Sciopero taxi, Bellanova: «Nuove regole per le piattaforme tech, nessuna liberalizzazione selvaggia»

La viceministra delle infrastrutture: "Vogliamo migliorare il servizio del trasporto pubblico non di linea"

Sciopero taxi, Bellanova: «Nuove regole per le piattaforme tech, nessuna liberalizzazione selvaggia»
di Francesco Bisozzi
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Mercoledì 6 Luglio 2022, 00:14

Nel ddl Concorrenza potrebbe arrivare una norma per regolare meglio le piattaforme di intermediazione per il servizio taxi, prevedendo una differenziazione tra quelle elaborate dai tassisti e quelle di altri intermediari come Uber. Parola della vice ministra Teresa Bellanova che segue la trattativa con i tassisti: «Nessun operatore del settore verrà penalizzato, il ddl Concorrenza non apre a una liberalizzazione selvaggia, l’obiettivo del governo è di migliorare ed efficientare il trasporto pubblico non di linea». I tassisti però chiedono lo stralcio dell’articolo 10, mentre l’esecutivo è disposto solo a inserire delle modifiche. 

Vice ministra Bellanova, il negoziato con i tassisti prosegue nonostante lo sciopero? 
«Dopo che ho ricevuto l’incarico dal governo a seguire la questione, nei giorni scorsi abbiamo avviato un confronto con la categoria.

Il primo incontro è stato dedicato all’ascolto, poi lunedì ci siamo rivisti con le organizzazioni sindacali e in quell’occasione le ho invitate a rinviare lo sciopero dal momento che era in corso una trattativa. I sindacati hanno ritenuto invece di andare avanti con le 48 ore di protesta programmate. Il tavolo però resta aperto». 

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Con quali prospettive? 
«La mia logica è che se ci si siede a un tavolo allora ci si alza solo quando è stata raggiunta un’intesa. Sta adesso alle parti farci sapere se sono intenzionate a continuare il confronto, nel rispetto dell’impianto che il governo ha presentato al Parlamento». 

Ma il problema è proprio questo, i tassisti chiedono lo stralcio dell’articolo 10 del ddl Concorrenza mentre voi proponete modifiche, sia pure sostanziali. Quali? 
«Questo è un disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri dove siedono tutti i partiti di maggioranza. Da parte del Governo non c’è la disponibilità allo stralcio. Stiamo lavorando per chiarire meglio gli scopi della riforma e fugare i rischi che le categorie hanno intravisto. L’articolo 10 non apre a una liberalizzazione selvaggia del settore. Il nostro scopo è confermare la diversità di disciplina tra taxi e ncc, promuovere l’aggregazione in forme cooperative e associative, semplificare gli adempimenti amministrativi. Ho anche dato la disponibilità a istituire e presiedere un tavolo permanente al fine di monitorare i prossimi decreti attuativi una volta approvata la Delega e garantire che nessun operatore del settore venga penalizzato».

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I tassisti contestano anche l’applicazione della direttiva Bolkestein al loro settore dicendo che l’Europa non lo chiede. Come stanno veramente le cose? 
«Il punto non è cosa chiede l’Europa. Il punto è migliorare i servizi pubblici di linea e non di linea e renderli sempre più appetibili e funzionali per i cittadini che hanno bisogno di una mobilità anche dell’ultimo miglio all’altezza, e città meno intasate e più sostenibili, meno soffocate dalle auto private. In questo modo siamo anche convinti che aumenteranno le opportunità di lavoro per tassisti e ncc». 

Ma quali vantaggi può portare una maggiore concorrenza nel trasporto non di linea? 
«Un servizio più efficiente, attese meno lunghe per l’utenza, maggiore professionalità, giusto per fare qualche esempio». 

 


Uber rimane il nemico numero uno per i tassisti. Cosa avete intenzione di fare? 
«Vogliamo intervenire per disciplinare in modo differenziato le diverse piattaforme tecnologiche, distinguendo le piattaforme tecnologiche per intermediazione da quelle per interconnessione, quelle gestite dai tassisti e quelle da altri intermediari. Dando regole certe e condivise a questo settore è possibile esaltare ogni figura professionale coinvolta». 


Cosa risponde invece al presidente di Confindustria Carlo Bonomi che parla di riforma inchiodata? 
«Lavoriamo perché la riforma non sia inchiodata e affinché il Parlamento possa approvare questo testo nel più breve tempo possibile. Un dato è evidente: in momenti difficili come questo il contributo costruttivo di tutti dovrebbe essere una condizione obbligata».

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