Pd a -5 dalla Lega, Orlando: «Senza 3 scissioni saremmo pari». Le critiche di Gori e Calenda. Zingaretti: «Fate i picconatori con tweet dal salotto»

Pd a -5 dalla Lega, Orlando: «Senza 3 scissioni saremmo pari». Le critiche di Gori e Calenda. Zingaretti: «Fate i picconatori con tweet dal salotto»
di Simone Canettieri
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Domenica 5 Luglio 2020, 13:57 - Ultimo aggiornamento: 16:03

Il sondaggio (di Bidimedia) dà il Pd attestato al 21,4% dopo la Lega di Matteo Salvini al 26,6. Ma è la somma degli altri partiti nati dall'addio al Nazareno che fa dire al vicesegretario Andrea Orlando «che senza 3 (dicasi tre) scissioni il Pd sarebbe pari alla Lega. Ai volenterosi dirigenti del Pd che sollevano obiezioni sulla leadership del partito, consiglierei di orientare meglio i loro strali».

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Se infatti si aggiungono ai dem Azione di Carlo Calenda (2,6%), Italia Viva di Matteo Renzi (3,5%) e Liberi e uguali di Bersani e Speranza (2,6%) il totale dà il Partito democratico sopra al Carroccio.

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Il tweet di Orlando ha provocato subito una serie di reazioni, dentro e fuori i dem. Ironico Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e molto critico con la segreteria Zingaretti al punto di chiedere un congresso: «Pensa il Psi: se nel '21 non avesse subìto la scissione di Livorno a quest'ora dove stava...». E poi ecco  Matteo Orfini, già presidente del Pd ai tempi della gestione Renzi: «Peccato però che per rincorrere Salvini chiudiamo i porti e sequestriamo le persone in mare esattamente come lui».

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Una tempesta di tweet a cui non si sottrae nemmeno Calenda: ««Non ho fatto scissioni. Me ne sono andato da solo perché ritenevo l'alleanza con i 5S mortale per i riformisti. Era la posizione unanime del Pd. Votata negli organi e confermata nella prima relazione di Zingaretti. Vi siete scissi voi dalle vostre promesse e dai vostri valori».

Un macigno nello stagno, insomma. Tanto che ecco di nuovo Orlando: ««Riuscire a fare polemica su un'affermazione abbastanza scontata, cioè che sarebbe meglio evitare la scissionite, malattia endemica della sinistra, è una bella impresa. Ma c'è chi ci riesce».

A sostenere il vicesegretario c'è poi Nicola Zingaretti, il segretario del Pd attacca: «Grazie ad Andrea Orlando che ha detto la verita' .
E anche se c'e'  chi si diverte a criticare solo noi e non la destra, noi non arretriamo. Andiamo avanti insieme  a elettori, militanti, amministratori e dirigenti grazie ai quali il Pd e' piu' forte, un partito pluralista unito, unitario, casa dei riformisti italiani. Insostituibile pilastro di qualsiasi ipotesi alternativa alle destre. Qualcuno aveva altri obiettivi e continua a picconare dal salotto di casa con i tweet, ma hanno fallito e continueremo a combattere con la nostra gente non per " parlare" di cambiamento ma per realizzarlo. Ora lavoro e scuola. Prima l'Italia e prima le persone. p. s. andrea ha ragione anche su un altro punto solo il delirio di alcuni puo' esaltare la degenerazione delle divisioni, litigi e scissioni patologia della nostra storia. Uniti si vince».

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