Servizio militare obbligatorio, si torna a parlarne dopo la proposta di Matteo Salvini. Può tornare?

La naja è stata sospesa dal 2005, il servizio militare obbligatorio compare nella Costituzione

Leva obbligatoria, si torna a parlarne dopo la proposta di Salvini. Può tornare il servizio militare?
di Stefania Piras
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Mercoledì 31 Agosto 2022, 17:54 - Ultimo aggiornamento: 1 Settembre, 14:32

Torna il servizio militare? La leva è nata ai tempi del Regno d'Italia ed è sopravvissuta fino al gennaio 2005. Ora viene riproposta, c'è infatti chi intende reintrodurla. Come Matteo Salvini. Tuttavia nel programma della Lega depositato al Viminale non compare. Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi (che corre nella stessa coalizione di centrodestra del segretario della Lega), invece, è orgoglioso di averla abolita. Ma attenzione, la naja non è stata abolita. È stata sospesa.  

Già nel 1972 era stata approvata una legge in materia di obiezione di coscienza, che sanciva il diritto all'obiezione per motivi morali, religiosi e filosofici ed istituiva il servizio civile, sostitutivo del servizio militare. Il servizio obbligatorio di leva è stato sospeso nel 2004 con la legge Martino ed è terminato nel gennaio 2005 quando ha giurato l'ultimo scaglione di leva, i nati nel 1985.

Ai militari di leva si sostituiscono i volontari, al servizio militare obbligatorio subentra il servizio militare professionale.

Servizio militare obbligatorio

In Italia il servizio militare obbligatorio è sospeso dal 1° gennaio 2005 in virtù della legge n. 226 del 23 agosto 2004. È frutto però di una decisione precedente presa dal governo Amato. Un decreto legislativo del 2001 infatti sospendeva la leva obbligatoria a partire dal 1° gennaio 2007, scadenza che è stata poi anticipata di due anni dal secondo governo Berlusconi nel 2004.

Nella norma del 2001 si voleva sostituire il servizio obbligatorio di leva con «volontari di truppa e con personale civile del Ministero della Difesa».
 

Perché rimane obbligatorio

Il servizio militare obbligatorio compare anche nella nostra legge fondamentale: la Costituzione. L'articolo 52 recita così: «La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l'esercizio dei diritti politici.L'ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica». Il servizio obbligatorio, abbiamo detto, è sospeso. Se si intendesse abolirlo bisognerebbe modificare la Costituzione con una procedura aggravata. 

Servizio militare. Ma perché se ne parla? «Momento di formazione»

«Un anno di servizio militare? Un'ottima idea se fosse percorribile. Sarebbe un momento di formazione per i ragazzi molto importante, verrebbero educati all'idea che devono qualcosa alla comunità, non devono soltanto pretendere, hanno dei doveri prima di avere dei diritti e il fatto di dovere alla comunità e al paese un anno della propria vita è stato importante per tutte le generazioni passate». Lo ha detto all'Adnkronos il generale Marco Bertolini,  ex capo del Coi in merito alla proposta di ripristinare il servizio militare. «Credo che da un punto di vista morale ed educativo sarebbe sicuramente molto importante. - ha aggiunto Bertolini - Da un punto di vista operativo ci consentirebbe di avere una riserva cosa che non abbiamo. Attualmente l'esercito è a ranghi molto ridotti e molto inferiori a quelli che dovrebbe avere un paese della nostra taglia e nostra posizione geografica. La guerra in Ucraina ha dimostrato quanto la massa sia importante quanto la qualità e per avere questo potenziale umano è necessario attingere anche alle riserve che sono il personale che ha fatto il servizio militare, quindi è già addestrato, ma è rientrato nella società civile. Ed ora non ne abbiamo». «Da un punto di vista organizzativo però c'è da dire che tutte quelle strutture che noi avevamo, i distretti militari, gli ospedali militari, le commissioni di leva, - ha proseguito Bertolini - tutta quella professionalità diffusa sul territorio nazionale che aveva appunto il compito di iscrivere al ruolo i 18enni, portarli a fare le visite mediche, successivamente mandare le cartoline rosa e così via, tutto questo non c'è più, lo abbiamo frettolosamente abbandonato e per ricrearlo non c'è nessuna bacchetta magica. E poi il patrimonio immobiliare di caserme che avevamo, una parte di quel patrimonio è stato abbandonato e molte delle caserme attualmente in uso sono in condizioni molto precarie - ha concluso Bertolini - perché i finanziamenti per la loro manutenzione si sono rarefatti sempre di più a causa della crescente e sciocca disattenzione della nostra dirigenza politica nei confronti delle forze armate, scambiate per un'alternativa alla protezione civile o un rinforzo da utilizzare a favore delle forze dell'ordine, mentre i soldati non sono né protettori civili né poliziotti. Sarebbe bello ma per farlo non basta un decreto si tratterebbe di dover utilizzare risorse che non ci sono».

C'è chi boccia la proposta e rilancia però «un periodo di servizio per la difesa nazionale»

«Non si può ritenere di ripristinare il servizio militare di leva come lo abbiamo avuto fino al 2005, troppo complicato sia da un punto di vista organizzativo e soprattutto da un punto di vista funzionale». Lo ha detto all'Adnkronos il gen. Giorgio Battisti, primo comandante del contingente italiano della missione Isaf in Afghanistan e membro del Comitato Atlantico Italiano, in merito alla proposta di ripristinare il servizio militare. «Non ci sono infrastrutture sufficienti, gli equipaggiamento che prima si trovavano nei magazzini proprio per i ragazzi chiamati alla leva, non sono più disponibili - ha ribadito Battisti - Ripristinare la leva come 17 anni fa non è possibile. Credo che bisognerebbe pensare a un nuovo modello di formazione dei giovani». «Io sono convinto che se ci fosse la volontà politica e una condivisione interministeriale si potrebbe pensare a un periodo, non voglio dire di "leva" che potrebbe spaventare, ma un periodo di servizio per la difesa nazionale, - ha spiegato Battisti - della durata di alcuni mesi, a inquadramento militare, che dovrebbe assorbire il "Servizio Civile Universale" ed essere rivolto ad attività di pubblica utilità (assistenza, tutela ambientale ambiente, educazione e promozione culturale, patrimonio artistico e culturale, ecc.) ed a interventi di protezione civile a favore della popolazione in caso di calamità naturali o disastri provocati dall'uomo. Dovrebbe essere svolto su base provinciale per brevi periodi di richiamo per due o tre settimane per non compromettere il percorso scolastico e non gravare sulle famiglie». «Lo scopo del servizio sarebbe quello di rafforzare il senso di appartenenza al Paese - ha chiarito -, ma anche di imparare il rispetto delle regole della società e della vita di gruppo, e contribuire così alla formazione civica, sociale e culturale dei giovani. Consentirebbe anche di effettuare lo screening sanitario per tutti i giovani venuto meno con la sospensione della leva. Per la realizzazione di questo "servizio" potrebbero essere di grande aiuto le Associazioni combattentistiche e d'arma che avendo grande esperienza nella gestione del personale possono essere utilizzate per seguire la formazione dei giovani», ha concluso Battisti.

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