Elezioni, Salvini punta su Pontida per riconquistare il Nord deluso: domenica l'incontro chiave

Dal 1990, data della prima adunata su quello che viene chiamato “il sacro suolo”, Pontida è sempre stato lo specchio del Carroccio

Elezioni, Salvini punta su Pontida per riconquistare il Nord deluso
di Fausto Caruso
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Giovedì 15 Settembre 2022, 19:45 - Ultimo aggiornamento: 21:38

Torna il tripudio di maglie verdi che intonano il Va' Pensiero sul prato di Pontida. Dopo due anni di assenza causa pandemia torna lo storico raduno della Lega nella città in cui i Comuni italiani nel 1167 giurarono di unire le forze contro l'imperatore Federico Barbarossa.

Dal 1990, data della prima adunata su quello che viene chiamato “il sacro suolo”, Pontida è sempre stato lo specchio della Lega, dalle richieste di secessione all'indipendenza della Padania dichiarata dal fondatore del partito Umberto Bossi 26 anni fa, da «Roma ladrona» fino ai tentativi dell'attuale segretario Matteo Salvini di trasformare la Lega Nord nella Lega a carattere nazionale capace di raccogliere i 17% alle scorse politiche e il 34% alle europee del 2019. Allora la strada verso Palazzo Chigi per il leader del Carroccio sembrava spianata, ma il raduno che si terrà domenica 18 settembre, a una settimana esatta dalle elezioni, trova una situazione completamente mutata.

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La Pontida di Matteo Salvini

La Lega è ancora parte di una coalizione strafavorita per vincere le elezioni, ma il suo “capitano” si trova a fronteggiare attacchi sia dentro che fuori dall'alleanza. Gli ultimi sondaggi pubblicati hanno ventilato la possibilità che il Movimento Cinque Stelle dell'ex alleato Giuseppe Conte possa sorpassare il Carroccio, evento che rovinerebbe il mood leghista all'interno della festa del centrodestra e metterebbe in seria crisi la leadership salviniana. A questo si aggiungono le tensioni con l'amica-rivale Giorgia Meloni, ferrea nel suo atlantismo – mentre Salvini ha spinto per mesi sul rivedere le sanzioni alla Russia - e contraria a quello scostamento di bilancio che invece il segretario della Lega ritiene indispensabile per contenere il caro bollette.

Fallita l'opera di espansione nazionale del partito, Salvini deve riassicurarsi il supporto dello zoccolo duro dei leghisti. Dovrà però farlo in un Nord in cui i governatori di regione un tempo suoi fedelissimi non gli hanno del tutto perdonato di aver fatto cadere il governo Draghi e in cui alle ultime amministrative i candidati di centrosinistra hanno conquistato diverse roccaforti storiche della destra. Per di più i sondaggi danno Fratelli d'Italia ben sopra al Carroccio.

Gli umori dell piazza

Anche sul “sacro suolo” però l'accoglienza per il leader non sarà solo un tripudio di consensi. «Negli anni ho visto tante persone sotto il sole, l'acqua e il vento e con la stessa determinazione con la Lega al 3% come al 34%. Sono sicuro che non cambierà quest'anno», ha dichiarato entusiasta Pierguido Vanalli, sindaco di Pontida al terzo mandato, che però ha risposto sarcasticamente a chi gli chiedeva se fosse vero che Bossi non era stato invitato: «Verrà a meno che non nevichi». Ha poi aggiunto in maniera inequivocabile: «Pontida è la festa di Bossi». Una frase che non è certo l'ideale per un Salvini che cerca di rinsaldare la propria leadership.

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Baristi, ristoratori e albergatori sono entusiasti del ritorno di un evento che porta migliaia di persone nel piccolo comune della bergamasca, una vera boccata d'ossigeno in tempi di crisi. Ma questo non equivale a un supporto incondizionato: «Salvini è ondivago, ha messo da parte le richieste del nord produttivo, ha promesso senza mantenere, e su alcuni temi mi pare sia stato eccessivo, come sui migranti», ha dichiarato un ristoratore che si prepara ad accogliere i partecipanti, lasciando intendere che voterà sì per il centrodestra, ma per Giorgia Meloni. Ancora più disilluso il barista di piazza del Giuramento: «Sono 30 anni che non voto, non sono né pro né contro Salvini o gli altri politici», ha detto all'AdnKronos. «La verità è che a noi non ci aiuta nessuno, ci dobbiamo sempre arrangiare.

Quelli raccontano solo tante palle...».

Dopo aver cercato di portare la Lega anche al Sud, Salvini è dunque costretto a riconquistare anche la piazza del fortino delle origini, per non lasciare che il “sacro suolo” della Lega venga conquistato dagli avversari o da un'alleata che al livello nazionale potrebbe addirittura doppiare il risultato del Carroccio.

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