Spostamenti tra le Regioni, ristori e cartelle: corsa contro il tempo per i primi decreti firmati Draghi

Spostamenti tra Regioni, ristori e cartelle: corsa contro il tempo per i primi decreti firmati Draghi
di Andrea Bassi e Francesco Malfetano
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Martedì 9 Febbraio 2021, 07:13 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 20:39

Il primo atto del governo guidato da Mario Draghi potrebbe essere un decreto legge. Ovvero la proroga del testo che a metà gennaio scorso ha imposto lo stop agli spostamenti tra Regioni anche se classificate come gialle. Il divieto in questione infatti scade il prossimo lunedì, 15 febbraio, e «per buonsenso» andrebbe prorogato. A precisarlo è il ministero della Salute.
Fonti interne all'esecutivo spiegano che alla luce dei numeri attuali la misura ha motivo di restare in piedi ma che «almeno per le prossime 48 ore» si resterà in attesa per capire meglio i tempi che richiederà l'eventuale formazione di un nuovo esecutivo.

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In ogni caso, a quanto si apprende, ora non c'è all'orizzonte una decisione da parte del presidente del Consiglio uscente. In sostanza, per quanto formalmente sarebbe nei poteri di Giuseppe Conte e dei ministri uscenti prorogare la misura, ora si preferisce aspettare, lasciando che sia Draghi a decidere. Tant'è che anche il Comitato tecnico scientifico (Cts), solitamente consultato in anticipo per questo tipo di scelte, fa sapere che «per ora non siamo stati interpellati».
La convinzione è che la tabella di marcia prevista, quella che vede Draghi sciogliere la riserva domani, garantirebbe tempi adeguati.

Quindi, nel caso di un timing di questo tipo, viene meno la necessità di ricorrere alla famosa ordinaria amministrazione che è ovviamente nelle facoltà del Conte-bis.

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D'altronde però, per quanto una misura di questo tipo possa risultare antipatica per i cittadini, specie se presa da un esecutivo che sta per uscire di scena, è anche vero che la gestione degli affari correnti da parte di chi guida in questo momento i diversi ministeri è una prerogativa rispettabile dettata da un momento eccezionale. «Se va tutto come deve dipenderà dal nuovo governo» sottolineano autorevoli fonti dall'esecutivo.
LE CONSEGNE
Al ministero dell'Economia intanto è tutto pronto per il passaggio delle consegne. Roberto Gualtieri e Mario Draghi si sono sentiti nei giorni scorsi per fare il punto sui dossier aperti, dal Recovery plan al decreto ristori, ma anche per parlare di Alitalia, Ilva, Autostrade. L'appuntamento più urgente riguarda il provvedimento con gli indennizzi per il quale il Parlamento ha già autorizzato uno scostamento di bilancio di 32 miliardi di euro. Il testo è praticamente pronto.

 


Il nuovo meccanismo dei ristori predisposto dai tecnici del Tesoro prevede che ricevano il sostegno dello Stato tutte le imprese che hanno subito una perdita di fatturato superiore al 33% nel 2020 rispetto al 2019. In questo modo viene superato il sistema dei codici Ateco che aveva escluso diverse aziende nelle tornate precedenti. L'Ue ha chiesto al Tesoro che gli indennizzi fossero parametrati, però, non al fatturato perduto, ma ai costi fissi sostenuti durante i periodi di chiusura. Lo stesso meccanismo usato in Germania e Francia. Dunque verrebbero ripagati affitti, bollette, e tutti gli altri oneri che non è stato possibile sospendere. Questa almeno è l'impostazione che Draghi troverà una volta arrivato a Palazzo Chigi. Nella bozza di decreto lasciata in eredità a Draghi da Gualtieri, sono affrontate anche altre emergenze. C'è, per esempio, un nuovo slittamento di un paio di mesi della notifica delle cartelle esattoriali. I 54 milioni di atti, se nulla accadrà, inizieranno ad essere inviati dal primo marzo ai destinatari dall'Agenzia delle entrate.

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Nel provvedimento è prevista anche una estensione della Cassa integrazione Covid per altre 26 settimane. Parallelamente ci sarebbe anche l'allungamento del blocco dei licenziamenti, che attualmente scadrebbe il 31 marzo, ma si tratterebbe di una proroga selettiva, soltanto per le aziende in crisi. Bisognerà vedere quali saranno le decisioni di Draghi. Non è sfuggito ieri, a coloro che lo hanno incontrato, che l'ex presidente della Bce ha parlato della necessità di finanziare le imprese, ma senza contributi a fondo perduto.

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