Sorpassi alle urne, sfide incrociate: FdI-Pd per il primo partito, M5S e Lega per chi arriva terzo

I precedenti storici: dal Pci che superò la Dc, fino alla “non vittoria” di Bersani

Sorpassi alle urne, le sfide incrociate: FdI-Pd per il primo partito, M5S e Lega per chi arriva terzo
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Sabato 3 Settembre 2022, 07:28 - Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 12:00

Guai a credere che una corsa elettorale finisca per forza com' è cominciata e che nulla si muova lungo il tragitto. Basti guardare, proprio in questi giorni, a Biden che sorprendentemente sta sorpassando i repubblicani nelle elezioni di mid-term. E qui, in vista del traguardo del 25 settembre, è uno scavalcarsi a vicenda e giusto a cent' anni dalla nascita di Vittorio Gassman ovviamente celebrato al festival del cinema di Venezia con il suo capolavoro in tandem con Jean-Louis Trintignant e firmato da Dino Risi: il «Sorpasso», appunto. Giuseppe Conte si sente il pilota più lanciato e si auto-celebra parlando con i suoi: «Stiamo dietro al Pd, gli suoniamo il clacson e gli mettiamo il fiato sul collo». Intanto M5S si è attestato in terza posizione - dopo FdI e dem - staccando di un soffio la Lega, secondo alcune stime.

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Ma tutti mettono o subiscono la freccia dei rivali.

E la piccola Italexit di Paragone in questo Grand Prix ha già lasciato alle spalle Più Europa, Impegno civico e sta per raggiungere i rossi-verdi di Fratoianni e Bonelli alleati di Letta. Il quale va dicendo: «Non esiste il pareggio, o vincono loro o vinciamo noi». Ed è convinto di poter portare il Pd ad essere il primo partito - il distacco con FdI oscilla intorno ai due punti o a uno solo stando all'ultimo sondaggio di Pagnoncelli: 24 a 23 - e nel caso gli riuscisse il colpaccio al momento dell'assegnazione dell'incarico di premier bisognerà tenere conto di questo dato, anche se sono le coalizioni quelle che contano più che i singoli partiti o partitoni.

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C'è insomma l'idea del sorpasso dietro all'appello nazarenico del «voto utile». Mentre s' atteggiano a Gassman e Trintignant i neo-amici Calenda e Renzi quando celebrano la performance di questi giorni: aver portato il Terzo polo, secondo alcune stime come quella Ipsos, davanti a Forza Italia con l'11,5 per cento contro 8. Sarà per questo che Berlusconi, nel manuale ai suoi candidati, ha fatto scrivere: «Non parlate di Calenda agli elettori di Calenda o, se proprio dovete, dite loro che è un mezzo comunista».

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Il sorpasso è legato agli incerti (o agli astensionisti da rimotivare e in tutto sono 18 milioni, il 35,4 per cento secondo la Ghisleri) e più ne conquisto più metto la freccia e ti lascio indietro. Ma è anche legato, il sorpasso, al fatto che i sondaggi non sono oro colato (e questo deve essere tenuto ben presente anche dalla Meloni che comunque va forte ed è difficilmente raggiungibile). Nel 94, prima elezione della Seconda Repubblica, la gioiosa macchina da guerra di Achille Occhetto che con il Pds aveva sbaragliato gli avversari in tutte le tornate amministrative si sfasciò contro la corsa pazza e spiazzante di Berlusconi. Il quale successivamente, da strafavorito, stava per perdere (si salvò solo per l'1,6 per cento dei voti) nel 2001 contro Rutelli, il quale con una campagna molto innovativa (in regia Paolo Gentiloni) e molto battendo sul tasto del sorpasso («Stiamo mettendo la freccia», «Siamo a un'incollatura dal centrodestra»), fece quasi l'impossibile. Mentre Fini lo stuzzicava: «Se un treno è partito dopo, non potrà mai superare il treno che sta davanti perché il binario è unico».

FLOP E SUCCESSI

Nel 2006 il trionfo dell'Unione prodiana era dato per scontato invece uscì il mezzo pareggio Prodi-Berlusconi. Nel 2013 doveva vincere il Pd e invece, per pochissimo, 45 mila voti, venne sorpassato da M5S che l'anno successivo - Europee del 2014 - subì il contro-sorpasso. Renzi stravinse con il 40,8 per cento, lasciando i grillini al 21,1. E se andiamo alla Prima Repubblica, troviamo il «così ci salvammo» (formula dei moderati per dire: l'abbiamo sfangata contro i comunisti) del 48: molti nella Dc disperavano e invece fu un trionfo totale. L'enorme partecipazione al voto (la più alta della storia italiana, 92 per cento) diede la schiacciante vittoria (48,5 contro 31 per cento) al fronte anti-comunista. Altra tappa, il 1976. Si parlava in campagna elettorale quasi solo del sorpasso del Pci berlingueriano - sulla spinta della vittoria alle amministrative del 75 - ma poi niente: vinse il montanelliano «turatevi il naso e votate Dc», i comunisti arrivarono al 34,3 (massimo storico) e lo Scudo crociato ebbe il 38. Nel 1984, però, ecco il momento fatale, il ribaltamento di tutto, il «sorpassone» storico: muore Berlinguer e alle Europee il Pci batte la Dc per 33,3 a a 32,9 per cento. Tutto questo per dire che i piccoli e i grandi sorpassi, anche quelli strombazzati ma poi falliti, sono il sale della gara elettorale. E questa, forse più delle altre, ha bisogno di sprint. 

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