Nuove proteste contro i rom, Di Maio: «Via i campi, ma anche Casapound»

Sgomberi, Di Maio: «Via chi non ha diritto, dai rom a Casapound»
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Lunedì 8 Aprile 2019, 18:19 - Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 07:43

Non accennano a placarsi a Roma, le proteste antinomadi. E dopo la tensione di Torre Maura altre periferie della Capitale diventano terreno fertile per nuovi focolai di razzismo. Ieri sera alcune decine di residenti di Casal Bruciato, sempre nel quadrante est della città, sono scese in strada per protestare contro l'assegnazione di una casa popolare a una famiglia di nomadi, legittimamente in graduatoria. «Noi gli zingari qui non li vogliamo, quella casa deve andare a un italiano», le urla della folla. 

Roma, Casal Bruciato come Torre Maura: «Gli zingari non li vogliamo, la casa agli italiani»


 

«Questo dev'essere un messaggio molto chiaro. Ed è lo stesso messaggio che andrebbe inviato a chi, nella stessa forma, compie abusi occupando illegittimamente un edificio pubblico o privato. Credetemi, la legge a volte è così chiara che basta applicarla. E per me vale solo la legge. Ci sono dei campi rom che sono realtà vergognose? Vanno superati, come tra l'altro sta facendo Virginia Raggi, che proprio lo scorso anno ne ha chiuso uno!», sottolinea il leader del M5S. «Nei campi ci sono famiglie che si dichiarano nulla tenenti e poi girano in auto lussuose? Gli mandiamo la Guardia di Finanza! Ci sono altri stabili occupati da chi non ne ha diritto? Vanno sgomberati anche quelli! Tempo fa, ad esempio, avevo sentito parlare di priorità o meno in merito allo sgombero dell'edificio occupato da CasaPound in pieno centro a Roma. Si era detto che non era prioritario sgomberarlo perché in ordine e pulito, non in condizioni fatiscenti. Scusate, quindi se io ho una casa e qualcuno me la occupa ma la tiene pulita devo starmene zitto? Ma stiamo scherzando? Cominciamo ad applicare la legge, tenendo sempre in considerazione eventuali condizioni di fragilità sociale e di famiglie in difficoltà, ovviamente», conclude.Parole che scatenano la reazione della sindaca di Roma, Virginia Raggi, che tuona: «Roma resta una città aperta e dei diritti. Non sarà mai la città dell'odio. Casapound non ci fa paura. Possiamo discriminare le persone in base al colore della loro pelle, alla religione che professano o alla loro etnia? Io dico no. E lo dico perché la legge è l'unico scudo che ci tutela dalle ingiustizie e dalla sopraffazione», scrive su fb. «Quella casa ora l'ha occupata una ragazza con un bimbo di sei mesi - dice Nunzia, un'abitante durante la protesta - dormiva in macchina. Meglio un'italiana che i rom, ci deve stare lei. I rom non devono tornare o blocchiamo tutto».

Parole che sembrano ripetersi, parole come quelle che per giorni hanno tenuto sotto scacco il centro di accoglienza di Torre Maura. E, proprio come accaduto in via dei Codirossoni, anche a Casal Bruciato si sono fatti vedere i militanti del movimento di estrema destra di Casapound. «Anche qui - dice Davide Di Stefano, fratello di Simone, leader del movimento - c'è la percezione che ci sia una discriminazione nei confronti degli italiani. Siamo venuti a difendere gli italiani. Prima gli italiani!». E, anche questa volta, non tutti nel quartiere hanno gradito la presenza del gruppo neofascista. Il Simone di Torre Maura si chiama Antonietta ma, a differenza del giovane adolescente, ha 85 anni. È uscita di casa con il suo cane, si è avvicinata alla folla e ha gridato senza esitazione: «Siete dei fascistoni, mi fate schifo». «Siamo diventati cattivi - ha spiegato -. Non c'è più sentimento, non c'è rispetto. Io il fascismo l'ho vissuto. Non bisogna aver paura di dire le proprie idee, bisogna lottare».

E in serata la sindaca annuncia che la famiglia di nomadi di Casalbruciato avrà una nuova casa. «Hanno creato un clima di odio e terrore al punto che i nostri uffici, per garantire l'incolumità e la vita di questi sei bambini, sono costretti ad assegnare un altro appartamento alla famiglia», dice. «È paradossale che ad impedire l'ingresso in un appartamento siano gli stessi che occupano abusivamente un intero stabile in centro città», aggiunge.

Intanto il gruppo neofascista ha organizzato una nuova fiaccolata, come fatto a Torre Maura, ma questa volta a Casalotti, quartiere situato esattamente dall'altra parte della città. «Sappiamo di aver vinto solo una battaglia, sappiamo che la 'guerrà è lunga, ma il fronte adesso si sposta a Casalotti», il messaggio del movimento il cui leader romano, Giuliano Castellino, si trova ai domiciliari per l'aggressione nei confronti di due giornalisti al Verano durante la commemorazione di Acca Larentia. E mercoledì, nella stessa zona, dovrebbe svolgersi anche una manifestazione di Casapound. E il vento del razzismo sembra soffiare ancora.

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