Sindaco Roma, il centrodestra cerca un candidato della "società civile": «Ma nessuno ci chiama». E torna l'ipotesi di un "politico"

Sindaco Roma, il centrodestra cerca un candidato della "società civile": «Ma nessuno ci chiama». E torna l'ipotesi di un "politico"
di Mario Ajello
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Lunedì 12 Ottobre 2020, 13:05 - Ultimo aggiornamento: 17:57

«Il telefono non squilla». Nel centrodestra pensavano che, una volta deciso che il candidato sindaco di Roma sarebbe dovuto essere preferibilmente un imprenditore o un personaggio noto della società civile, fioccassero le disponibilità, suonassero i telefoni dei tre partiti della coalizione e tutti stessero lì a proporsi: «Io sono pronto», «Io pure», «Perché non io?», «L’eccellenza che cercate è il sottoscritto!». E invece, no. I telefoni non squillano, si lamentano in Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. La ricerca però continua, i leader sono a caccia del nome giusto da sottoporre ai colleghi, ma allo stesso tempo si avverte una sorta di disillusione.

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LA RICERCA DEL "TOP-PLAYER"

La società civile non si propone, il top player si fa attendere, e torna in auge naturalmente - visto che l’opzione imprenditorial-professionale non si materializza in persone giuste da lanciare e che la carta Giletti resta una tentazione ma tutta da esplorare ancora - l’idea che possa toccare a un politico mettersi in corsa per il Campidoglio. Sì, ma chi? Claudio Durigon per la Lega o la Barbara Saltamartini o Giulia Buongiorno legatissima a Salvini ma che già più volta ha detto di no? E per Fratelli d’Italia, chi? Andrea De Priamo, giovane, avvocato, capogruppo di FdI al consiglio comunale, stimato anche fuori dal suo partito? O il vice-presidente della Camera, Fabio Rampelli, politico d’esperienza, che conosce Roma come le sue tasche e che si batte come un leone per dare più poteri alla Capitale e al suo sindaco perché senza poteri e risorse e un nuovo status per l’Urbe simile a quello delle altre metropoli europee può salire sul Campidoglio anche Superman - o Calenda - ma ad alto rischio di fallimento diventare perché di migliori della Raggi si trovano ma vanno equipaggiati bene? Anche Forza Italia nomi spendibili potrebbe averne, e c’è chi parla di Maurizio Gasparri.

LE FORZE IN CAMPO

E intanto c’è la Meloni che in prossimo weekend comincia il suo tour nei municipi di Roma - dovrebbe cominciare dalla Garbatella - e la presenza di Giorgia sul territorio è sicuramente un modo per portare consensi al centrodestra, non solo a Fratelli d’Italia, per dare visibilità alla questione romana e per mobilitare e smuovere. Il discorso sulla sua eventuale candidatura è chiuso e sigillato ormai da tempo: non sarà certo la Meloni la candidata per Roma. Non vuole esserlo, e il suo progetto è quello di continuare a creare una destra di governo nazionale e a rafforzare il profilo di destra istituzionale e credibile anche a livello internazionale che le sta a cuore. Però, come dicono nel suo ma anche negli altri partiti (magari questi ultimi per toglierla dal palcoscenico nazionale in cui la temono perché cresce e si afferma sempre di più), la carta Giorgia sarebbe la migliore. Anche per lei. C’è chi ragiona così: vincerebbe di sicuro, avrebbe come sindaca di Roma una visibilità internazionale immensa, come ruolo istituzionale sarebbe quasi alla pari a quello del premier, diventerebbe di fatto capo dell’opposizione, gestirebbe i soldi del Recovery Fund che saranno non meno di 20 miliardi, supererebbe nel gradimento di tutti la Raggi anche stando ferma perché peggio di Virginia non si può fare, s’intesterebbe una svolta di Fiuggi nei fatti.

Così: ecco la destra credibile, istituzionale e repubblicana, capace di pragmatismo e libera da ideologie. Tra Giubileo 2025 e candidatura all’Expo 2030 e ricostruzione post-Covid, e post-Raggi, chi avrà più visibilità del sindaco di Roma? Nessuno. E questo - Giorgia come gli altri - a destra lo sanno. Basta solo - e non è affatto poco - trovare come incarnare questo discorso.

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