Salvini in tribunale contro il parroco che lo insultava sul web: «Non penso che Dio sia fiero di Don Giorgio»

Salvini in tribunale contro il parroco che lo insultava sul web: «Non penso che Dio sia fiero di Don Giorgio»
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Lunedì 23 Settembre 2019, 14:55 - Ultimo aggiornamento: 14:59

Il leader leghista Matteo Salvini ha raggiunto il Tribunale di Lecco per l'udienza relativa alla querela a don Giorgio De Capitani, ex parroco di Monte di Rovagnate, per le affermazioni di quest'ultimo sul suo blog personale. «Quando uno vomita insulti da 4 anni e non chiede scusa provo pietà umana», afferma l'ex ministro che attende di essere convocato nella sala monocratica del Tribunale. «Anziché distribuire parole di saggezza e di amore mi augura la morte e mi insulta, dovrebbe chiedere scusa - aggiunge - se non lo fa lui spontaneamente qualcuno glielo farà fare».

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«Mi stupisce che nessuno all'interno della chiesa abbia preso provvedimenti» nei confronti di don Giorgio De Capitani. «Siamo in Italia e mi rivolgo alla giustizia italiana, poi c'è la giustizia divina e il signore giudicherà tutti e anche me che sono un peccatore. Domenica costui porta la parola del Signore e non penso che il Signore sia fiero di avere come portavoce uno come don Giorgio». «Accetto critiche e insulti da tutti - ha aggiunto - ma non da un prete».

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«Quando auguri la morte a una persona e la insulti chiedi scusa - spiega Salvini - una persona normale ed educata fa cosi, maáquando uno da quattro anni continua a vomitare insulti provo pietà umana, perché teoricamente dovrebbe essere lui a distribuire parole di saggezza e di amore e non dare della merda a uno augurandogli la morte» . «Se non chiede scusa spontaneamente - aggiunge l'ex ministro - qualcuno glielo farà fare, del resto nella vita si sbaglia, basta chiedere scusa ed è finita lì» .

«Se io do della m. a qualcuno - sottolinea - è colpa mia, non di chi viene insultato». «Vi sembra normale che un prete auguri la morte a qualcuno? - si chiede - uno che dà la comunione e perdona i peccati e dice a un altro che è una merda e gli augura la morte?». Comunque, secondo Salvini, che ha querelato don Giorgio, «occuparsi di un prete che dà del pezzo di m. al prossimo non è il modo migliore per impegnare le aule di giustizia, basta che uno chieda scusa e dia qualcosa in beneficienza ed è finita là». «Qualcuno deve dirgli che non è educato, men che meno da parte di un prete, insultare il prossimo». «Da un parroco mai - ha detto Salvini davanti al giudice - da un avversario politico sì, ma da un prete no».

Alla domanda postagli a margine dell'udienza se non ritiene di doversi rivolgere al tribunale ecclesiastico Salvini ha replicato: «Mi stupisce che nessuno abbia preso provvedimenti, se per loro è normale che qualcuno con abito talare possa usare certi termini, non mi permetto di giudicare la Chiesa, ma da cattolico penso che non sia bello farlo». «Da uno che la domenica officia la messa mi aspetto parole diverse, da avversari politici ci sta, a volte anche qualche insulto,áma non è normale che un prete scriva pezzo di merda nel suo blog».

L'ex-ministro degli Interni ha lasciato il tribunale di Lecco dopo la sua deposizione senza ascoltare quella di don Giorgio, da lui querelato per insulti, né incontrarlo di persona. «Mi aspettano a Genova, debbo scappare», ha detto a chi gli chiedeva il motivo della decisione di lasciare il Palazzo di Giustizia.


Intanto l'udienza è stata rinviata all'11 novembre. Il giudice monocratico Nora Lisa Passoni ha accolto la richiesta dell'avvocato Claudia Eccher di Trento, che rappresenta Salvini, di ascoltare la testimonianza di Luca Morisi, dello staff di Salvini. Richiesta accolta anche dalla difesa.

Don Giorgio De Capitani si è detto «arrabbiato» per l'ennesimo rinvio dell'udienza del processo a suo carico. Il parroco ha spiegato: «Ho ottant'anni, sono malato e questa settimana mi debbono operare. Faccio fatica - ha aggiunto - è da due anni che vengo in Tribunale e viene sempre rinviato tutto perché lui (Salvini ndr) non viene e oggi si rinvia ancora perché manca un teste» «È giustizia questa?» si è chiesto il sacerdote che non ha voluto rilasciare altre dichiarazioni lasciando l'aula.

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