I partiti hanno preso alla lettera l’invito di Draghi a parlare di meno. E se il Pd è sparito e affoga nelle sue beghe interne e M5S pure e addirittura peggio (ha salvato le poltrone ed è concentrato sulle conseguenze: ossia psicodrammi e scissioni), l’unico che resta in campo e parla come sempre e più di sempre e si sta prendendo tutta la scena è Matteo Salvini. Anche Renzi si è ritirato e dice che per un po’ si occuperà di alta (come ristrutturare il sistema dei partiti, come creare un centro liberal democratico e rifornitore sul modello Macron) e agirà soltanto da padre nobile del governo che ha molto contribuito a creare. Il super protagonista dell’éra Draghi insieme a Draghi è insomma, per ora, Salvini. Mentre gli altri o sono depressi o sono in preda all’afasia o in altre faccende affaccendati. Matteo invece top player in modalità di lotta (così toglie campo alla Meloni) e di governo (così toglie campo a Giorgetti).
Salvini promette nuovi arrivi ma intanto perde pezzi nella concorrenza tra Lega e FdI
Salvini dice che bisogna riaprire le palestre, cacciare Domenico Arcuri, non fare mai più un lockdown perché serve invece di “tornare a vivere” e andare spediti verso un “sovranismo vaccinale” (i vaccini produciamoli qui) e via dicendo in un crescendo di dichiarazioni e di presenza fissa in tivù e sui social social.
Draghi, il leghista Giorgetti è la sua ombra e Brunetta seduce M5S
Nel Pd sono preoccupati per il super attivismo politico-verbale di Salvini. E lo sono anche nei 5 stelle. «Sembra che il governo sia il suo e bisogna - è l'allarme al Nazareno - correre ai ripari». Ma occorre inanzitutto trovare le parole per farlo e per ora le parole non ci sono.
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