Di Maio, Spadafora: «M5S non arriva al voto, ha tradito chi è rimasto»

Il coordinatore del partito del ministro degli Esteri: «La forza propulsiva del Movimento è finita»

Di Maio, Spadafora: «M5S non arriva al voto, ha tradito chi è rimasto»
di Adolfo Pappalardo
6 Minuti di Lettura
Sabato 25 Giugno 2022, 07:34

«Avremo modo di dimostrare che a tradire è chi è rimasto», ragiona Vincenzo Spadafora, ex sottosegretario grillino e appena nominato coordinatore politico di «Insieme per il Futuro», il gruppo parlamentare dimaiano staccatosi dall'M5S. «Ci siamo assunti la responsabilità di tenere più saldo e più fermo il governo», aggiunge.

Di Maio: «Stop politica dei selfie e il nome è provvisorio». Primo vertice di Insieme per il Futuro


Uno strappo impensabile sino a qualche giorno fa. Non solo per i modi ma anche per i numeri di chi ha aderito al vostro progetto politico.
«Ci sarebbe da fare un'analisi su cosa è accaduto nel Movimento nell'ultimo anno da portare 60 persone, ma sono convinto che nelle prossime ore aumenteranno, a lasciarlo.

Noi stavamo vivendo una fase di maturità, da un anno a questa parte, dove senza rinnegare quello che ha rappresentato il Movimento per questo Paese, si potesse imparare dagli errori per presentarci in modo più credibile agli elettori».


Ma con chi interloquirete nelle prossime settimane? Si fanno i nomi, oltre che del sindaco Sala come ha detto lei, di Renzi, Toti o Brugnaro o dei moderati di Fi legati alla ministra Carfagna.
«Credo che si facciano troppi nomi: la nostra priorità oggi è costruire un progetto politico, trasformare un'operazione parlamentare in un progetto serio, concreto che parli il linguaggio della verità, proponendo ai cittadini non più slogan ma soluzioni complesse a problemi complessi».


Ma quest'area Draghi, chiamiamola così, questo grande centro, non vede troppi aspiranti leader? Mi riferisco a Di Maio e a quelli che le ho citato prima. Riusciranno a interloquire superando vecchie divisioni? Calenda ha un profilo incompatibile per carattere con Renzi e Di Maio.
«Siamo andati via anche per l'eccesso di autoritarismo e la mancanza di un confronto interno autentico. Luigi Di Maio è un leader maturo a cui però non interessa costruire un partito personale ma un progetto collettivo che superi gli errori del passato».

 


Clemente Mastella parla di un centro che, in ipotesi, sarebbe capace di avere un peso del 20 per cento. Ma in politica non sempre si sommano i voti e le avventure al centro spesso si sono rivelate velleitarie. A proposito, lei che è campano: Mastella può essere un alleato in questa avventura?
«Oltre a non dover nascere nel Palazzo, le forze politiche non possono nascere nemmeno in laboratorio, anche perché la ricetta del centro la cercano in tanti da anni senza trovarla. Sono convinto che partendo dai sindaci, dai territori e soprattutto dai temi potremo dare vita ad una forza in grado di attrarre chi ne condivide i principi e i programmi, e la disponibilità al confronto ed al dialogo deve essere ampia».


Ma come vi regolerete in futuro con i vecchi amici dell'M5S? Conte ad esempio confermava l'alleanza del campo largo con il Pd per le prossime regionali nel Lazio, dove i consiglieri sono rimasti tutti grillini. Voi sareste in quest'alleanza o ci sono preclusioni contro l'M5S?
«Vedremo come evolverà il quadro politico generale che, francamente, credo possa mutare ulteriormente. E poi dovremo verificare la tenuta dell'M5S da qui alle elezioni perché credo che la forza propulsiva del Movimento sia completamente finita e rischia non arrivarci neppure alle elezioni».


E in Campania? Da tempo c'è un rapporto tra Di Maio e De Luca: possiamo immaginare una vostra entrata nella maggioranza della Regione?
«Un passo alla volta, non è un tema all'ordine del giorno. Ma sicuramente dobbiamo lavorare in maniera costruttiva per dare risposte al nostro territorio».


Ora c'è un cambio di passo: De Luca è passato dagli insulti agli elogi verso il ministro degli Esteri. Eppure ci sono differenze enormi che vi dividono. L'ex sindaco di Salerno, ad esempio, nega l'esistenza della Terra dei Fuochi mentre voi siete nati con quella battaglia ambientale. Si cancella tutto?
«Non è che ora De Luca e Di Maio si sentono tutti giorni. Anche perché non c'è stato né il tempo, né l'occasione: è accaduto tutto molto velocemente. Possono aprirsi nuovi scenari, vedremo, ma a 48 ore dalla nostra nascita è prematuro parlarne. Ovviamente il cambio di passo su Luigi da parte di De Luca lo registriamo con grande piacere. Poi su alcune tematiche, le cose dette restano tali. Il futuro è tutto da vedere».


Rimarrà il nome Insieme per il futuro o è provvisorio?
«È il nome del nostro gruppo parlamentare. Il progetto politico che ne deriverà avrà senz'altro un nuovo nome che decideremo insieme a chi farà il percorso con noi. Ma prima il progetto politico e poi il nome».


Come si sente dopo quest'addio all'M5S? Quali sono i suoi sentimenti per l'abbandono di un partito dove ha militato per anni? E la feriscono gli attacchi, anche personali verso di voi, da parte dei vecchi compagni di squadra?
«Gli attacchi degli ex compagni erano prevedibili. Anche se poi in realtà molti di loro in privato manifestano comunque l'enorme insoddisfazione per l'incapacità di Conte di avviare un nuovo percorso e sono convinto che presto altri si uniranno al nostro progetto. Invece mi colpisce ovviamente la delusione di quanti pensano che abbiamo tradito un sogno. Avremo modo di dimostrare che a tradire è chi è rimasto».


Un paio di parlamentari ci hanno subito ripensato e sono tornati con Conte.
«Ma ci sono altri arrivi. Come Lucia Azzolina: sono molto felice della sua scelta. La stimo moltissimo come donna e come politica e so quanto lavoro ha fatto per il bene della scuola. Il paradosso è che quel lavoro gli viene riconosciuto proprio da gran parte di quel mondo ma lei, come me ed altri, non è stata messa in condizione di poter dare il suo contributo ad un nuovo corso mai iniziato».


Come vi regolerete nel vostro gruppo con il vincolo del doppio mandato che è stato un altro motivo di frizione all'interno dell'M5S alla vigilia della scissione?
«È stato creato questo gruppo da appena 48 ore e non c'è stato, ovviamente, il tempo di discutere di diverse cose. Ed è giusto così, altrimenti avrebbe ragione Conte convinto che ne parlassimo nell'ombra da diversi mesi...».


Non teme che la vostra possa apparire all'esterno come una mera operazione di ceto politico?
«Tutto è nato su un dibattito di politica estera. Ci saranno tempi e modi per tutto. Soprattutto per costruire e radicare il nostro progetto politico».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA