Voto in Sicilia, crollano i grillini e la Lega non sfonda: il prezzo delle liti

Voto in Sicilia, crollano i grillini e la Lega non sfonda: il prezzo delle liti
di Marco Conti
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Martedì 30 Aprile 2019, 07:47 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 12:20

Se la Sicilia è l'Ohio dello Stivale, i partiti della maggioranza giallo-verde dovrebbero analizzare i dati con qualche preoccupazione. Se è vero che nell'isola gli elettori si preparano agli equilibri nazionali, stavolta l'incerto futuro del governo M5S-Lega ha provocato più di un qualche effetto negativo.

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IL PEZZO
Per il M5S i risultati sono una debacle pressochè dappertutto. Luigi Di Maio prende le distanze dai sindaci M5S sconfitti a Bagheria e Gela, ma le percentuali del Movimento sono più che dimezzate rispetto a quattro anni fa e tracollate se si confrontano con le politiche del 4 marzo. Fedele però al motto che alle elezioni non perde mai nessuno, il leader pentastellato festeggia i risultati di Caltanissetta e Castelvetrano anche perché alimentano la polemica con l'alleato. Nell'unico capoluogo al voto i grillini sono sì al ballottaggio contro il candidato di centrodestra (senza la Lega), ma staccati di ben diciassette punti. Il risultato di Castelvetrano vale per il M5S non solo perchè il comune due anni fa è stato sciolto per mafia, ma anche perché «è la città di quel mafioso di Messina Denaro», sottolinea Di Maio, di recente tirato in ballo nell'inchiesta che coinvolge il sottosegretario Armando Siri.
Anche Matteo Salvini festeggia, ma alle piazze piene non hanno corrisposto altrettante urne piene. La Lega aumenta i voti dappertutto, ma non sfonda. La piazza di Matrice a Bagheria era stracolma durante il comizio di Salvini, ma il comune è andato al primo turno a Filippo Tripoli, candidato sostenuto dal centrosinistra e da un pezzo di centrodestra. Salvini continua dire no ad un ritorno della Lega con il centrodestra, ma il voto siciliano dimostra che FI è viva e i voti di Gianfranco Micciché in molti casi sono stati più che sufficiente per frenare i tentativi leghisti di mettersi in proprio. Il M5S soffre le elezioni amministrative e non esclude in futuro alleanze con liste civiche. Resta il fatto che una conferma dei danni che produce la competition interna alla maggioranza, arriva anche dal sondaggio Swg per La7 che certifica un arretramento di Lega (-0,7%) e M5S (-0,5%) con il Pd che torna sopra i grillini. Di Maio e Salvini non sembrano però voler cambiare strada e di danno appuntamento tra quindici giorni quando ci saranno i ballottaggi. «Quando la Lega va sola è sempre dietro di noi», sostiene Di Maio riservando al solo alleato il commento più netto sul risultato siciliano.

LA FETTA
Una sfida continua che logora, con il M5S che continua a perdere in tutti i comuni dove ha amministrato e la Lega che non riesce a prosciugare tutto il bacino del vecchio centrodestra lasciando vivi e vegeti FdI e FI. Ciò che dovrebbe far alzare le antenne ai due vicepremier non sono però solo i voti persi (M5S) o i sondaggi in calo (Lega), quanto il successo delle alleanze strane, i patti civici o i cartelli anti-populisti e anti-sovranisti. Formule che potrebbero varcare lo stretto se non alle elezioni Europee, magari alle prossime elezioni politiche. Oltretutto nel risultato siciliano M5S e Lega non sembrano raccogliere nemmeno i frutti delle due costosissime riforme bandiera, Reddito e Quota100. Viste le percentuali del primo turno e la più che probabile vittoria di Michele Giarratana (centrodestra senza Lega), Caltanissetta - unico capoluogo al voto - rischia di essere tra quindici giorni per M5S e Lega la fotografia più importante da conservare e sulla quale magari riflettere.
 

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