​Dalla Fascina alla Boschi: perché il Rosatellum garantisce per alcuni dei seggi bindati

I partiti puntano sui nomi di spicco negli uninominali sicuri. Ma per blindare i candidati si può anche ricorrere al posto di capolista nel listino proporzionale

A sinistra, Pier Ferdinando Casini. A destra, Maria Elena Boschi
di Martina Pigna
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Martedì 23 Agosto 2022, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 12:15

Nella forsennata campagna elettorale estiva, la legge elettorale pare regalare qualche certezza in più a diversi candidati. Perché se è vero che il referendum sul taglio dei parlamentari lascerà a casa anche big e volti storici dei partiti, i meccanismi di funzionamento del Rosatellum permettono già a qualcuno di tirare, prima dell'appuntamento con le urne, un sospiro di sollievo. 

In base alle legge, infatti, il 37% dei seggi si assegna con sistema maggioritario nei collegi uninominali, dove è eletto il candidato più votato. Il 61% dei seggi assegnati col proporzionale è ripartito tra coalizioni e liste che abbiano superato le soglie di sbarramento.

Che sono del 3% ( per le liste) e del 10% ( per le coalizioni). 

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Collegi uninominali 

Sul fronte dei collegi uninominali è gara dunque solo tra i candidati presentati delle due più ampie coalizioni, mentre non toccheranno palla ( o quasi) il Terzo polo e il M5s. In base alla stima dell'Istituto Cattaneo i collegi “sicuri” (circa 32) per il centrosinistra, naturalmente, rimangono sempre (più) confinati in una parte della ex zona rossa (Emilia-Romagna, Toscana) e nelle grandi città (Milano, Torino, Genova, Roma, Napoli).

Quindi è iptozzabile per Pier Ferdinando Casini - candidato a Bologna nell'uninominale del Senato e l'ex sindaco di Bologna Virginio Merola, alla Camera, posso contare su posti quasi blindati. Così come il collegio di Firenze alla Camera che andrà a Federico Gianassi, vicino al sindaco Nardella. 

Buone probabilità ha anche ci correrà nelle grandi città: come  Paolo Ciani, leader di DemoS, un partito inserito dentro la lista PD-Democratici e Progressisti e Emma Bonino, leader di + Europa. 

Anche se, nella strategia di assegnazione dei seggi il centrodestra, forte di un vantaggio numerico considerevole - 185 uninominale - ha potuto blindare un numero più considerevole di nomi.

A partire dal Cav, Silvio Berlusconi, candidato nell'uninominale di Monza. Elisabetta Alberti Casellati, che si presenterà all'uninominale della Basilicata per il Senato. Collegio uninominale  "blindato" anche per Marta Fascina (deputata uscente, compagna del Cavaliere, nata a Melito Porto Salvo in Calabria) nel collegio di Marsala in Sicilia.

E Anna Maria Bernini, che sarà invece candidata al maggioritario di Padova per palazzo Madama. Per la Lega, Riccardo Molinari, tenterà di riconquistare un seggio in Piemonte, mentre quello di Palazzo Madama Massimiliano Romeo correrà a Varese. Meloni correrà all’uninominale de L’Aquila, mentre Vittorio Sgarbi è schierato a Bologna contro Casini. Fabio Rampelli sarà all’uninominale di Tor Bella Monaca, periferia romana. 

Collegi plurinominali 

Ad attendersi posti sicuri sono anche i candidati blindati come capilista nel proporzionale che - ricordiamo - non permette di esprminere preferenze. E' qui che puntato gli schieramenti che  non possono sperare in maniera preponderante nel maggioritario. Non a caso Giuseppe Conte ha decisio di schierare le 15 personalità da lui selezionate proprio in cima all'elencio di ciascun collegio plurinominale. da Michele Gubitosa, passando per Mariolina Castellone, fino all'ex ministro Sergio Costa e al professore Livio De Santoni. Stessa strategia anche per il Terzo polo che pone l'ex ministra Maria Elena Boschi capolista nei 3 plurinominali Lazio 1 alla Camera e, sempre a Montecitorio, l'ex ministra Mara Carfagna capolista in tutti i 4 collegi plurinominali pugliesi. Garantendo loro, dunque elevate probabilità di elezione

Disfunzione del Rosatellum 

Un altro dettaglio riguarda invece il Senato: nelle regioni che eleggono meno senatori la soglia di sbarramento “implicita” è fino a sei volte superiore. Una disfunzione dettata dalla riduzione del numero dei parlamentari, a seguito della quale, per competere, ad esempio, in Calabria bisogna superare il 10-15%, per Friuli, Liguria, Marche e Sardegna tra il 15 e il 20%, e sopra il 20% per Umbria e Basilicata. Percentuali che salvo sorprese precludono il Movimento 5 stelle e il Terzo Polo.

E quindi, ad esempio  per i 3 seggi disponibili al Senato nelle Marche è praticamente certa la conferma del leghista Mauro Lucentini, a capo della lista nella circoscrizione di Fermo. Il secondo seggio andrebbe al candidato di Fratelli d’Italia (ancora non confermato), e il terzo al Partito democratico. Lo schema si ripete a parti alternate anche per Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Abruzzo. E quindi, in ordine sparso, per i dem i collegi blindati sono quelli di Marco Meloni e Michele Fina, mentre per il centrodestra Antonella Zedda e Marco Dreosto.

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