Salvini: «Modello Genova in campo per la corsa di Roma a Expo 2030»

Il ministro delle Infrastrutture: «Una Capitale vive di grandi eventi»

Salvini: «Roma, modello Genova anche per l'Expo 2030»
di Francesco Malfetano
5 Minuti di Lettura
Giovedì 1 Dicembre 2022, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 09:53

«Una Capitale deve vivere di grandi eventi internazionali». E, per questo, guardando oltre il Giubileo del 2025, il governo punterà forte su Roma per l’Expo del 2030, applicando il «modello Genova» per sbloccare «i cantieri e realizzare le grandi opere, senza sprechi e in tempi ragionevoli». Parola di Matteo Salvini.

Perfettamente calato nelle vesti di ministro delle Infrastrutture e di vicepremier, il leader leghista allontana ogni velleità padana e ogni divisione politica annunciando - all’indomani dell’inserimento in Manovra di 2 miliardi di euro per la Metro C - che vedrà il sindaco Roberto Gualtieri il 6 dicembre. Sul tavolo, con o senza Expo, anche un “pacchetto Roma”, o meglio “pacchetto Lazio”, con dentro «400 milioni per la Salaria, altri 700 per l’acquedotto del Peschiera e un miliardo per il 2023 per la manutenzione ordinaria e straordinaria» della A24/A25.

Ministro Salvini, smentendo gli allarmi degli ultimi giorni, nella Manovra sono stati destinati 50 milioni alla Metro C di Roma per il 2023 e 2 miliardi fino al 2032. Com’è andata?
«Noi abbiamo sempre rassicurato massima attenzione per le necessità degli enti locali, anche con riferimento alla Metropolitana di Roma. I numeri ufficiali hanno confermato che siamo persone serie e di parola». 

Il sindaco Gualtieri e la città hanno tirato un sospiro di sollievo, stabilendo quella che sembra una nuova sintonia. Qualche settimana fa lei aveva annunciato che avrebbe preso un caffè con il primo cittadino. Lo ha già preso?
«Conto di incontrarlo martedì 6 dicembre: il Mit è la casa dei sindaci. Da Vicepremier e Ministro ho il dovere di confrontarmi con tutti, indipendentemente dal colore politico: non a caso ho già incontrato molti sindaci di sinistra come Tommasi di Verona, l’altro giorno ho visto il primo cittadino di Lampedusa, dopo Gualtieri ho già in agenda di incontrare i sindaci di Arezzo e Venezia e subito dopo il presidente dell’Anci Decaro». 

Questa collaborazione è la chiave che può regalare alla Capitale anche l’Expo del 2030, a cui Roma è candidata. Quello della Metro C è il modello che ha in mente il governo per un evento così fondamentale per la città?
«L’obiettivo, che vale non solo per Roma ma per tutta Italia, è sbloccare i cantieri e realizzare opere in sicurezza, senza sprechi e soprattutto in tempi ragionevoli. Il modello è quello di Genova: in Italia possiamo fare grandi cose e lo dimostreremo anche con Giubileo, Olimpiadi 2026 ed Expo 2030. In generale, mi piace ricordare che una Capitale deve vivere anche di grandi eventi internazionali».

Prima dell’Expo c’è il Giubileo nel 2025 e la Capitale ha bisogno (e merita) diverse infrastrutture. Cosa conterrà il “pacchetto Roma”?
«Parlo con i numeri: nessun aumento delle tariffe per l’A24/A25, oltre due miliardi per la Metro C, 400 milioni per la Salaria, altri 700 per l’acquedotto del Peschiera. Peraltro, per la A24/A25 verranno impegnati 400 milioni quest’anno e un miliardo per il 2023 per la manutenzione ordinaria e straordinaria».

Per la Capitale servono almeno 24 miliardi. Ma non è detto che bisogna “accontentarsi” di Pnrr e fondi Ue. Come pensa di attrarre gli investitori privati?
«Sono impegnato affinché il Mit diventi un polo di attrazione per gli investimenti dei privati, anche grazie a norme più snelle e chiare che possono attrarre fondi anche dall’estero». 

Parlando di infrastrutture strategiche, oggi l’Italia fa i conti con l’ennesima tragedia legata al dissesto idrogeologico. Il governo ha annunciato un piano di emergenza entro fine anno. Può anticiparci qualcosa?
«Puntiamo al coinvolgimento degli enti locali, a investimenti mirati, a nessuna tolleranza per gli abusi. Risposta concreta: nelle ultime ore il Mit ha finanziato 19 interventi contro manufatti abusivi in tutta Italia». 

Su Casamicciola ora si discute del condono voluto dal governo Conte I di cui lei era vicepremier. Fu un errore?
«Fu una richiesta del Movimento 5 Stelle. In Campania c’è una situazione di abusivismo diffuso e lentezze burocratiche che va affrontata. Certo, non si possono tollerare situazioni di pericolo o di evidente danno ambientale».

Nella Manovra è presente il discusso limite all’utilizzo del pos solo per i pagamenti oltre i 60 euro. Teme il faro dell’Europa?
«Troveremo un accordo ragionevole».

Quali emendamenti presenterà la Lega?
«Pochi e mirati: anticipo che serviranno più fondi per le persone con disabilità, dobbiamo trovare i settori dove risparmiare. Ho qualche idea…»

Tornando al Pnrr, i ritardi accumulati potrebbero impedire di spendere i 21 miliardi stimati per il 2022. Come si combatte l’incapacità di utilizzare le risorse Ue?
«Sono al ministero da poco più di un mese e sto verificando che troppo spesso i fondi ci sono ma non vengono spesi. Stiamo razionalizzando e togliendo tutta la burocrazia possibile. A partire dalle 100 opere commissariate: chi se ne occupa deve essere messo nelle condizioni di incidere».

Martedì Giorgia Meloni ha incontrato Carlo Calenda, ascoltando i consigli del Terzo polo sulla Legge di Bilancio. Qualcuno ci ha visto un modo per arginare il pressing di Lega e Forza Italia. Lei è d’accordo?
«No, credo che Giorgia faccia benissimo a confrontarsi con l’opposizione. Soprattutto quando dall’altra parte arrivano proposte e non solo insulti».

In tema di alleanze a tenere banco ora è la Lombardia. Teme che la candidatura di Letizia Moratti con il Terzo polo possa farvi uscire sconfitti dalle urne? Supererà il 10%?
«Sono convinto che i Lombardi sapranno riconoscere gli sforzi e il buongoverno della Lega e del centrodestra nonostante anni difficili e drammatici».

In Parlamento si è discusso del nuovo Dl per l’invio di armi all’Ucraina. La Lega voterà a favore?
«La Lega voterà coerentemente con il centrodestra, come abbiamo sempre fatto. Ovviamente, siamo molto preoccupati per l’evoluzione del conflitto. Ma sono convinto che l’Italia saprà essere protagonista del processo di pace».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA