Super Green pass, multe fino a 1000 euro per chi sale sul bus senza certificato. Il piano: più agenti per i controlli

Lamorgese ai prefetti: organizzare le verifiche soprattutto nelle ore di punta

Green pass, più agenti per i controlli. Uffici, strade, bus, metro e ristoranti: le regole
di Cristiana Mangani
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Lunedì 29 Novembre 2021, 22:35 - Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 13:08

Controlli a campione, serrati e costanti, accordi con le aziende municipalizzate e del trasporto, ma anche campagne di sensibilizzazione e una comunicazione più efficace. Sono queste le regole principali sulle quali il Viminale sta lavorando per rendere operative le verifiche sul Super Green pass, e sul Green pass base. La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha chiesto la massima collaborazione ai venti prefetti che si trovano sul territorio. Ha chiesto accordi e di razionalizzare al meglio le risorse da mettere in campo. Dunque, via dagli uffici più personale possibile e massimo impegno durante il controllo del territorio. Anche se ci sarà da fare i conti con i numeri a disposizione che scarseggiano, e anche con quella parte di poliziotti, carabinieri e finanzieri che non sono vaccinati e che, quindi, non potranno essere impiegati per le verifiche. Le stime fornite dai sindacati parlano di 44mila militari e 16mila poliziotti ancora non coperti.

LA STRETTA

Nel frattempo, però, quello che è certo è che nelle ore di punta e nei luoghi affollati scatterà la stretta a partire dal 6 dicembre fino al 15 gennaio.

Su bus e metro ci sarà un’azione di verifica pianificata e condivisa con le aziende del trasporto; per bar, ristoranti e locali sarà fondamentale la collaborazione dei gestori, che dovranno essere rigorosi all’ingresso se non vogliono rischiare chiusure. Un ruolo importante lo avranno anche i sindaci che parteciperanno ai Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica che si riuniranno in settimana per rendere esecutivi i piani. E prima del week end ci sarà un nuovo confronto tra ministra e prefetti per la messa a punto definitiva. Mentre nei prossimi giorni Lamorgese incontrerà il ministro dei Trasporti Enrico Giovannini, con il quale cercherà di trovare la soluzione più importante per il rispetto delle nuove regole: una gestione dei controlli del Certificato verde gestita da personale delle aziende municipalizzate, con “l’assistenza” di un poliziotto, un carabiniere, un vigile urbano, un finanziere.

E che porterà a una multa tra i 600 e i 1000 euro per chi verrà trovato senza la documentazione richiesta. L’Italia ha ribadito la ministra ai prefetti si trova in una «fase ancora molto delicata per la salute pubblica». Non può esserci spazio per un allentamento delle prescrizioni. E dunque, ha assicurato, «le forze di polizia e le polizie locali continueranno a dare il massimo, ad agire con responsabilità ma anche con la necessaria fermezza, effettuando controlli più serrati con una particolare attenzione alle fasce orarie di maggiore afflusso di persone».

Il riferimento alle polizie locali non è di maniera: le carenze negli organici delle forze di polizia sono ben presenti alla ministra che conta quindi nella collaborazione dei sindaci e del loro personale in divisa per i controlli che saranno a campione. La raccomandazione è quella di «coinvolgere tutti i soggetti interessati», intensificando il «confronto con i rappresentanti delle associazioni di categoria degli esercenti anche al fine di sviluppare una capillare opera di sensibilizzazione dei propri aderenti». Non si può infatti pensare a irruzioni a tappeto degli agenti in bar e ristoranti per verifiche sui pass, ma dovranno essere i gestori a far rispettare le misure ed eventualmente, in caso di situazioni difficili da gestire, dovranno chiamare le forze dell’ordine. I prefetti stanno predisponendo i piani e ogni settimana relazioneranno Lamorgese sullo stato dei controlli e sui provvedimenti presi. Tra le possibilità c’è quella di prevedere verifiche nei locali o nei negozi, mentre si stanno effettuando i consueti pattugliamenti, quelli messi in campo per contrastare furti, rapine e tutto il resto. Sempre che non ci siano emergenze.

Riguardo al trasporto pubblico locale è stato ribadito che serve un’intesa su «modalità condivise» con le municipalizzate per mettere a punto servizi di verifica sui mezzi. Gli agenti delle forze di polizia non saliranno a bordo per chiedere il pass, ma si posizioneranno alle fermate dei bus, all’ingresso delle stazioni della metro, alle stazioni ferroviarie, per supportare i controllori. Le aziende, da parte loro, stanno esaminando i dati sulla mobilità cittadina, con i flussi di passeggeri, orari e nodi di scambio e alcune hanno avviato sperimentazioni. A Genova, la metropolitana sarà gratuita negli orari non di punta (10-16 e 20-22), anche per favorire una differenziazione degli spostamenti e spalmare i volumi di passeggeri. Trieste punta ad avviare team congiunti tra forze di polizia e personale di Trieste Trasporti. E a Roma si sta effettuando uno studio sull’opportunità di svolgere le verifiche in particolare sulle banchine delle metropolitane e ai capolinea, al fine di evitare “ingorghi” di passeggeri ai tornelli ed eccessivi rallentamenti del servizio. Anche qui ai circa 250 controllori preposti alla visione dei biglietti potrebbe aggiungersi un esponente delle forze dell’ordine o un vigile urbano. 

IL SINDACATO 

Sui piani che si stanno predisponendo mostra perplessità il sindacato di Polizia Silp Cgil. «Impensabile che dal 6 dicembre si possa controllare tutto e tutti - interviene il segretario Daniele Tissone -, di certo la sola Polizia non lo potrà fare, anche perché già durante il lockdown del 2020 la stragrande maggioranza dei servizi era incentrata su questo. Occorre una vera sinergia tra i vari attori istituzionali. Senza contare che gli operatori hanno l’età media più alta d’Europa e sono sempre più inferiori di numero e con maggiori incombenze: avranno risposte sul versante normativo ed economico? Sempre poche risorse e sempre in ritardo».

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