Patto sovranista tra Salvini e Le Pen. Juncker: «No ai nazionalisti stupidi»

Salvini-Le Pen: «Moscovici e Juncker nemici Ue». Nuova polemica su Macron e Saviano
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Lunedì 8 Ottobre 2018, 11:15 - Ultimo aggiornamento: 22:09
Un 'Fronte della Libertà' per salvare l'Europa dai suoi «nemici», primi fra tutti Jean Claude Juncker e Pierre Moscovici. A due passi dal celebre palazzone rosso, sede storica del vecchio Pci, Matteo Salvini e Marine Le Pen si trovano nella sede dell'Ugl alle Botteghe Oscure per sancire il loro patto sovranista, in grado di durare «trent'anni». Contro di loro si schiera subito, pur senza citarli, il Presidente della Commissione che distingue gli euroscettici, «che hanno delle domande», dai «nazionalisti stupidi». 




«Dobbiamo ostacolare - attacca Jean Claude Juncker - questa marcia verso la non Europa ispirata dai populisti stupidi e dai nazionalisti limitati». Ma Salvini e Le Pen sono certi che la loro intesa farà trionfare una «rivoluzione del buon senso», salvando l'Ue dai «banchieri e dagli speculatori, che hanno fallito» e che «oggi sono chiusi nel bunker di Bruxelles» per ridarla ai popoli sovrani, a chi sostiene i «valori del lavoro e della felicità», scandisce il vicepremier italiano. Il voto di maggio, sottolinea la Presidente del Rassemblement National, sarà «un momento storico con la esse maiuscola», perché sarà sconfitto «il mondialismo selvaggio che ha portato alla fame i popoli europei». Insomma, dopo l'incontro di fine agosto a Milano con Viktor Orban, Salvini muove con Le Pen un nuovo passo nella costruzione del suo network sovranista per ribaltare gli equilibri al Parlamento europeo.

Tuttavia non è ancora chiaro quali saranno le prossime tappe concrete per arrivare a questo risultato: Salvini mette comunque le mani avanti, osservando che questo appuntamento romano con la leader francese «non è un incontro elettorale». Ma si lascia sfuggire che il Fronte punta ad avere «candidati comuni nei ruoli più delicati» in Europa, leggasi il candidato Presidente della Commissione, ma tutto «nel rispetto »dell'autonomia dei popoli«. Un distinguo fondamentale in vista del voto di maggio, dove, spiega sempre Salvini »non ci saranno «liste comuni» in ogni Paese. «Io che sono sovranista - spiega il vicepremier - ovviamente non posso imporre la mia volontà a Paesi diversi: ognuno celebrerà le proprie vittorie e poi vedremo a Bruxelles».

Un messaggio di apertura rivolto soprattutto a Viktor Orban, tuttora aderente al gruppo dei popolari europei. «In Ungheria decidano cosa fare, presto ci sarà un Congresso della famiglia popolare, vedremo...», aggiunge Salvini, auspicando implicitamente che la linea radicale del premier ungherese possa avere la meglio sui suoi alleati. «L'unica coalizione che escludo a priori - chiarisce - è quella con i socialisti». Proprio di fronte alle Botteghe Oscure, Salvini, rivendica di essere «erede di una sinistra che ha tradito la sua gente». «Io e Le Pen difendiamo i precari che la sinistra ha dimenticato. Nelle loro sezioni, in Italia come in Francia, ci sono più banchieri che operai». Infine, l'affondo durissimo contro quel Macron, già battezzato da settimane come il suo bersaglio preferito, che sabato ha incontrato un altro suo acerrimo avversario, Roberto Saviano. «Spero solo che non si siano fatti un selfie svestiti, come usa fare Macron di recente...», commenta sarcastico facendo riferimento ad alcune foto del primo ministro francese con alcuni immigrati a dorso nudo. Immediata la risposta indiretta di Macron tramite il numero uno di En Marche e suo «fedelissimo» Christophe Castaner: «mi permetto di ricordare che sia Salvini che Le Pen sono stati eletti al Parlamento europeo nel 2004 e sono rimasti in carica fino al 2017. Il loro bilancio per l'Europa? Zero».
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