«Alle Istituzioni compete la responsabilità di attuare politiche che permettano alle giovani coppie di realizzare il loro progetto di vita, superando le difficoltà di carattere materiale e di accesso ai servizi che rendono ardua la strada della genitorialità». Ad aprire la terza edizione degli Stati Generali della natalità all'Auditorium della Conciliazione è un messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che fa riferimento alla Costituzione laddove indica aiuti concreti per invertire il calo drammatico delle nascite in Italia.
«Dati alla mano vediamo quale impatto il futuro demografico avrà sulla scuola e sull'istruzione per il prossimo decennio. Il quadro è effettivamente allarmante. Fra 10 anni dagli odierni 7,4 milioni di studenti, dato del 2021, nell'anno scolastico 2033/34 si scenderà a poco più di 6 milioni, ad ondate di 110/120mila ragazzi in meno ogni anno» riferisce il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara intervenendo con un video. Se continuerà il calo delle nascite, spiega, «l'organico docente che è una variabile dipendente degli studenti rischierebbe di passare dalle attuali oltre 684mila cattedre a circa 558mila nel 2033/34. Una riduzione di 10/12mila posti di lavoro ogni anno».
Nel 2022 è stato raggiunto il record minimo di nascite scese per la prima volta sotto le quattrocentomila: 392.598 bambini.
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La natalità «non è una questione culturale, ma di aiuti concreti» sottolinea il presidente della Fondazione per la Natalità Gigi De Palo durante il suo intervento d'apertura. «Quello che fa più male della situazione demografica italiana è che il desiderio di un popolo non trova soluzioni concrete nelle politiche dei governi. E uso il plurale perché sono circa quarant'anni che non cambia nulla. Non dovremmo dormirci la notte». Per De Palo «c'è una fake news, quella che vede i migranti come soluzione al problema» e ha aggiunto che «i flussi non riusciranno mai a riparare il gap intrinseco di una società che non si rinnova in sé e invecchia ai ritmi del nostro paese. L'immigrazione regolata e ben gestita è una priorità per il nostro paese, ma non rappresenterà la soluzione alla questione della natalità».
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Un aspetto che viene confermato dal demografo Gian Carlo Blangiardo. «L'immigrazione è certamente importante per la nostra società. È una questione di dimensione e di governo del fenomeno. La stima Istat è di 130 mila immigrati l'anno, mentre Eurostat prevede un raddoppio di circa 260 mila, e dal lato della natalità non cambia molto, anche se è importante, ma anche con la stima Eurostat la popolazione diminuisce. Insomma l'immigrazione contribuisce ma non risolve il calo della popolazione».
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