«Non si tratta di censurare, - spiega - ma di accompagnare, spiegare, ragionare insieme sulle possibili conseguenze nel trattare contenuti che - come purtroppo ci ricordano troppo spesso le cronache quotidiane - possono assumere talvolta tratti di violenza, di odio, di pericolosità sociale. E allora i Nonni 2.0 hanno la possibilità di far breccia nell'intimità dei nipotini molto più genitori. A partire dalla reciprocità che ne contraddistingue il rapporto. Non è detto infatti che la tecnologia debba essere un fattore invalidante, può essere esattamente il contrario. Mi riferisco in particolare alla possibilità che siano proprio i nipoti a spiegare ai nonni il funzionamento di Pc, tablet o telefoni cellulari, in un inedito ma importante ribaltamento dei ruoli. Momenti che possono trasformarsi in ulteriori occasioni di complicità, di gioco o di apprendimento. Tutti aspetti che certamente possono avere ricadute positive e che consentono ai ragazzi di non isolarsi attraverso le tante opportunità della rete».
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