Roberto Speranza può perdere il ministero: Draghi insegue la discontinuità

Roberto Speranza può perdere il ministero: Draghi insegue la discontinuità
di Marco Conti
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Martedì 13 Aprile 2021, 10:43 - Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 11:14

Il tentativo è in atto e, malgrado il diretto interessato abbia raddoppiato l'esposizione mediatica, il suo destino pare segnato. Il presidente del Consiglio - non potendo dimissionare ministri - sta infatti cercando il modo per convincere il titolare della Salute Roberto Speranza ad accettare un nuovo incarico prima di tramutarsi in un problema per la stessa tenuta della maggioranza.


GLI ERRORI


L'insofferenza della Lega e di FI nei confronti dell'unico esponente che ha gestito la pandemia con il governo Conte ed è rimasto al suo posto, Draghi pensava di poterla contenere spingendo al massimo la campagna vaccinale. Ma ora che i vaccini scarseggiano emergono ancor più alcune scelte sbagliate e per Draghi è venuto il momento che Speranza si faccia da parte anche se l'esponente di Leu resiste. Il «mese di ritardo», come lo definisce l'infettivologo Matteo Bassetti, con il quale il ministero della Salute ha deciso solo ora di allungare i tempi della seconda dose, l'eccessiva prudenza del ministro, del Cts e di tutta la cabina di regia nel mettere nero su bianco i protocolli necessari per le riaperture. Ciò che è avvenuto all'inizio della diffusione della pandemia e che è oggetto di un'inchiesta a Bergamo. O la sottovalutazione estiva sulla ripresa della pandemia certificata dal libro, ritirato, Perché guariremo. Come la confusione sulle priorità vaccinali e la difficoltà che ha il ministero della Salute ad interloquire con i presidenti di regione nel frattempo divenuti quasi tutti di centrodestra.
Tutti motivi che in poche settimane l'inquilino di Palazzo Chigi ha messo insieme e ai quali si aggiunge che il ministro anche ieri pomeriggio - insieme al premier - è stato sulla bocca, non benevola, dei manifestanti che hanno invaso il centro della Capitale.

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Le proteste di ristoratori e barman si infittiscono e l'assedio ai palazzi della politica - anche ieri Montecitorio e Palazzo Chigi sono stati accerchiati - rimbalzano sui media internazionali irritando vieppiù Draghi. Un dettaglio, forse, rispetto ad alcuni passaggi della gestione della pandemia dove il dicastero di Speranza non ha brillato e che sono oggetto di inchieste giudiziarie. Si va dal mancato aggiornamento del piano pandemico con l'indagine in corso su Ranieri Guerra, alle inchieste sulle mascherine e sui ventilatori polmonari che hanno tirato in ballo anche autorevoli esponenti della sinistra. Un insieme di complicati nodi che solo una prorompente campagna vaccinale o un coraggioso e ponderato piano di riaperture avrebbe potuto, forse, mettere in secondo piano.
Resta il fatto che il requisito della continuità, motivo della conferma di Speranza al ministero della Salute anche con il governo-Draghi, è rapidamente venuto meno. Nel giro di poche settimane dall'insediamento del governo è avvenuta la rimozione di tutta la squadra che nel precedente esecutivo aveva gestito aperture-chiusure, distribuito incarichi e commesse miliardarie. Con estrema rapidità Draghi ha allontanato Domenico Arcuri, cambiato il capo della Protezione Civile e ridotto il Comitato tecnico scientifico nella composizione e nel potere mediatico. L'unico rimasto al suo posto è il sottosegretario Sileri ed ora potrebbe toccare a Speranza per il quale è partita la caccia ad un ruolo, in Europa o nell'Organizzazione mondiale della Sanità, in modo da rendere più facile il cambio di passo.
Per ora non si hanno certezze sulle volontà del ministro tanto meno sul possibile successore al quale spetterà non solo gestire la fase finale delle vaccinazioni-2021, ma preparare il sistema sanitario alle pandemie future per affrontare le quali non sarà possibile spendere la marea di miliardi impiegati sinora, ma occorrerà riformare la sanità italiana anche in discontinuità con ciò che si difende al ministero.

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«A Salvini ho detto che l'ho voluto nel mio governo e che lo stimo molto», ha raccontato qualche giorno fa il presidente del Consiglio dopo aver incontrato il leader della Lega e dopo la prima manifestazione dei ristoratori davanti Palazzo Chigi. Una «stima» che motiva la ricerca di un incarico diverso che permetta al ministro un'uscita onorevole e permetta al governo di non subire scossoni. Il piano vaccinale di Speranza e Conte, raddrizzato da Draghi e dal generale Figliuolo, non prevedeva come unica priorità la vaccinazione agli ottantenni così come sollecitato dalla Commissione Ue a gennaio, ma ha dato priorità a insegnanti, operatori sanitari e forze dell'ordine permettendo poi ad una cospicua serie di furbetti (circa 2 milioni) di infilarsi. Il numero dei decessi e la scarsissima utilità riscontrata nel contenere il virus complicano ora l'obiettivo del governo sulle riaperture e i ristoratori promettono di tornare in piazza. Davanti Montecitorio e Palazzo Chigi, ovviamente.

 

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