Pierluigi Coppola: «Io, epurato dal Mit senza una spiegazione: poca trasparenza sulla Torino-Lione»

Pierluigi Coppola: «Io, epurato dal Mit senza una spiegazione: poca trasparenza sulla Torino-Lione»
di Umberto Mancini
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Martedì 23 Luglio 2019, 08:56 - Ultimo aggiornamento: 15:08
«Non voglio fare polemiche, dico solo che sono amareggiato e che dopo 4 anni di lavoro al ministero dei Trasporti non mi sarei mai aspettavo di ricevere un simile trattamento». Il day after dell'ingegner Pierluigi Coppola, ormai ex esperto della struttura tecnica di Missione del Mit epurato il 16 luglio con una mail da Danilo Toninelli, è tutto sommato tranquillo. «Ho ricevuto tante telefonate e messaggi di stima e solidarietà da parte di colleghi ed amici». Di certo non si aspettava il polverone sollevato dalla politica.

Ingegnere, il rischio, viste le polemiche roventi e le parole di Salvini, è che adesso sia proprio il ministro Toninelli a finire sul banco dei possibili epurati, dei licenziabili in un ipotetico rimpasto di governo. Forza Italia, Pd, Lega e, pure una parte di 5Stelle, hanno messo nel mirino il ministro delle Infrastrutture. E non solo per il no alla tav ripetuto in maniera ossessiva. Ora anche il suo licenziamento in tronco dal dicastero fa discutere...
«Non mi occupo di queste cose. Ho sempre avuto il massimo rispetto dei ruoli. Ho usato toni pacati e non voglio in nessun modo alimentare polemiche».

Sta di fatto però che è stato licenziato senza un minimo di preavviso, con una Pec firmata dal ministro Toninelli il 15 luglio scorso.
«E' così. Ho avuto un giorno di tempo per lasciare le consegne, parlare con i colleghi, passare i dossier a cui stavo lavorando. Ripeto: questo mi lascia un pò di amarezza. Forse non è stato considerato il lavoro fatto negli ultimi 4 anni. Io sono un tecnico. E come tale non voglio fare invasioni di campo. Mi occupo, anzi mi occupavo, di elaborare e fornire analisi tecniche al Mit. Solo di quello».

Di fatto però paga il fatto di non essere allineato, di aver espresso, in maniera palese, il suo dissenso rispetto alle valutazioni finali della Commissione costi-benefici sulla Tav.
«Ho scritto una nota al ministro Toninelli per esprimere il mio dissenso sul metodo e sul fatto che se fossero state adottate le metodologie previste proprio dal Mit, le linee guida del decreto 300 del 2017, il risultato dell'analisi costi benefici sarebbe stato ben diverso».

La Commissione guidata dal professor Ponti ha invece scelto una strada diversa, bocciando, come noto, la Torino-Lione, come chiedeva proprio Toninelli e tutto il movimento 5Stelle. Lo stesso ministro, ricorderà bene, anticipò di fatto il verdetto della Commissione prima della pubblicazione del dossier.
«Non voglio fare invasioni di campo. Si tratta di una analisi che non condividevo e dalla quale mi sono dissociato non firmando il documento finale».

Si riferisce alla questione del mancato gettito per lo Stato delle accise per 6 miliardi all'origine del no alla Tav E ai temi dell'inquinamento e della strategicità dell'opera per Italia e Francia non considerati dalla Commissione?
«Quello e non solo. Io, come tutti i tecnici, mi occupo di fornire un supporto alla politica. Non entro nel merito delle scelte. Ho lavorato con tanta dedizione e mi sarei aspettato un atteggiamento più rispettoso visto l'impegno profuso nella Struttura tecnica di missione. Credo di aver dato sempre un contributo professionale».
Ultima domanda, sulla valutazione finale per la Tav, quella elaborata dalla sua ex Commissione costi-benefici, c'è stata molao confusione, è stata fatta una scelta di parte?
«Non c'è stata grande trasparenza. Meglio: non c'è stata tutta la trasparenza necessaria rispetto ad una opera così importante sotto il profilo infrastrutturale per il nostro Paese».
Ma adesso rischia anche il presidente della Commissione Ponti che ha criticato il ministro Toninelli?
«Non lo so. Vediamo a settembre».

 
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