema, il portavoce della cancelliera Steffen Seibert ha sottolineato solo che Berlino «lavora per l'elezione»
NESSUN PIANO B
D’altra parte se domani dovesse essere silurata in Parlamento la candidatura della Leyen, il Ppe non ha un piano B e il gioco dell’oca per cercare un nuovo candidato ripartirebbe da zero. E soprattutto solo dopo la pausa estiva. A spiegarlo è Manfred Weber a margine di un incontro della Csu a Monaco di Baviera, sottolineando che «l'Europa ha ora bisogno della capacità di agire e di stabilità». E, rivolto alla Spd, che non intende sostenere all'Europarlamento il ministro uscente della Difesa tedesco, dice: «I socialdemocratici tedeschi dovrebbero ora dimostrare se sono ancora una forza chiaramente europeista, se intendono fare o vogliono rimanere nell'opposizione». Un messaggio chiarissimo da chi come Weber era lo spitzenkandidat all’inizio della partita. E che ora, per motivi tecnici, non potrebbe neanche rientrare dalla panchina in cui è stato messo dai Ventotto.
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