LA FIRMA
Sulla relazione c’è una firma pesante: è quella di Marco Ponti, 77 anni, già docente di economia dei trasporti ed economia ambientale prima a Venezia e poi per dieci anni come ordinario al Politecnico di Milano. Mister “grandi opere” è stato consulente per la Banca Mondiale, la Commissione europea, Ferrovie dello Stato e ministero del Tesoro. A lui Toninelli ha affidato il compito di «revisionare» le principali infrastrutture in costruzione in Italia. Tav compresa. Altro fronte caldo: la ministra francese dei Trasporti, Elisabeth Borne, chiede al governo italiano di decidere «rapidamente», «entro inizio 2019», altrimenti i lavori «saranno fermati». Ponti dovrà esprimersi anche su questo. Intanto, il super tecnico ha fugatio i dubbi sul Terzo valico. Si tratta della nuova linea ferroviaria, divisa in 6 lotti costruttivi, che collegherà il sistema portuale ligure (Passo dei Giovi) con Tortona, a pochi chilometri da Milano. Il costo è di 6,2 miliardi, la lunghezza totale del tracciato è di 53 km, di cui 37 sono gallerie. Il fine lavori era previsto nel 2021.
Il «no» al Terzo valico fa parte del dna del M5S ed è da sempre una delle battaglie portate avanti, se non fosse per una questione territoriale, proprio da Beppe Grillo. Da sempre iper critico così come sulla Gronda. «L’alta velocità e il trasporto merci su treno sono incompatibili», diceva nel 2015 il fondatore del M5S. Lo scorso ottobre gli operai del cantiere hanno minacciato di andare a manifestare sotto casa del Garante, a Sant’Ilario, se «il governo non sbloccherà il quinto lotto». All’inizio del mese la svolta: è arrivato il dossier che però Toninelli tiene sotto chiave in un cassetto della sua scrivania. In attesa di capire come spiegare alla base ligure questa promessa elettorale non mantenuta. Non è la prima volta che accade. E forse non sarà nemmeno l’ultima.
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