Salvini Dj a torso nudo sulle note di Mameli. E il Papeete Beach è il nuovo Transatlantico

Matteo Dj a torso nudo sulle note di Mameli. E il Papeete Beach è il nuovo Transatlantico
di Simone Canettieri
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Domenica 4 Agosto 2019, 11:46 - Ultimo aggiornamento: 14:47

dal nostro inviato
MILANO MARITTIMA
«Nel dubbio queste sono le mie ferie, non parto: hai visto mai mi toccasse occuparmi di liste elettorali ad agosto», ride Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, con tanto di lettino davanti a quello di Matteo Salvini e abbronzatura da Transatlantico. Ovvero inesistente. Anche se a guardare bene, la razza padrona è tutta qui. In questa terza Camera estiva che si chiama Papeete beach. Le casse sparano Ostia lido di J-Ax (Cosa importa se/ sognavi Puertoricooooo), graziose ninfe romagnole in costume e supertacco ballano per la gioia di bicipiti poderosi e tatuati, ed ecco farsi largo Claudio Durigon, potente sottosegretario al Lavoro della Lega: «Per me una bibita e un commissario europeo, per favore». Si scherza, si gioca con il potere, ci si mischia tra i ragazzi. Si fa la spola tra i bar dello stabilimento, come se fossero la bouvette di Montecitorio.
 


GIN TONIC O CAIPIROSKA?
Ma il governo regge o scoppierà la crisi? Gin tonic o Caipiroska? «Il segreto di questo posto racconta Massimo Casanova, patron del Papeete, grande amico di Matteo e dunque da maggio europarlamentare del Carroccio è la semplicità, qui non ci sono i vip: sono tutti uguali. Altro che Costa Smeralda di Berlusconi, qui c'è lo spirito della Lega, e poi certo c'è Lui. Poi basta guardarsi intorno: uno qui si rifà gli occhi, altro che a Strasburgo». Coppie di ragazzi timidamente ronzano intorno all'ombrellone del titolare dell'Interno, guardato a vista dalla scorta in infradito. «Il ministro sta dormendo». Dunque meglio non disturbare il cliente. Che poi è lo stesso monito che si legge nei cartelli del Papeete. Ma rivolto ai venditori ambulanti che qui non possano entrare, come da ordinanza del sindaco.

All'ombra e carichissima, il sottosegretario alla Cultura Lucia Bergonzoni è già in campagna elettorale per le regionali in Emilia Romagna. «Se si fosse votato anche per le politiche avrei avuto una spinta in più, ma la partita è apertissima. A proposito il M5S chi candida?». Ecco, i grillini. Qui si fa di tutto per non parlare di loro. Lo spirito di Di Maio aleggia. «E pensare che quando dissi alla mia compagna dell'alleanza con il M5S non mi parlò per un sacco di giorni», scherza ancora Molinari. Che poi saluta tutti e si getta in acqua. Anche perché si è appena alzato Salvini.

VERTICE IN ACQUA
«Andiamo a fare un vertice in mare». Siccome è il sabato del gran comizio i parlamentari si sono precipitati qui in ciabatte da tutta Italia. L'abruzzese Giuseppe Bellachiama, dopo lauto pranzetto innaffiato da bianco ghiacciato, ammette: «E' la prima volta vengo, ma cosa mi stavo perdendo!!!». In questa Mecca del potere leghista de-grillinizzato («Qui la gente non vuole il reddito di cittadinanza, gli basta lavorare e pagare meno tasse», è il mood), le nuove leve del Carroccio fanno i capannelli sotto l'ombrellone. Altro che divanetti del Transatlantico, ci sono più che altro battute da film di Gigi e Andrea. Un po' di leggerezza, che diamine. A tirare le fila è Andrea Crippa, lanciatissimo e abbronzatissimo vicesegretario della Lega: un habituè dell'aperitivo estivo da queste parti. Anche lui è piazzato non lontano dal Capo. Che qui ha portato il suo ufficio (alle 15 è partito un tweet sui migranti), senza disdegnare intorno alle 19: una sorpresa.

Eccolo, il ministro dell'Interno alla console a torso nudo, in versione dee-jay, sulle note dell'Inno di Mameli, con il mojito d'ordinanza in mano, mentre volenterose cubiste leopardate ancheggiano a tempo. Un'improvvisata che dura il tempo di una raffica di selfie tra i bagnanti, prima di ritornare in un'area riservata del bar, dai fedelissimi Durigon e Bergonzoni che lo marcano a uomo. Eppure il mister Arrigo Sacchi, incontrato la mattina sulla battigia, gli avrebbe potuto spiegare i segreti della zona. Amministrare la partita, gestire il gioco e poi colpire senza pietà. «Ma Matteo questo gioco lo conosce benissimo», rilanciano i parlamentari in seduta balneare permanente. Romperà oppure no? E' questo il tormentone. Che importa se, sognavi Palazzo Chigi.

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