Salvini stacca la spina: voto vicino

Salvini stacca la spina: voto vicino
di Diodato Pirone
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Venerdì 9 Agosto 2019, 07:44 - Ultimo aggiornamento: 11:27

Il dato politico più importante emerso ieri è che la crisi di governo l'ha aperta la Lega di Matteo Salvini che ieri ha chiesto le elezioni dopo aver marcato in un comunicato ufficiale (niente social per una volta) «l'irrimediabile distanza» fra gli alleati. Insomma, dopo un lunghissimo tira e molla iniziato ben prima delle elezioni europee di maggio, il Carroccio è uscito allo scoperto accantonando ogni prudenza tattica e persino scaramantica visto che per una antica legge non scritta della politica la richiesta di elezioni non porterebbe fortuna a chi la fa.

Il premier Giuseppe Conte e i 5Stelle hanno deciso di far emergere questo dato politico prima rifiutandosi di salire al Colle per rassegnare le dimissioni. poi in tarda serata con una comunicazione di Conte tutta politica tanto da farlo sembrare il nuovo leader dei 5Stelle. Tre le frasi più importanti di Conte: «La crisi è stata innescata da Matteo Salvini ma sarà mia responsabilità renderla la più trasparente della storia della Repubblica». «Salvini dovrà spiegare al paese le ragioni che lo hanno spinto ad interrompere le riforme che erano avviate». «Non è vero che questo era il governo del No. Noi non eravamo sulle spiagge».

La chiave di lettura della giornata sta tutta nella decisione di Conte, dopo un lungo colloquio pomeridiano con Salvini, di puntare sulla parlamentarizzazione della crisi. «Lascerò solo dopo che il Parlamento mi avrà sfiduciato - ha detto Conte a Salvini - Se vuoi devi essere tu a presentare una mozione di sfiducia».
La presa di posizione di Conte è arrivata dopo che in mattinata Conte era salito al Colle per consultarsi con il Capo dello Stato e ribadire la sua volontà di non dimettersi senza un passaggio parlamentare. Un percorso opposto a quello proposto da Salvini che avrebbe preferito dimissioni immediate di Conte nelle mani di Mattarella.

Ora spetta al Quirinale gestire le prossime mosse di questa complessa partita a scacchi, che si apre in pieno agosto. «Se riapriamo le Camere per la parlamentarizzazione» della crisi, ha avvertito Di Maio che pare già ricorrere ad argomenti da campagna elettorale, «cogliamo l'opportunità di anticipare anche il voto» sul taglio dei parlamentari».

La giornata è stata un susseguirsi di incontri e vertici. Luigi Di Maio ha convocato i suoi capigruppo. Il Presidente della Camera Roberto Fico è salito al Colle. Ma i vertici più significativi sono stati quelli della mattina, al Quirinale, fra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premier Giuseppe Conte, e quello del pomeriggio, a Palazzo Chigi, fra Salvini e il presidente del Consiglio.

VERTICI CONSEGUENTI
La scansione temporale fa pensare che il secondo sia stato la conseguenza dell'esito del primo. Dopo l'incontro al Colle, Conte ha ostentato tranquillità, tornando a Palazzo Chigi a piedi. Poi è stato fatto filtrare che si era trattato di «un colloquio informativo» in cui non si era parlato di «crisi e tantomeno di dimissioni». La visita a palazzo Chigi sembra quindi essere servita a Salvini per dire chiaro a Conte cosa la Lega si aspetti da lui. Cioè, che metta il Paese in condizione di andare al voto.

La Lega non è infatti parsa intenzionata a trovare una formula diversa per costringere Conte a fare le valigie.
Un modo sarebbe stato quello di ritirare i ministri. Ma quando sono cominciate a circolare indiscrezioni di quel tipo, via Bellerio le ha smentite.
In ogni caso in serata, Salvini ha ribadito che alle elezioni si presenterà come candidato premier.
La partita ha un altro protagonista, il Movimento Cinque Stelle. In serata, Di Maio ha sottolineato che «Salvini deve spiegare perché dopo essere stato in spiaggia per 15 giorni ora ha aperto la crisi e fa correre il rischio di un aumento dell'Iva».

Dall'opposizione si è mosso subito il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, che ospite a In Onda su La7, ha chiamato tutti a raccolta: «La sfida è sulla nostra democrazia sulla collocazione internazionale dell'Italia, la sfida sarà fra il Pd e la Lega».
 

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