
«Mamma mia che tristezza, apri la mente, fratello!»: con un tweet il ministro dell'interno Matteo Salvini risponde al rapper Salmo, che intervistato da Rolling Stone ha detto: «Se state con Salvini STRAPPATE le mie magliette e BRUCIATE i miei CD». «Come puoi fare rap nel 2018 e non guardarti intorno? - riflette l'artista di Olbia a colloquio in occasione dell'uscita del suo album 'Playlist' - Prima di tutto i ragazzini devono capire, perché sono malleabili e spesso confusi, vedono Salvini e pensano sia un mito perché è un personaggiO. Io non voglio prendere posizione politica ma questa cosa non la tollero: se sono simpatizzanti di quel filone di pensiero ignorante, non devono ascoltare rap, che è prima di tutto black culture, piuttosto ascoltino i dischi degli skinheads».
Salvini commosso dal tema di bimbo di 9 anni: «Il mio idolo, saggio e simpatico»
Ho ricevuto questo tema di un bimbo di 9 anni di Padova: "Un giorno ho incontrato la persona che ho sempre voluto incontrare. Il mio idolo".
Che cosa può darmi più forza ed energia di questo?
Grazie Tancredi, l'emozione me l'hai regalata tu. pic.twitter.com/b7A9KXzEZ6— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 8 novembre 2018
Dalla società fino alla depressione, Salmo mette a nudo i nervi scoperti del presente e della sua vita nel suo quinto album, personale fin dal luogo in cui è stato registrato per la gran parte, il Red Bull Music Studio installato a casa sua. Questo si riflette nel tono dei brani, specie l'epilogo 'Lunedì', il primo ad essere stato realizzato: «Ho detto molti fatti miei - racconta Salmo - Fare rap vuol dire rappresentare, se stessi e il mondo. Nel disco si capisce che ho avuto problemi, con la popolarità, la droga, l'amore e la depressione: per me era doveroso buttare tutto dentro. Cadere nella depressione succede a tutti. Io mi ritengo fortunato perché scrivo, il che è terapeutico: dopo "Lunedì" mi sono sentito rinato. Ma è doveroso anche nei confronti delle tante persone che ci sono passate e si riconoscono. Secondo me dovrebbero farlo tutti i rapper, non solo parlare di catene ma mettersi a nudo, dire la propria idea».
Questo significa anche entrare a gamba tesa sul presente con spietata onestà, come nel singolo '90min'. Una crudele analisi sociale torna tra le righe di 'Stai zittò con Fabri Fibra e nella satira sul materialismo di 'Ricchi e mortì e 'Dispovery Channel' con Nitro: «Questa ondata di rap e consumismo mi fa vomitare: a tutti piacciono le belle cose, ma questo approccio esagerato si riversa sui ragazzini, che magari ai genitori chiedono le Balenciaga anziché il motorino. E così nessuno esce di casa, come nel fenomeno hikikomori in Giappone da cui viene l'ispirazione di 'Ho paura di uscirè: è in quel posto sicuro che nasce l'haterismo».
Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 15:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA
NOTIFICHE NEWSLETTER ABBONAMENTI
LOGOUT