Stipendi, Nardella: «Il nostro è la metà di quello di un deputato, bene l’aumento ai sindaci»

Intervista al sindaco di Firenze: "Finirà la fuga dai municipi"

Stipendi, Nardella: «Il nostro è la metà di quello di un deputato, bene e l’aumento ai sindaci»
di Francesco Malfetano
4 Minuti di Lettura
Domenica 31 Ottobre 2021, 09:04 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 02:28

Sindaco Dario Nardella nella legge di Bilancio il governo Draghi, con il favore di tutte le forze di maggioranza, ha stabilito un aumento dello stipendio per i primi cittadini. Aumenti che nelle grandi città, come Firenze appunto, è pari al 100% di quello attuale. Per lei può essere antipatico parlarne ma perché un sindaco va pagato di più?
«È un tema un po' spinoso, e per quello che mi riguarda personalmente non ho mai pensato di farne una battaglia e mai penserei di farlo. Il punto è però di tipo istituzionale e etico. Ci troviamo di fronte a 8mila primi cittadini che ogni giorno si assumono responsabilità penali, civili e amministrative e hanno indennità di gran lunga più basse di tutti gli altri politici. Il sindaco di Roma guadagna la metà del più assenteista dei parlamentari. Le aggiungo che la beffa è che le assicurazioni firmate dai comuni per le cariche politiche hanno coperture limitate. Io ad esempio ne pago una seconda, personale. Certo possono esserci delle obiezioni, ma così è».
A che obiezioni si riferisce?
«L'obiezione può essere hai voluto tu la bicicletta, hai voluto fare il sindaco, ora pedala. Ma le rispondo che oggi, anche a causa di ciò, tante persone, soprattutto nei piccoli comuni dove le indennità sono di poche centinaia di euro, rifiutano di candidarsi. Aggiungiamo che un sindaco non ha tredicesima, quattordicesima e neanche gli si versano i contributi o si garantisce il tfr. Così non può a chiedere a qualcuno di rinunciare a un lavoro importante per fare il primo cittadino».
Le faccio un esempio. A Roma Gualtieri sta trovando un po' di difficoltà ad allestire la sua squadra perché, anche a causa dei guadagni esigui, pescare tra tecnici è difficile.
«Capisco la situazione. Gli assessori sono amministratori locali alla pari dei sindaci e già oggi esiste un rapporto proporzionale e percentuale tra assessore e sindaco rispetto all'indennità. Quel che è vero per i primi cittadini quindi è vero anche per loro. Oggi quale professionista o funzionario di alto profilo con uno stipendio importante si metterebbe all'anima una sfida titanica come quella di governare Roma? Per giunta mentre il ruolo di sindaco magari ti dà visibilità e gratificazione politica, quello di assessore resta comunque la posizione di un collaboratore».

La riforma salva-sindaci: responsabilità penale soltanto in caso di dolo

«Furbetti» del bonus Covid, sindaci e assessori dovranno restituire i 600 euro all’Inps


Tra l'altro lei chiede anche più poteri per i primi cittadini.

«Certo. Io dico che nonostante tutto i sindaci non chiedono scudi fiscali o penali. Vogliono poter esercitare a pieno la propria funzione con strumenti che spesso non hanno. Io ho lanciato l'idea di una legge di iniziativa popolare per dare ai sindaci il potere di intervenire nei centri storici. Oggi difronte all'ipotesi che in una strada aprano 15 paninoteche il sindaco non può fare nulla. Così i nostri centri storici dopo le lenzuolate del 1998, la deregulation, sono stati invasi da minimarket o da AirBnb, situazioni che i sindaci non hanno potuto fermare. Per cui accanto a un aumento di indennità affiancherei un aumento di strumenti o responsabilità, perché se c'è qualcosa di cui non ha paura un sindaco è di metterci la faccia. Io però devo fare un mea culpa».
Rispetto a cosa?
«Noi abbiamo vissuto un'epoca in cui si pensava si potesse fare politica senza risorse. Io stesso nel 2013 ho lavorato all'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Mi sono ricreduto e ora ammetto di aver sbagliato. Se tu non paghi gli amministratori pubblici per quelli che valgono o non finanzi i partiti, come fanno altri Paesi, come la Germania, corri due rischi: che i politici siano corrotti o incapaci. E francamente l'Italia su questo fronte ha già dato».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA