Salvini si intesta Giorgetti: «Pronti a guidare l’Economia». Chiesti altri quattro ministeri

Salvini si intesta Giorgetti: «Pronti a guidare l’Economia». Chiesti altri quattro ministeri
di Emilio Pucci
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Giovedì 13 Ottobre 2022, 00:03

«Ora Meloni è da Berlusconi a villa Grande... Sarà un incontro molto scoppiettante...». Matteo Salvini riunisce il Consiglio federale della Lega, mette al corrente i suoi della trattativa: «Silvio è arrabbiato non poco... Noi restiamo fermi sulle nostre richieste».

È un modo per alzare l’asticella e ottenere un ministero in più in cambio del lasciapassare per La Russa a palazzo Madama. «Puntiamo sempre su Viminale e il Senato», dice in realtà ai suoi ma non vuole rompere con il presidente del Consiglio in pectore, che ha visto per un breve colloquio. Il Viminale? «I numeri parlano chiaro, stiamo parlando di una persona che ha ridotto del 90% gli sbarchi. È il punto di partenza, poi vedremo come vanno le trattative. È lui il ministro migliore che la Lega può esprimere», afferma il vice segretario Crippa ai cronisti. Ma al dicastero dell’Interno il Capitano fa capire di poter eventualmente anche rinunciare, «a noi andrebbe bene anche Piantedosi». È stato suo capo gabinetto nel Conte I, l’opzione non sarebbe considerata negativa. Anzi. «Nessun veto, preclusione o impuntatura. C’è massima disponibilità a confrontarsi e ad assumersi tutte le responsabilità richieste da un momento così difficile per il Paese», fanno sapere fonti del partito di via Bellerio. 


I DICASTERI
E poi: «Siamo pronti a occuparsi di temi fondamentali come economia, sicurezza, opere pubbliche e autonomia. Sappiamo come farlo e con chi farlo. Sarà un onore». Anche l’ipotesi di Giancarlo Giorgetti al Mef viene maggiormente caldeggiata rispetto a 24 ore fa. «Magari», sostiene Matteo che poi posta la foto con il suo numero due.

La novità è proprio la determinazione del leader di intestarsi l’attuale ministro dello Sviluppo che non è presente alla riunione perché impegnato al Mise. Parte un coro unanime da parte dei presidenti di Regione, da Zaia a Fedriga per finire con Fontana. «Giorgetti ha fatto benissimo nel governo Draghi. Deve essere un nostro ministro», il ragionamento. Il segretario ascolta e poi rilancia: «È la dimostrazione che la Lega ha un’ottima classe dirigente».

Il segretario poi fa il punto sulle richieste del partito: «Dovremmo ottenere, oltre al Viminale e al Mef, anche il ministero delle Infrastrutture, quello degli Affari regionali e delle Disabilità». Poi qualora La Russa dovesse essere ancora in campo per la presidenza del Senato, il riequilibrio nel governo porterebbe in dote un altro dicastero, possibile quello della Transizione ecologica. Non l’Agricoltura. Ma la partita sulle presidenze delle Camere si giocherà fino all’ultimo minuto. Calderoli è il candidato della Lega, avrebbe chiesto lui stesso a La Russa di fare un passo indietro, dopo aver parlato pure con FI. Ma se Fdi insiste sul nome dell’ex ministro della Difesa al massimo la Lega potrebbe scegliere Calderoli al primo giro, per poi convergere insieme al resto della coalizione. Perché – la tesi del leader della Lega – è che «non possiamo fare le barricate e far partire la legislatura con uno scontro». «C’è una trattativa in corso”, dice Durigon. E Salvini: «Vado dalla mia fidanzata ma tenete accesi i cellulari, la notte porterà consiglio…».
 

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