Giorgetti: «Non possiamo tassare ugualmente single e genitori, sulla natalità serve un'azione choc»

L'annuncio del ministro dell'Economia in audizione sul Def

Giorgetti: «Non possiamo tassare ugualmente single e genitori, sulla natalità serve un'azione choc»
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Giovedì 20 Aprile 2023, 17:57 - Ultimo aggiornamento: 20:37

Tasse differenziate per single e genitori, favorendo chi ha figli a discapito di chi non ne ha. È questa la strada che il governo intende percorrere per combattere la sfida demografica. La formula è «rimuovere gli ostacoli alla natalità», spiega il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che entra nel dettaglio del dossier salito in cima all'agenda dell'esecutivo. 

Zero tasse a chi fa figli, manovra per 13 milioni di famiglie. In Italia una su tre non ha bambini

Giorgetti: «Un'azione choc sulla natalità»

Ma prioritario per il governo è anche proseguire sul taglio del cuneo, soprattutto per i redditi medio-bassi, misura che dovrebbe concretizzarsi a breve.

Per tutti gli altri interventi attesi, però, dalle pensioni ai rinnovi contrattuali, tutto dipende dalle coperture, che, avverte l'Ufficio parlamentare di bilancio, sono «cospicue», ma «difficili da reperire». Lo scenario del resto è caratterizzato da «segnali positivi», ma anche da un «elevato grado di incertezza», riconosce il ministro Giorgetti, che per questo ha improntato alla «prudenza» anche il Documento di economia e finanza 2023. Ma il governo non vuole rinunciare all'ambizione di fare di più, assicura in audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato: tuttavia servirà pazientare ancora qualche mese, cioè il quadro che emergerà dalla Nadef in autunno, spiega, per capire «l'ossatura e l'esatto perimetro» della prossima manovra e quindi anche le «opportune coperture». 

Taglio del cuneo fiscale

Per il momento lo spazio è quello ricavato in deficit dalle nuove stime del Def: 3,4 miliardi per quest'anno, che verranno usati subito per un nuovo taglio del cuneo per i redditi medio-bassi; e 4,5 per il prossimo destinati alla riduzione della pressione fiscale. Risorse su cui si attende ora l'autorizzazione del Parlamento, che voterà la prossima settimana. Dopodiché si potrà procedere con la nuova riduzione del cuneo, che va ad aggiungersi a quello (2 punti per i redditi fino a 35mila euro e 3 per quelli fino a 25mila) introdotto in manovra: il decreto arriverà entro aprile o inizio maggio, coprirà il periodo fino a dicembre e per qualcuno potrebbe tradursi in un taglio di altri due punti, spiega Giorgetti, assicurando che la misura per il governo «sarà prioritaria anche in futuro». E nel momento in cui si valuterà lo sforzo complessivo fatto nel 2023, puntualizza, si vedrà come si tratti di «qualcosa di significativo e non dei 15 euro di cui parla la Banca d'Italia».

SCARSA NATALITA'

A preoccupare il governo, soprattutto sul lungo periodo, c'è il problema della scarsa natalità. Una sfida su cui il governo pensa ad «un'azione shock», più che con incentivi alla natalità, eliminando i disincentivi alla natalità, spiega Giorgetti, che chiarisce: «Non possiamo tassare allo stesso modo chi è single e chi ha una famiglia con figli perché chi ha figli sopporta costi che in qualche modo alterano il concetto, tanto caro a tanti qui presenti, della progressività del carico fiscale». Per il resto, il ministro rassicura sulla spesa sanitaria (aumenterà nel triennio, dice a chi, come Landini, denuncia tagli «inaccettabili» nel Def) e garantisce che «il sostegno pubblico all'attività economica continuerà ad essere assicurato», ma servirà una «selezione rigorosa» degli interventi. Tante sono infatti le promesse, ma poche al momento le risorse. Lo certifica l'Ufficio parlamentare di bilancio: dal Def «nell'insieme sembrerebbero necessarie cospicue risorse di copertura che appaiono difficili da reperire», dice in audizione la presidente Lilia Cavallari, che cita i rinnovi contrattuali, le pensioni, la spesa sanitaria e dubbi anche sul cuneo. L'Upb, che ha validato anche il quadro programmatico, dopo quello tendenziale, presupponendo «il completo ed efficiente utilizzo delle risorse nell'ambito del Pnrr», avverte anche sulla necessità che la rimodulazione del Piano sia fatta «senza ritardi». Un tasto, quello del Pnrr, su cui insiste anche la Banca d'Italia. Via Nazionale vede un «quadro di breve termine» dell'economia italiana «lievemente più favorevole» rispetto alle stime pubblicate a gennaio, ma mette in chiaro come la «tempestiva e efficace» attuazione del Piano sia un «elemento chiave» perché si realizzino le prospettive del Def.

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