Salvini e il paradosso di Churchill

Salvini e il paradosso di Churchill
di Mario Ajello
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Martedì 26 Febbraio 2019, 11:15
Si trova nel paradosso di Churchill il Capitano. Cioè? Il geniale e spiritoso statista inglese, Wiston Churchill, soprannominato Winnie, diceva: “I problemi della vittoria sono più piacevoli ma non meno ardui di quelli della sconfitta”. E vince ancora Salvini, sia pure meno di quanto avesse sperato in termini di voti alla lista della Lega in Sardegna, ma ha il problema del crollo del suo sodale di governo Di Maio - le Idi Di Maio è la battuta che circola - e di Berlusconi continuamente azzoppato ma sempre in piedi. Due fastidi non da poco. Da Berlusconi il capo leghista non vuole tornare, visto che teme di essere fagocitato dall’esuberanza (anche economica) del Cavaliere. Quindi che cosa farà Salvini? La scelta è procrastinabile fino alle elezioni europee, cioè per altri tre mesi. Ma dopo? Per quanto ancora il mal di pancia di industriali e partite iva (cui hai per altro offerto una flat tax molto annacquata rispetto alle primigenie intenzioni) rimarrà sotto traccia? Il successo, a volte, specie quando è prorompente, è più problematico di una sconfitta. E qui si torna a Winnie.
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