Ucraina da ricostruire, Meloni alle aziende: «Scommettete su Kiev». E Zelensky si commuove

A Roma la conferenza per il rilancio. Il Quirinale: «Sostegno finché serve»

Ucraina da ricostruire, Meloni alle aziende: «Scommettete su Kiev». E Zelensky si commuove
di Francesco Bechis
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Giovedì 27 Aprile 2023, 00:21 - Ultimo aggiornamento: 08:50

Le imprese italiane saranno protagoniste della ricostruzione dell’Ucraina. A patto che siano disposte a «scommettere sulla sua vittoria». Non solo aiuti, munizioni e missili, l’Italia è in campo per rimettere in piedi porti, ponti, strade e ferrovie del Paese martoriato dalla guerra russa.

LA KERMESSE
Roma, Palazzo dell’Eur. Giorgia Meloni lancia un appello a imprenditori e manager accorsi alla conferenza per la ricostruzione ucraina e li invita a «non avere paura». Non è un azzardo puntare sulla rinascita di Kiev ma «uno degli investimenti più oculati e lungimiranti che si possano fare», assicura. Sorvegliato dai fucilieri dell’Aeronautica, il palazzo anni ‘30 ospita la kermesse bilaterale preparata da mesi dalla diplomazia italiana per lasciare fin da subito un segno sul dopoguerra e il piano per la ricostruzione. Come hanno già fatto del resto Francia e Germania. 

Mentre su Kupiansk e Kherson piovono i missili russi, a Roma sfila in grandi ambasce il governo ucraino di fronte a 150 imprese connazionali e 650 italiane.

Insieme a Meloni, accolgono la delegazione estera guidata dal premier Denis Shmyhal i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, dunque i ministri di Economia e Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e Adolfo Urso. Manca invece il Commissario Ue per l’allargamento Olivér Várhely che pure era stato invitato alla convention.

Volodymyr Zelensky si collega in video, ringrazia Roma per il sostegno, «gloria all’Italia», incassa commosso la standing ovation della platea dell’Eur mentre promuove anche lui l’Ucraina che verrà, «abbiamo gas naturale, litio, tantissime materie prime e possiamo sostituire i russi in tanti settori, quei russi che hanno puntato sulla guerra invece che sullo sviluppo», annuncia il presidente ucraino. L’Italia da parte sua sosterrà Kiev «finché necessario», ha invece garantito il presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla delegazione ucraina scortata al Quirinale da Tajani. Un’occasione per ribadire anche il sostegno militare, «aspettiamo che arrivi il sistema missilistico Samp-T per difendere i cieli ucraini», ha detto il premier Shmyhal, atteso stamattina per un’udienza privata con papa Francesco. Resta poi ferreo l’impegno italiano per la ripresa dell’export di grano ucraino dal Mar Nero al Mediterraneo da cui dipende la stabilità di decine di Paesi africani e di conseguenza l’entità dei flussi migratori verso Nord, come non ha mancato di ricordare Zelensky durante la conferenza, «senza il cibo sarà il caos e questo significa nuovi flussi di migranti in Europa..». 

IL CONTO
La conta dei danni a guerra in corso ammonta a più di 400 miliardi di euro. Almeno 14 servono entro la fine dell’anno per rimettere in sesto le infrastrutture critiche, dall’acqua all’energia. Uno sforzo che inizia ora ed è dovuto a chi «sacrifica la sua vita anche per la nostra libertà», spiega Meloni. Entro la fine dell’anno l’Italia garantirà all’Ucraina 160 milioni di euro tra fondi e prestiti agevolati, altri 100 con una garanzia del Mef al fondo “Ue per l’Ucraina” della Banca europea degli investimenti. Mentre le aziende italiane che investiranno in Ucraina potranno contare, oltre che sulla presenza di Cassa depositi e prestiti, sulle garanzie di Sace, pronta a mettere in campo un totale di un miliardo di euro per iniziative nella sanità e nelle infrastrutture. Sempre a Kiev, a sostegno delle aziende tricolori è stata inaugurata a gennaio dentro l’ambasciata italiana un’ “antenna” di Confindustria, rappresentata alla conferenza dalla vicepresidente Barbara Beltrame. 

In serata, una telefonata tra Zelensky e Meloni suggella l’intesa. E lo sguardo si proietta già oltre. Da un lato al prossimo pacchetto di aiuti militari, il settimo, che potrebbe contenere missili a lunga gittata. Dall’altro alle iniziative di lungo periodo. Come la “Recovery conference” per l’Ucraina, questa sì un appuntamento internazionale, che Roma si candida a ospitare nel 2025. E soprattutto la strada di Kiev verso l’integrazione in Ue di cui l’Italia intende farsi garante. In mezzo c’è la sfida per Expo 2030. Comunque vada la corsa tutta in salita della candidata Odessa, in caso di vittoria italiana l’Ucraina avrà un posto d’onore tra i padiglioni di Tor Vergata. 

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