Meloni e Salvini, è ancora alta tensione: Berlusconi media (e toglie veto tv su FdI)

La presidente FdI dichiara l'ambizione a «essere il primo partito e dare le carte»

Meloni e Salvini, è ancora alta tensione: Berlusconi media (e toglie veto tv su FdI)
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Martedì 8 Febbraio 2022, 21:11 - Ultimo aggiornamento: 21:14

È una battaglia per la leadership del centrodestra ed è anche, e ancora, il potente strascico dello tsunami Quirinale quello che sta investendo il centrodestra. La fotografia che si registra oggi è questa: ancora scintille agli estremi, cautela e passo lento al centro.

Cova ancora, soprattutto, la tensione tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d'Italia non sembra piegarsi. Anzi, in nome della «centralità» dei patrioti, rivela alla Stampa.it l'ambizione a «essere il primo partito e dare le carte». E in vista delle elezioni amministrative e poi delle politiche, chiede che il patto anti inciuci «stavolta sia firmato». Il leghista incassa i «tradimenti» subiti e taglia corto: «Ora guardiamo oltre e ricostruiamo». Ma aggiunge: «Chi vuole perdere da solo, è libero di farlo, noi abbiamo il dovere di provarci». E ogni riferimento a fatti e persone non appare casuale. Un botta risposta a cui sembra immune Forza Italia, forte della moderazione (specie nei toni) che alimenta ora il tentativo di emanciparsi dagli alleati, più avanti nei sondaggi ma più litigiosi. La conferma è nella mediazione che tenta Silvio Berlusconi, immortalato ad Arcore mano nella mano con la fidanzata Marta Fascina in un'intervista al settimanale "Chi" dal titolo evocativo: «Ripartiamo per il futuro del paese».

Il Cavaliere sorvola sulle liti, ridimensiona le divergenze politiche tra Giorgia e Matteo («Sennò saremmo un partito unico e non una coalizione») e si candida a rifondare il centrodestra in vista del voto del 2023. «Se necessario, sono pronto a farlo senza escludere nessuno, ovviamente», proclama. Ed è ultimativo sul rilancio della coalizione: «Per farlo c'è un solo modo: consolidare Forza Italia e creare un centro moderato che possa aggregare e allargare i suoi confini».

Quindi ribadisce i dettagli: «un centro saldamente ancorato al centrodestra e alternativo alla sinistra, che sia garante dei valori cristiani, dei principi liberali, della vocazione europeista, del metodo garantista».

Per essere più concreto, tende la mano a Fratelli d'Italia ospitandola di nuovo nelle sue tv. «Mi è arrivato un invito alle trasmissioni Mediaset», rivela Meloni a Massimo Giannini. Pace fatta insomma e fine del presunto bando dell'azienda del Cav nei confronti della leader, accusata di ingratitudine per aver detto che non gli deve nulla.

Berlusconi inoltre esprime «totale solidarietà» a Meloni e FdI - «di Forza Italia e mia personale» - per i vandalismi subiti nella sede di Fermo. Sullo sfondo, però, resta acceso il duello tra Lega e FdI che va in scena plasticamente nel Consiglio Regionale del Piemonte. Meloni attacca il capitano a viso aperto sulla scelta fatta con il Mattarella bis: quello «non è scegliere l'Italia, è scegliere il governo», insiste. Salvini non replica, va avanti nell'impegno di «tenere unito un rinnovato centrodestra». Ma se la prende con chi punta a «recuperare i primi Renzi o i primi Mastella lungo la via».

E scandisce: «è l'esatto contrario del mio intendere la politica». Nel frattempo resta silente il centro o i "centrini" (come li definiscono con sarcasmo i più critici), da giorni in movimento lento, e apparentemente costante. In particolare, la costola di Coraggio Italia che punta ad allearsi con Italia viva. Prossimo step sarà l'assemblea di CI, prevista a marzo a Genova. Lì forse si tireranno le fila e si definirà chi ci sta e chi no, visto che il progetto è trainato da Giovanni Toti mentre lascia indifferente Luigi Brugnaro, altro fondatore del partito che lo considera ancora prematuro. «Per ora seminiamo», si limitano a dire alcuni protagonisti nei corridoi parlamentari, convinti che simboli e regole di una futura aggregazione con i renziani si definiranno dopo le amministrative.

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