Sinistra, prove di unità
sulla "green economy"

Pierluigi Bersani
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Giovedì 9 Gennaio 2020, 21:43
«La conversione ecologica non è un pranzo di gala», dice Antonio Misiani parafrasando Mao e il comunismo storico per un attimo fa capolino nella Sala Isma del Senato, in piazza Capranica a Roma, dove il viceministro
dell'Economia partecipa a un seminario con parte della leadership passata e presente del suo Pd. A parlare di "Stato, mercato e conversione ecologica" ci sono Massimo D'Alema e Pierluigi Bersani, figure simbolo di Articolo Uno che organizza con il segretario-ministro Roberto Speranza.
Ma anche Andrea Orlando e Graziano Delrio del Pd, oltre ai ministri dem Francesco Boccia e Giuseppe Provenzano. Un incontro di avvicinamento tra i dem e i fuoriusciti in epoca renziana. Alfredo D'Attore di Articolo Uno definisce «un passo avanti positivo» la proposta di legge elettorale della maggioranza, «può porre le basi per una riorganizzazione razionale del sistema politico e per la costruzione di soggetti partitici più stabili e omogenei». Il rientro degli scissionisti, anche ora che Matteo Renzi non c'è più, continua a venire escluso e si pensa a un centrosinistra plurale.
Oggi si parla di economia, del rapporto tra Stato e mercato, della necessità del ritorno dell'intervento pubblico dopo decenni di sbornia neoliberista. Intervengono Andrea Bianchi, direttore politiche industriali di Confindustria, e Vincenzo Colla, vicesegretario Cgil. Provenzano evoca Enrico Mattei, leggendario presidente dell'Eni, «ve lo immaginate a una conferenza di servizi?». Insomma un tempo lo Stato pianificava e decideva.

Bersani chiede «uno Stato più assertivo», ma anche di considerare «la parte più debole della popolazione» quando si fa la transizione ecologica. «Abbiamo "milionate" di auto Euro 3 - dice l'ex segretario Pd -, aspettiamo a mettere tutto sulle auto elettriche. Facciamo vedere che quando parliamo di ecologia parliamo anche di loro». «Il capitalismo finanziario così com'è non è compatibile con un processo di riconversione ecologica», dice Orlando, secondo il quale ci sono ancora troppe timidezze ad agire sulla «struttura economica».

D'Alema difende gli aspetti positivi della globalizzazione, «che ha portato un miliardo di persone fuori dalla povertà». «Come tornare al primato della politica?», si chiede l'ex premier, «non cadiamo nell'eccesso opposto, ci vuole qualità dello Stato e una visione del Paese, altrimenti i manager pubblici non hanno referenti».
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