Blocco sfratti, 14 mesi di proroga (ma il governo è al lavoro per restringerla)

Blococo sfratti, 14 mesi di proroga (ma il governo è al lavoro per restringerla)
di Francesco Bisozzi
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Lunedì 17 Maggio 2021, 08:27 - Ultimo aggiornamento: 11:56

Allo studio una proroga ancora più selettiva del blocco degli sfratti. Dopo le pressioni dei proprietari di immobili, il ministero della Giustizia starebbe valutando modifiche alla norma, inserita nell'iter di conversione in legge del decreto Sostegni, che ha esteso il blocco per le morosità post-Covid. L'idea sarebbe quella di escludere dalla proroga non solo i provvedimenti di rilascio antecedenti al 28 febbraio del 2020 e dunque all'emergenza sanitaria (nel loro caso il blocco termine alla fine di giugno come stabilito dall'ultimo Milleproroghe), ma anche i provvedimenti adottati nell'arco di tempo che va dal 28 febbraio 2020 al 30 settembre 2020, che in numerosi casi si riferiscono a morosità maturate prima della pandemia e per i quali al momento è prevista comunque una proroga del blocco al 30 settembre.

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L'opera del ministero - In questo modo beneficerebbero di più tempo solo i provvedimenti emanati da ottobre 2020 a giugno 2021, congelati fino al 31 dicembre. «Sono procedure che richiedono mesi, dunque i provvedimenti di rilascio emanati tra marzo e settembre del 2020 in molti casi sono connessi a morosità pre-Covid, quelle che il governo in realtà punta a escludere dal blocco.

Per questo abbiamo chiesto d'intervenire al dicastero di via Arenula, che è competente in materia. Serve una proroga più mirata per impedire ai furbetti che hanno maturato morosità prima del virus di approfittare dell'estensione», spiega il numero uno di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa. Il pressing dei proprietari di immobili su Palazzo Piacentini si scontra con le perplessità dei tecnici che vogliono evitare a tutti i costi che gli uffici giudiziari vengano presi d'assalto e per questo hanno studiato una ripresa degli sfratti in tre step. «L'alternativa sarebbe di prendere come riferimento la data di avvio della procedura e non quella del provvedimento di rilascio. Così si sbloccherebbero i soli sfratti pre-pandemia», prosegue il presidente dell'associazione che rappresenta i proprietari di case. Anche il meccanismo della proroga, che nella versione attuale scatta in automatico, potrebbe essere rivisto: per beneficiare dell'estensione potrebbe essere necessaria una richiesta specifica dell'occupante, in assenza della quale lo sfratto tornerebbe esecutivo.

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L'ITER
A introdurre per la prima volta la sospensione dell'esecuzione dei provvedimento di rilascio degli immobili è stato il decreto Cura Italia. Sul blocco, che oggi compie 14 mesi, il Tribunale di Trieste con un'ordinanza del 24 aprile ha da poco sollevato anche la questione di legittimità costituzionale ed è pure per questo che negli uffici di via Arenula sono al vaglio dei correttivi. Come fatto notare dai giudici, non solo il blocco degli sfratti ha fatto presa su morosità slegate dall'emergenza sanitaria, ma inoltre non ha tenuto conto delle distinte esigenze di proprietari e occupanti e dei contraccolpi della pandemia su entrambi, così da garantire la tutela del soggetto più debole. In tutto sarebbero sei gli articoli della Costituzione che il blocco degli sfratti iniziato nel 2020 non rispetta, tra cui l'articolo 3 sull'eguaglianza dei cittadini davanti la legge e l'articolo 42 che riconosce la proprietà privata. Toccherà alla Consulta esprimersi adesso sulla materia. È stato il Milleproroghe ad allungare la validità del divieto fino al 30 giugno senza criteri di selettività. Altro tasto dolente: i mancati risarcimenti ai proprietari vittime del blocco. Così il presidente di Confedilizia: «Avevano promesso forme di ristoro economico per i proprietari degli immobili interessati dalla sospensione di rilascio per morosità e poi hanno fatto marcia indietro. È inaccettabile visto e considerato che il blocco degli sfratti costituisce un abuso in piena regola, che priva i proprietari del diritto sancito da un giudice di tornare in possesso del proprio immobile dopo mesi o anni di mancate entrate, spese e tasse».
 

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