Salvini, ultimatum a Tria: «Nel governo o io o lui». Conte vede von der Leyen

Salvini, ultimatum a Tria: «Nel governo o io o lui». Conte vede von der Leyen
di Diodato Pirone
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Sabato 27 Luglio 2019, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 13:02

L'ago del barometro della maggioranza non schioda dalla burrasca. In una giornata mediaticamente dominata da fatti di cronaca nera si consuma l'ennesimo scontro, questa volta a sfondo economico, tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, finisce quasi sotto traccia. Eppure, il botta e risposta su flat tax e salario minimo tra i due vicepremier segnala un gelo che il faccia a faccia di giovedì non ha neanche scalfito. Sulla manovra Di Maio può giocare su un asse con il ministro dell'Economia Giovanni Tria e il premier Giuseppe Conte. Un asse sedimentato dalla prudenza e dal realismo sui conti laddove il leader Lega fa della sua flat tax una bandiera irrinunciabile.

Flat tax, gelo tra Salvini e Di Maio: nel mirino adesso finisce Tria

Il futuro dei conti pubblici italiani porta dritto a Bruxelles dove l'Italia dovrebbe inviare un rappresentante, che spetterebbe alla Lega individuare, per la Commissione presieduta da Ursula von der Leyen. La neopresidente sarà a Roma il 2 agosto per un incontro con il premier Giuseppe Conte. Probabilmente incontrerà anche il ministro degli Esteri, Enzo Moavero, che ieri ha ricordato che «l'Italia non è isolata ma è l'Europa ad essere disunita».

In attesa del vertice con la von der Leyen e all'indomani dell'incontro tra Conte, Tria, Di Maio e sindacati - che sarà replicato lunedì pomeriggio - il titolare del Viminale non fa nulla per nascondere la sua irritazione. «Mi sono dotato di enorme pazienza. La Lega non voterà mai una manovra economica timida», avverte Salvini mettendo nel mirino, al di là del M5S, anche Tria. «Se il ministro dell'Economia del mio governo dice che di taglio delle tasse non se ne parla, o il problema sono io o è lui. L'Italia ha bisogno di uno choc fiscale», attacca il vicepremier leghista. Parole che vengono accolte con un certo stupore al Mef: Tria non ha mai detto di essere contrario alla Flat tax, si sottolinea.

IL NODO DELLE COPERTURE
Il tema è un altro. Al momento, spiegano fonti M5S, la Lega non ha presentato alcun piano per trovare le coperture per la flat tax laddove i 4 miliardi di taglio al cuneo fiscale presentati ieri da Di Maio sono una proposta forse prudente ma percorribile. E, soprattutto, compatibile con il salario minimo, sul quale Di Maio punta e Salvini fa muro.
Ma Di Maio sceglie di rispondere colpo su colpo. «La flat tax per me è ancora un mistero, ancora non ho visto le coperture», sottolinea il titolare del Mise spiegando, in giorni non facili nel rapporto con il premier, di avere »piena fiducia in Conte e Tria«.
Non una parola, né da parte di Di Maio né da parte di Conte, sullo stop di Salvini alla Guardia Costiera. L'obiettivo e non esacerbare ulteriormente gli animi su un dossier, sul quale, il leader leghista ha costruito il suo consenso. E' l'opposizione, invece, a parlare, con Nicola Zingaretti che evidenzia »il rischio uomo forte senza un'alternativa politica pronta«.

In una giornata in cui gli iscritti M5S, con una votazione dai numeri non ciclopici, dicono sì alla riorganizzazione del Movimento, al mandato zero per i consiglieri comunali e all'apertura alle liste civiche, i problemi per Di Maio vengono ancora dalla Tav. Sull'onda della Torino-Lione l'attacco di Salvini a Toninelli ma anche ai ministri Elisabetta Trenta e Sergio Costa, è pressante.
Ma senza una richiesta formale della Lega Di Maio non sposterà alcuna pedina. Anzi, se gli attacchi continueranno il M5S comincerà a pungere i ministri leghisti. Certo la Tav è una ferita aperta e la manifestazione di oggi in Val di Susa è destinata ad allargarla. Anche per questo, nel M5S si pensa ad un'accelerazione sulla risoluzione sulla Tav in Parlamento: si punterebbe a portarla il 7 agosto al Senato, che quest'anno dovrebbe chiudere più tardi della Camera.
 

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