Tav, Bruxelles pronta a riprendersi i fondi La mediazione di Tria

Tav, Bruxelles pronta a riprendersi i fondi La mediazione di Tria
di Diodato Pirone
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Venerdì 8 Febbraio 2019, 09:06 - Ultimo aggiornamento: 15:23

ROMA Sulla Tav l'Unione Europea fa sentire un nuovo colpo di tosse. Le risorse «verranno immediatamente ridistribuite» è l'ultimatum della commissaria Ue ai Trasporti Violeta Bulc di fronte allo stallo nel governo italiano, diviso tra l'intenzione di andare avanti della Lega e lo stop convinto dei 5 Stelle.
Rinunciare alla Tav, insomma, significa perdere i fondi stanziati. Subito. E si tratta di un bel gruzzolo: qualcosa in più di 3 miliardi. Comunque l'Unione Europea non sembra intenzionata ad attendere le decisioni dell'Italia ancora a lungo.

Tanto che ieri sia il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, hanno cercato di metterci una pezza.

«Decideremo collegialmente, in modo trasparente e nell'interesse collettivo», assicura il premier Giuseppe Conte. «È ora il tempo di agire e fare in modo che non permangano incertezze sul fatto che l'Italia promuove e incoraggia gli investimenti e lo sviluppo delle infrastrutture», ha detto il ministro dell'Economia Giovanni Tria nell'informativa alla Camera provocando una sonora protesta delle opposizioni.

INCERTEZZA SOVRANA
In realtà la discussione sulle grandi opere e la decisione finale sulla Tav restano più che mai incerte, complici anche i rapporti tesi più che mai tra Italia e Francia ma soprattutto le elezioni regionali abruzzesi che obbligano i pentastellati a smarcarsi dalla Lega.

«Il governo ha deciso collegialmente un metodo di lavoro che per altri cantieri importanti ha portato buoni frutti, perché è il metodo migliore per tutelare gli interessi italiani», è la posizione ribadita a Beirut dal presidente del Consiglio. «L'importante è mettersi al tavolo, perché se ognuno va per conto suo poi diventa difficile trovare una sintesi», fa notare il sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti. Ma il vicepremier e leader 5 Stelle Luigi Di Maio non demorde: «Troveremo una soluzione come abbiamo sempre fatto», sostiene, salvo poi ribadire che «quell'opera è uno spreco» e che «con quei soldi si possono fare opere in Italia che connettono italiani con italiani».

«Non fare la Tav è da irresponsabili», sottolinea il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia. Il partito di Berlusconi ha bloccato i lavori del Parlamento e ieri ha occupato la Commissione Trasporti di Montecitorio, con i deputati forzisti che hanno indossato la pettorina azzurra con la scritta «Sì Tav».

«L'unica soluzione per il rilancio del Paese è che Salvini stacchi la spina ad un esecutivo ormai diviso su tutto», insiste, mentre il collega di partito Osvaldo Napoli annuncia un esposto sia alla Corte dei Conti che alla Procura sull'eventuale danno erariale causato dai ritardi.

Consegnata nei giorni scorsi a Francia e Unione Europea, l'analisi costi benefici è, intanto, ancora top secret. «Il fantasioso caravanserraglio di cifre e ricostruzioni che appaiono sui giornali è davvero poco aderente alla realtà dei numeri», si limita a far sapere il ministero dei Trasporti. «Noi siamo dei pesci, se poi qualcun altro è un colabrodo, questo non lo so», afferma il professor Marco Ponti coordinatore della commissione che ha scritto il rapporto e che difende a spada tratta la sua analisi: «Una delle cose meno gradevoli attribuite a me e alla mia squadra è di essere apriori No Tav».

In un'interrogazione urgente alla Commissione Europea le europarlamentari dem Patrizia Toia, Mercedes Bresso e Isabella De Monte chiedono di rendere pubblico il testo ricevuto. Parla invece di una «vicenda imbarazzante», il governatore leghista del Veneto, Luca Zaia, mentre dal Piemonte il presidente Pd della Regione Sergio Chiamparino accusa l'esecutivo nazionale di «becere dichiarazioni autarchiche e di campagna elettorale stucchevole e di parte ai dani dei piemontesi e di tutta l'Italia».

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