Sace, braccio di ferro tra Gualtieri e Di Maio, poi tregua Tesoro-M5S: scambio da 50 miliardi

Sace, braccio di ferro tra Gualtieri e Di Maio, poi tregua Tesoro-M5S: scambio da 50 miliardi
di Alberto Gentili
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Martedì 7 Aprile 2020, 08:26 - Ultimo aggiornamento: 08:32

Dopo ben quattro giorni di braccio di ferro, è un compromesso in extremis tra Roberto Gualtieri e Luigi Di Maio a sbloccare il decreto per dare liquidità alle imprese. Come chiedeva il ministro dem all'Economia sarà Sace - che resta in Cassa depositi e prestiti, ma passa sotto l'indirizzo e il coordinamento del Tesoro al pari di Eni e Poste - a gestire l'operazione-prestiti del valore di 200 miliardi. In cambio il responsabile grillino degli Esteri ottiene il rafforzamento del ruolo di Sace nel campo dell'export e del sostegno alla internazionalizzazione delle imprese, con 50 miliardi di nuove garanzie.

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Per il governo è stata una via crucis raggiungere l'intesa. Nella notte il compromesso sembrava cosa fatta. Tant'è, che dal ministero dell'Economia, a inizio mattina, filtra una bozza che descriveva la mediazione faticosamente raggiunta domenica tra Conte, Gualtieri e l'amministratore delegato di Cdp, Fabrizio Palermo. Questa: Sace resta nel gruppo Cdp, ma risponderà della sua attività direttamente al ministero dell'Economia per la gestione delle maxi-garanzie a sostegno delle imprese per rispondere ai danni economici provocati dall'emerge del Covid-19. «Sace non è soggetta all'attività di direzione e coordinamento di Cdp», si leggeva nella bozza, ma «consulta» preventivamente il ministero dell'Economia sulle «decisioni aziendali rilevanti per un'efficace attuazione delle misure di sostegno all'internazionalizzazione delle imprese e di rilancio degli investimenti con particolare riferimento alle decisioni sull'assunzione degli impegni e al recupero dei crediti».

Sace, veniva aggiunto, «concorda» con Cdp le strategie industriali e commerciali al fine di massimizzare le sinergie di gruppo e aumentare l'efficacia del sistema di sostegno all'esportazione e all'internazionalizzazione delle imprese e di rilancio dell'economia del Paese. Invece dai 5Stelle è arrivato un brusco stop. Di Maio e Stefano Patuanelli (ministero dello Sviluppo) decidono di alzare nuove barricate. Per i grillini c'è da difendere il ruolo del ministro degli Esteri che con Sace spinge l'export italiano. E c'è anche da tutelare Cdp che, da questa operazione, rischia di uscire in qualche modo indebolita.

Conte, per superare un'impasse disastrosa alla vigilia dell'Eurogruppo di oggi, convoca alle 9 del mattino i capi delegazione rosso-gialli. Due ore di riunione e nuova fumata nera: «Si deciderà in Consiglio dei ministri», fanno sapere da palazzo Chigi.

Invece, dopo aver discusso del decreto-scuola, anche in Consiglio si replica il braccio di ferro tra i grillini e Gualtieri, sostenuto dai ministri dem. Patuanelli, per provare a evitare che Sace passi sotto il controllo del Tesoro («da quando hanno indicato Palermo, i grillini considerano Cdp una loro controllata», ringhia un esponente dem) propone come mediazione un presidio rafforzato del Tesoro in Sace in relazione al fondo di garanzia per i prestiti alle imprese. Gualtieri però non ci sta.

Così, poco prima di pranzo, Conte sospende la seduta e rinvia al pomeriggio. Si tratta a ritmo serrato: un altro rinvio del decreto liquidità che doveva vedere la luce già venerdì scorso non è da considerarsi possibile, fa sapere il premier.
I nervi sono tesi. Italia Viva fa filtrare: «Su Sace si sta consumando una lotta di potere tra Pd e M5s su cui teniamo fuori. Non ci interessano le questioni di potere di palazzo».

LA SVOLTA
Poi, quando lo scontro sembra avvitarsi, Gualtieri e Di Maio avviano una mediazione a due. E arriva la fumata bianca. Il Tesoro alle quattro di pomeriggio annuncia: «Trovata l'intesa sul pacchetto liquidità. Viene rafforzato il ruolo di Sace anche nel campo dell'export e del sostegno alla internazionalizzazione delle imprese. In particolare, si mobilitano 200 miliardi di crediti destinati al sostegno dell'export».

Poco dopo arriva la conferma di Di Maio: «Raggiunto l'accordo tra il Tesoro e la Farnesina sul sostegno all'export. E' stato potenziato il sostegno dello Stato per l'export delle nostre imprese. Lo Stato assicurerà 50 miliardi per nuove garanzie che consentiranno all'export italiano di ripartire. A queste garanzie nel 2021 si aggiungeranno altri 200 miliardi per nuovi investimenti». Commento di un ministro dem: «Di Maio ha mollato Cdp per avere in cambio il potenziamento di Sace nell'export con una pioggia di miliardi».

Il Consiglio dei ministri riprende alle 18.30 e va avanti fino alle otto di sera. «Questa volta nessuna tensione, solo aggiustamenti tecnici di un provvedimento complesso», garantiscono a Palazzo Chigi.
 

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