Da qualche settimana questo progetto è diventato il suo chiodo fisso. E ad Arcore si stanno valutando tutti i pro e i contro. Il Cav, d'intesa con il suo vice Antonio Tajani, ne ha parlato con l'Udc di Lorenzo Cesa, che condivide in pieno l'ipotesi di dar vita a un'aggregazione di tutte le forze laiche, cattoliche e moderate, che si riconoscano nei valori del Partito popolare europeo. Questo nuovo contenitore politico potrebbe già concretizzarsi al voto di maggio, appunto, con un proprio simbolo. Ed ecco il punto: che fine farebbe Fi?
Di certo, raccontano fonti azzurre, l'ex premier non vuol fare a meno del suo brand storico, ma punta a cambiarlo per rafforzarlo, magari dandogli una nuova veste grafica, più accattivante e inclusiva. Qualche giorno fa, in via del Plebiscito, durante la riunione della Conferenza dei coordinatori regionali, Tajani avrebbe tirato fuori la proposta (tutta da valutare) in vista delle europee, di cambiare il simbolo azzurro o rinnovarlo, senza rinunciare al Fi, conservando in ogni caso un chiaro e visivo riferimento al Partito popolare europeo (che del resto ha il colore blu come segno distintivo). Si tratterebbe, di fatto, di un simbolo composito e sul tavolo di Fi e Udc, raccontano, ci sarebbero tre opzioni. La prima: inserire nel logo di Fi la parola Ppe o il simbolo del gruppo, ovvero il 'cuore giallo stilizzato con un lato composto da quattro stellè. La seconda: fare l'inverso, presentare il logo della famiglia popolare (il cuore giallo) con una 'spruzzatinà di Fi, il tricolore. La terza: correre con simbolo e nome del tutto rinnovati, del tipo 'Stati uniti d'Europà. In ogni caso, però, ci sarebbe un altro nodo da sciogliere, quello del nome di Berlusconi. Non è dato capire se queste tre varianti prevedono o meno la dicitura Berlusconi nel simbolo. E questo dettaglio, raccontano, sarebbe legato alla candidatura o meno del leader azzurro.
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