Accordo sulle trivelle, ma la Lega vuole la Tav: «Ora basta con i no»

Accordo sulle trivelle, ma la Lega vuole la Tav: «Ora basta con i no»
di Emilio Pucci
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Venerdì 25 Gennaio 2019, 07:32 - Ultimo aggiornamento: 07:36

ROMA L'accordo sulle trivelle è arrivato nella notte di mercoledì. Presenti a palazzo Chigi il premier Conte di ritorno da Davos, il vicepremier Di Maio e il ministro Fraccaro, con il titolare del Viminale Salvini collegato al telefono. Clima tesissimo, decisiva la mediazione del presidente del Consiglio. Il vicepremier leghista dopo una lunga resistenza ha dato il via libera all'accordo. Mentre si riapre la partita della Tav. Con i 5Stelle che a sera avvertono: «Se i costi saranno superiori ai benefici la Tav non si farà. Non per fare il rispetto a qualcuno ma per fare gli interessi di tutti gli italiani».

Sulle trivelle la Lega ottiene l'ammorbidimento degli aumenti dei canoni alle aziende (incremento di 25 volte, ridotto rispetto alla proposta iniziale M5S di un 35) ma arriva uno stop alle ricerche in mare di idrocarburi di 18 mesi. L'intesa sugli aumenti delle concessioni di coltivazione e stoccaggio nella terraferma, nel mare territoriale e nella piattaforma continentale italiana (si stimano maggiori entrate per lo Stato in 16 milioni per il 2019 e 28 milioni per ciascuno degli anni successivi) però non placa gli animi nella maggioranza.

«Sono salvi i posti di lavoro ed è garantita la continuità di estrazione e il rinnovo delle concessioni in proroga», dicono di primo mattino dalla Lega. Ma trapela l'irritazione per le posizioni del Movimento relegato a «partito dei no». «Cominceremo a imporre un po' di sì, garantito», assicura Salvini che poi puntualizza: «Io amo l'ambiente però la bolletta energetica costa troppo. Se c'è più gas e metano sono più contento, non è che possiamo mettere pannelli solari dappertutto...». «Noi siamo quelli del sì alle fonti rinnovabili, sì al turismo e allo sviluppo economico sano di questo paese», la risposta a stretto giro dei pentastellati. Nella nuova formulazione dell'emendamento sulle trivelle si legge che potranno andare avanti i «procedimenti relativi al conferimento di coltivazioni di idrocarburi e gassosi pendenti alla data di entrata in vigore della presente legge». Ed ancora: nelle more del Piano per «la transizione energetica sostenibile» che deve essere approvato entro 18 mesi dall'entrata in vigore della legge «non è consentita la presentazione di nuove» domande. «Siamo riusciti a bloccare qualsiasi tipo di prospezioni in mare e sulla terra, un risultato che rivendichiamo con orgoglio», sostiene il capogruppo M5s al Senato Patuanelli.

Il dl semplificazione è salvo anche se l'esame dell'Aula del Senato slitta a lunedì prossimo. «Il Movimento sul tema dell'ambiente non arretrerà mai», rilanciano i 5Stelle anche se nei gruppi parlamentari c'è chi non nasconde il malessere per la soluzione escogitata. «La sintesi raggiunta risponde all'interesse dei cittadini e al futuro del Paese, rispecchia pienamente lo spirito del contratto di governo», osserva Fraccaro. La battaglia combattuta avrà conseguenze, giurano dalle parti di via Bellerio. Conte cerca subito di spegnere l'ennesimo incendio e garantisce «l'istituzione di un Tavolo permanente presso il Ministero delle Sviluppo Economico, che avrà anche il compito di concordare le misure definitive, in coerenza con il Piano delle aree». Soddisfatto il ministro dell'Ambiente Costa che aveva minacciato le dimissioni. «Per me osserva - è un no alle trivelle e tra 18 mesi vediamo, la moratoria è già un bel passaggio». Critiche le opposizioni. «L'accordo Lega-M5S è l'apoteosi del gattopardismo», taglia corto Bonelli dei Verdi. Ora sarà battaglia sulla Tav. Il 28 si discuteranno le mozioni nell'Aula di Montecitorio. Lega e M5S stanno lavorando ad un documento comune, ma le parti sono lontane. La Lega insiste, «occorre inserire che l'opera è prevista», ma i pentastellati vogliono decretarne il de profundis.

DAVOS
Proprio sulla Tav è intervenuto però da Davos il ministro dell'Economia Giovanni Tria. «La decisione del governo è quella di puntare sugli investimenti pubblici proprio perchè siamo nel mezzo di un rallentamento dell'economia europea», premette. «Sulla Tav in particolare vedremo nel governo nel suo complesso quale sarà la decisione politica, è necessaria un'azione politica forte, bisogna smetterla di filosofeggiare, bisogna sbloccare tutto ciò che è necessario per far ripartire l'economia». Per quanto riguarda l'analisi costi- benefici sulla Tav, «io non la ho analizzata - avverte il ministro - Sembra che sia stata completata. Ma prima di pronunciarmi vorrei vedere come è stata fatta. Sono abituato ad analizzare il valore scientifico delle analisi, non perchè la stia mettendo in dubbio, però ci sono molti modi di farla. Non ho letto i metodi e i dati usati».

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