Test di gravidanza per le donne in uniforme, polemica Pd contro Trenta. La replica: «Norma voluta da Pinotti»

Test di gravidanza per le donne in uniforme, polemica Pd contro Trenta. La replica: «Norma voluta da Pinotti»
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Venerdì 5 Aprile 2019, 21:02 - Ultimo aggiornamento: 21:05
Scoppia la polemica sul test di gravidanza previsto - da anni - per i concorsi delle donne in uniforme. Per il Partito Democratico è «una vergogna» e al ministero guidato da Elisabetta Trenta, in quota M5s, concordano: «Rivedremo la norma ma a volerla - ricordano - è stata l'ex ministro Pinotti», del Pd. La quale, meravigliata, spiega: «E' una disposizione a tutela delle donne e della maternità».

A sollevare il caso - dopo la notizia dell'esclusione delle donne incinte da un recente concorso interno per allievi marescialli dei Carabinieri - è stata la deputata piddina Raffaela Paita, ligure come la Pinotti.
«Apprendere che il personale femminile delle Forze armate deve sottoporsi a un test di gravidanza per poter partecipare a un concorso per la progressione di carriera interna è sconvolgente e una vergogna», dice la Paita. «La donna sarebbe costretta a decidere se abortire o rinunciare a un miglioramento professionale? Non si può accettare, specie se ad avallare questo scandalo è un governo che si riempie la bocca di politiche a favore delle famiglie e dell'incremento demografico. Questa è un'idea che mortifica la privacy, oltre che il corpo delle donne».

La parlamentare annuncia quindi un'interrogazione rivolta ai ministri Trenta e Fontana, chiedendo che cosa intenda fare il governo:
«E' ora che ci dica chiaramente se difende o meno le donne e il loro diritto alla maternità». La risposta dalla Difesa arriva a stretto giro, ma con una premessa: «Il decreto attuativo del Testo unico in materia di ordinamento militare (contenente la norma in questione - ndr) fu firmato dall'ex ministro Pinotti, in quota Pd appunto».
In ogni caso, fanno sapere da Palazzo Baracchini,
«il ministro Trenta segue la questione da tempo e già settimane fa ha incaricato gli uffici legislativi di rivedere la normativa in questione per permettere alle donne in gravidanza di svolgere poi in un secondo momento le prove previste. Fra non molto sarà definita la nuova normativa».

Chiamata in causa, arriva alla fine la controreplica della Pinotti.
«Le norme inserite nel regolamento attuativo emanato nel 2014 nel corso del mio mandato di ministro della Difesa - spiega - sono finalizzate alla tutela delle donne e della loro possibilità di diventare madri». Nelle forze armate «i concorsi interni prevedono, infatti, l'accertamento di requisiti di idoneità attraverso indagini mediche e prove fisiche che possono mettere a rischio una gravidanza in atto. Il test preventivo di gravidanza viene dunque richiesto - chiarisce l'ex ministra - a tutela della donna e del nascituro e l'eventuale esito positivo viene considerato un impedimento soltanto temporaneo allo svolgimento del concorso». «Se tuttavia - conclude Pinotti - si rilevassero problemi nell'applicazione di queste norme, sarebbe giusto rivederle per raggiungere al meglio l'obiettivo che si prefiggevano: assicurare alle donne arruolate la possibilità di diventare madri, senza che la gravidanza vada a detrimento della carriera».
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