Ucraina, Draghi volerà a Mosca. «Putin incontri Zelensky»

Vertice a Bruxelles, il premier per la linea della fermezza. «La Nato si è ricompattata»

Ucraina, Draghi volerà a Mosca. «Putin incontri Zelensky»
di Alberto Gentili e Anna Guaita
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Venerdì 18 Febbraio 2022, 00:08

Mario Draghi vestirà i panni del mediatore tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader ucraino Volodymyr Zelensky. «È previsto un mio viaggio a Mosca, lo stanno organizzando», ha annunciato il premier italiano lasciando il Consiglio d’emergenza dell’Unione europea dedicato alla crisi ucraina. Draghi, preoccupato per i venti di guerra, non vede «segnali seri di de-escalation» da parte dei russi. E a maggior ragione ha deciso di tentare - aggiornato della situazione dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio in mattinata a Mosca per un colloquio con il suo omologo Sergej Lavrov - un’operazione diplomatica per provare a riannodare i fili del dialogo. «Dialogo che va tenuto il più possibile aperto», in modo da scongiurare un conflitto devastante alle porte dell’Europa. 

Il premier italiano si farà latore della richiesta ricevuta da Zelensky: «In una telefonata che ho avuto ieri, il presidente ucraino», ha riferito Draghi, «mi ha chiesto la possibilità di riuscire a parlare con il presidente Putin, di vedere se l’Italia avesse potuto aiutarlo su questo fronte.

La stessa richiesta è stata rivolta ad altri leader europei presenti al vertice di oggi. Evidentemente non sarà facile, ma l’obiettivo è quello: far sì che Zelensky e Putin si siedano intorno a un tavolo». Ma visto che il quadro resta allarmante, Draghi avverte che occorre essere «pronti a ogni eventualità». E sceglie una strategia fatta di «due elementi». Il primo consiste nel «riaffermare l’unità» del fronte occidentale. Un’unità che secondo il premier è già stata raggiunta ed «è il fattore che ha più colpito la Russia». «Inizialmente ci si poteva aspettare che essendo così diversi, avremmo preso posizioni diverse», ha osservato Draghi lasciando il vertice europeo, «invece nel corso di questi mesi non abbiamo fatto altro che diventare sempre più uniti. Tantissimi Paesi, quelli della Nato, non solo l’Occidente». Un’unità, «di per sé molto importante», che a giudizio del premier rappresenta già un deterrente contro l’aggressione di Mosca all’Ucraina.

Il secondo punto della strategia scelta da Draghi e dal Consiglio europeo per evitare la guerra, «è mantenere una deterrenza ferma». Vale a dire: «Sanzioni robuste e severe» in caso di attacco di Mosca. E considerato l’atteggiamento muscolare e aggressivo della Russia, «in questo momento» la Ue e la Nato, a giudizio di Draghi, «devono essere fermi, non mostrare debolezze».Di buon mattino, dopo un incontro con Lavrov a Mosca, sulla crisi ucraina si era fatto sentire Di Maio. Il ministro degli Esteri aveva annunciato di lavorare all’incontro tra Draghi e Putin. E aveva illustrato l’approccio italiano alla crisi: «L’Italia sostiene convintamente l’integrità territoriale e la piena sovranità dell’Ucraina e siamo pronti a partecipare, ma auspichiamo che non sia necessario, ai meccanismi di deterrenza in caso di escalation». In più, Di Maio aveva lanciato segnali di ottimismo: «C’è la disponibilità da entrambe le parti a trovare una soluzione diplomatica».

 

L’AZIONE USA

Oltre al Consiglio Ue c’è stata la riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu a New York e oggi a Vienna si terrà un appuntamento dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione (Osce). E se la Russia, per bocca del vice ministro degli Esteri Sergey Vershinin dice che le accuse degli Usa e della Nato circa un’invasione russa sono «infondate», il presidente Biden insiste che invece un’invasione «è possibile entro pochi giorni». Tanto più che Mosca ha espulso il vice ambasciatore Usa e ha messo per scritto la richiesta alla Nato di ritirarsi dall’Est Europa. 

Biden ha spedito all’Onu il segretario di Stato Tony Blinken che, consapevole del giustificato scetticismo che si può avere sulle «prove» che gli Usa presentano (memori delle false accuse contro l’Iraq di Saddam Hussein) ribadisce: «Io porto queste prove non allo scopo di cominciare una guerra, ma per impedirla». Blinken, che insiste che la Russia continua ad ammassare truppe anziché ritirarle, tenta un ultimo slancio diplomatico invitando il collega Lavrov a un incontro in Europa la settimana prossima. Anche voci europee confermano una visione negativa del momento. Perfino il cancelliere tedesco Olaf Scholz, finora forse il più cauto dei leader europei, ha detto al Consiglio Ue che la situazione «rimane minacciosa», e che non si può «essere ingenui».

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