Superbonus, pensioni minime, rave party: oggi la riunione con i capigruppo. Ecco i temi che dividono la maggioranza

La Lega punta a modificare la manovra, Forza Italia punta a smorzare il dl aiuti quater chiedendo la proroga del superbonus e la riduzione della pena per il reato di rave party

Governo, oggi la riunione con i capigruppo: dal superbonus ai rave, i temi che dividono la maggioranza
di Fausto Caruso
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Martedì 29 Novembre 2022, 11:16 - Ultimo aggiornamento: 13:43

Giorgia Meloni è pronta a fare ciò che ritiene «giusto per la nazione», anche a costo di perdere consensi. L’affermazione è coraggiosa, ma prima del confronto con gli elettori la premier dovrà cercare le di mediare tra le diverse spinte che attraversano la sua maggioranza, a partire della riunione con i capigruppo della coalizione prevista per oggi alle 15.

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Nodo manovra

Il tema che terrà banco da qui alla fine dell’anno è la legge di bilancio, da esaminare, emendare e varare in tempi strettissimi, entro il 31 dicembre. Lo spazio per le modifiche è quasi inesistente e la premier ha lanciato un appello agli alleati a contenere al massimo gli emendamenti. Lega e Forza Italia fanno comunque pressione sull’esecutivo per portare avanti alcune storiche battaglie elettorali. Dal Carroccio, Matteo Salvini spinge per alzare il tetto previsto per lo stralcio delle cartelle esattoriali oltre i mille euro e aumentare lo sconto sulla benzina. Più sostenuto il pressing dal partito del Cavaliere: l’obiettivo principale è quello di un ulteriore innalzamento delle pensioni minime a 600 euro, dopo che la manovra le ha già portate a 570.

Un dettaglio che non sfugge al ministero dell’Economia è il costo di questo emendamento, che da solo assorbirebbe quasi 800 milioni. L’altro campo di battaglia è l’aumento della decontribuzione a favore di chi assume lavoratori under 36, il cui attuale tetto a 6mila euro è ritenuto troppo basso. Starà a Meloni far capire, senza creare tensioni, che la coperta è già stata tirata al massimo.

Le discussioni sul Dl Aiuti Quater

Oltre alla manovra nell’aula del Senato è in fase di conversione il Dl aiuti quater, varato a fine ottobre. Anche qui è Forza Italia a reclamare le modifiche più consistenti. La prima norma che gli azzurri intendono modificare è quella che pone una stretta sui rave party: in accordo con la linea garantista che ha sempre connotato il partito, l’obiettivo, oltre ad alazare da 50 a 100 la soglia minima di presenti per configurare il rave, è quello di abbassare la pena prevista: non più dai 3 ai 6 anni, ma dai 2 ai 4, limite che impedirebbe l’utilizzo delle intercettazioni (concesse solo per reati che prevedono una pena massima di almeno 5 anni). Fi si deve però scontrare con la linea dura promossa non solo da FdI, ma anche dalla Lega. Per gli stessi motivi difficile anche si arrivi a un’abolizione o a una rimodulazione dell’ergastolo ostativo, norma invisa a Fi che vorrebbe eliminare dai reati ostativi quelli contro la pubblica amministrazione. Il mantenimento in vigore è stato fortemente voluto da Meloni e da FdI fanno sapere che non è il testo del decreto la sede in cui parlare di tali modifiche.

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Forse il punto sui cui si può davvero ottenere qualcosa è la norma sul superbonus. I forzisti non hanno gradito la riduzione immediata del rimborso dal 110% al 90% a partire dal 25 novembre e spingono per prorogare la soglia massima almeno fino alla fine dell’anno e sbloccare la cessione dei crediti di imposta per far ripartire i lavori. Qui lo scetticismo è tutto della presidente del Consiglio che ha più volte lamentato i costi eccessivi della misura.

 

Le frasi di Pichetto e l’incontro con Calenda

A tenere banco nella giornata di ieri sono state le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin (Fi) sulla tragedia di Ischia. Il ministro ha affermato che «basterebbe mandare in galera i sindaci e chi permette di costruire dove non si può». «Un’uscita infelice», l’ha definita Meloni e lo stesso Pichetto ha poi smorzato i toni. Chi non l’ha digerita è stato il segretario della Lega, Matteo Salvini (che pure faceva parte del governo che varò il condono sotto accusa del 2018): «C’è qualcuno che vorrebbe arrestare i sindaci, mentre io li vorrei proteggere e liberare dalla burocrazia», ha dichiarato il Capitano. Una botta e risposta che nasconde un altro tema di discussione politica. Solo pochi giorni fa la stessa Meloni aveva dichiarato all’assemblea dell’Anci che era sua intenzione rivedere il reato d’abuso ufficio per liberare i primi cittadini dalla «paura della firma». Le frasi di Pichetto sembrano andare in senso opposto, mentre nella maggioranza ci si confronta tra chi vorrebbe rimodulare il reato e chi invece vorrebbe abolirlo del tutto, come proposto dal ministro della Giustizia Carlo Nordio già prima di candidarsi.

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Temi di discussione che verranno affrontati nella riunione di oggi, da cui si cercherà di uscire in maniera compatta. Il buon proposito non è però aiutato dall’altro incontro che la premier ha in agenda per oggi, quello con il leader di Azione, Carlo Calenda. Per Meloni si tratta del segnale di un’opposizione «non pregiudiziale» e disposta al dialogo. Per i mal pensanti è un sondare il terreno sulla disponibilità di eventuali “stampelle” in caso i malumori in Fi crescessero. Non a caso il forzista Giorgio Mulè ha accolto la notizia con una certa amarezza: «Quest’incontro – ha detto – serve solo ad Azione».

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